L’attività sismica che da sempre scuote il territorio italiano - e soprattutto gli ultimi eventi (terremoto in Centro Italia 2016) - ha evidenziato ancora una volta la fragilità strutturale dei centri storici, che sono per lo più costituiti da edifici in muratura, spesso di scarsa qualità, e caratterizzati da vulnerabilità tipiche e specifiche che non consentono una sufficiente resistenza al fenomeno sismico. In particolare, i piccoli centri storici marchigiani sono prevalentemente caratterizzati da un’architettura “spontanea” generalmente costituita da materiali poveri, sono situati in zone interne ad alto rischio sismico e hanno, di conseguenza, una esposizione molto elevata legata a diversi fattori; per questo motivo è estremamente complesso caratterizzare la loro vulnerabilità e prevedere le loro condizioni di danneggiamento. I concetti di resistenza a catastrofi impreviste e di rapido ripristino post-disastro (la resilienza ai disastri) dei centri storici sono necessari a causa del rischio sismico. La quantificazione della resilienza può riflettere adeguatamente la capacità di una città di resistere ai disastri. Nel presente lavoro verranno analizzati i principali metodi di studio esistenti per la valutazione del rischio e della resilienza, mettendo a punto un framework operativo da applicare ai centri storici delle Marche meridionali. Le analisi conseguenti si baseranno sulla approfondita conoscenza dei caratteri fondativi dei luoghi, sullo studio degli effetti che i diversi sismi che si sono succeduti nella storia, e sulla conoscenza quanto più approfondita dei manufatti, in modo tale da ricavare gli elementi necessari per guidare una ricostruzione consapevole attraverso strumenti volti alla prevenzione basati sulla conoscenza approfondita del luogo.

Individuazione di una metodologia di analisi dei borghi storici situati nelle Marche meridionali per definire strategie d'intervento orientate all'implementazione delle capacità di resilienza

BARCHETTA, LUCIA
2023-02-23

Abstract

L’attività sismica che da sempre scuote il territorio italiano - e soprattutto gli ultimi eventi (terremoto in Centro Italia 2016) - ha evidenziato ancora una volta la fragilità strutturale dei centri storici, che sono per lo più costituiti da edifici in muratura, spesso di scarsa qualità, e caratterizzati da vulnerabilità tipiche e specifiche che non consentono una sufficiente resistenza al fenomeno sismico. In particolare, i piccoli centri storici marchigiani sono prevalentemente caratterizzati da un’architettura “spontanea” generalmente costituita da materiali poveri, sono situati in zone interne ad alto rischio sismico e hanno, di conseguenza, una esposizione molto elevata legata a diversi fattori; per questo motivo è estremamente complesso caratterizzare la loro vulnerabilità e prevedere le loro condizioni di danneggiamento. I concetti di resistenza a catastrofi impreviste e di rapido ripristino post-disastro (la resilienza ai disastri) dei centri storici sono necessari a causa del rischio sismico. La quantificazione della resilienza può riflettere adeguatamente la capacità di una città di resistere ai disastri. Nel presente lavoro verranno analizzati i principali metodi di studio esistenti per la valutazione del rischio e della resilienza, mettendo a punto un framework operativo da applicare ai centri storici delle Marche meridionali. Le analisi conseguenti si baseranno sulla approfondita conoscenza dei caratteri fondativi dei luoghi, sullo studio degli effetti che i diversi sismi che si sono succeduti nella storia, e sulla conoscenza quanto più approfondita dei manufatti, in modo tale da ricavare gli elementi necessari per guidare una ricostruzione consapevole attraverso strumenti volti alla prevenzione basati sulla conoscenza approfondita del luogo.
23-feb-2023
Architecture, Design, Planning
Patrimonio culturale; Resilienza; Rischio sismico; Centri Storici; Vulnerabilità Urbana
Settore ICAR/19 - Restauro
Settore CEAR-11/B - Restauro dell'architettura
URN:NBN:IT:UNICAM-158467
PETRUCCI, Enrica
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Descrizione: Tesi di dottorato LUCIA BARCHETTA
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