Le soiasaponine sono un gruppo di glicosidi triterpenici, appartenenti alla famiglia delle saponine, che hanno dimostrato possedere proprietà altamente salutari. Sono presenti nella soia, nei piselli verdi, nelle lenticchie, nei ceci ed in altri legumi. Sono molecole anfifiliche, composte cioè da unità zuccherine polari, idrofile, attaccate ad un’unità non polare, l’aglicone, non solubile in acqua. Le lenticchie, una delle fonti alimentari più ricche di proteine di origine vegetale, contengono principalmente la soiasaponina I e la βg1 che, in base alla loro struttura chimica, secondo la direttiva 2008/100/CE sono definite componenti della fibra alimentare. La soiasaponina βg è facilmente idrolizzabile nella soiasaponina I a temperature maggiori di 25°C. Le soiasaponine hanno dimostrato di possedere importanti proprietà salutistiche: abbassamento del livello di colesterolo, attività anticarcinogenica e antiepatotossica ed azione anti-replicativa nei confronti del virus dell’HIV2. Particolarmente interessante è l’azione ipocolesterolemizzante, che si pensa sia mediata da tre meccanismi d’azione. Una prima azione è diretta, in quanto le soiasaponine possono legarsi col colesterolo esogeno tramite deboli forze di attrazione di Van der Waals formando complessi insolubili, espulsi poi tramite le vie fecali. Una seconda azione è indiretta, in quanto queste formano micelle di grandi dimensioni con gli acidi biliari; queste sono troppo grandi per essere assorbite attraverso la parete dell’intestino tenue e quindi vengono escrete con le feci. Di conseguenza, il colesterolo endogeno prodotto nel fegato viene utilizzato per la sintesi di nuovi acidi biliari. Una terza azione è simile a quella dei fitosteroli: le soiasaponine per la loro analogia strutturale col colesterolo competono con i meccanismi di assorbimento dello stesso3. Vista l’importanza farmacologica di queste molecole abbiamo cercato di valutare la bioaccessibilità delle soiasaponine I e βg attraverso un modello di digestione in vitro che simula le varie zone dell’apparato gastrointestinale. 50 g di lenticchie vengono cotte in 1 L di acqua. Per simulare la digestione a livello della cavità orale, 10 g di campione cotto vengono addizionati di 6 ml di liquido salivare simulato e 20 ml acqua e posti in agitazione in uno stomacher per 30 secondi. Per simulare l’ambiente gastrico, si porta la soluzione a pH 2 con HCl 6N, si aggiungono 0,5 g di pepsina e 80 ml d’acqua, lasciando sotto agitazione in un bagno a 37°C per 2 ore. Infine, per valutare la bioaccessibilità a livello del duodeno, si porta a pH 6,5 con NaHCO3, si aggiungono 1,25 g di sali biliari e si lascia sotto agitazione per 2 ore a 37°C. Per simulare invece l’ambiente del colon, si porta a pH 7,2 con NaOH, si coltivano 16 ceppi batterici caratterizzanti la flora intestinale che vengono aggiunti ai campioni di lenticchie digeriti e successivamente i campioni vengono incubati per 48h a 37°C. Le analisi dei liquidi ottenuti dopo digestione simulata nel duodeno e nel colon, vengono effettuate mediante HPLC-MS (l’analizzatore è un ibrido quadrupolo/trappola ionica) in modalità full scan. I risultati mostrano che la soiasaponina βg non è stata rinvenuta nei liquidi del duodeno e del colon. Nel duodeno abbiamo una bioaccessibilità di circa il 9.5% per la soiasaponina I, mentre nel colon la stessa è di circa lo 0,2%. La quantità di colesterolo esogeno presente negli alimenti è abbastanza bassa in valore assoluto mentre la concentrazione delle soiasaponine nei legumi è elevata, quindi i valori di bioaccessibilità trovati potrebbero essere determinanti nello svolgere un’azione di tipo ipocolesterolemizzante nei confronti del colesterolo esogeno. Bibliografia 1. Ruiz, R.G., Price, K.R., Arthur, A.E., Rose, M.J.C., Rhodes, R.G. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 1996, 44, 1526-1530. 2. Gu, L., Tao, G., Tao, W., Prior, R.L. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2002, 50, 6951-6959. 3. Oakenfull D., Sidhu, G.S. Could saponins be a useful treatment for hypercholesterolaemia? European Journal of Clinical Nutrition, 1990, 44, 79-80.

Bioaccessibilità delle soiasaponne I e βg ed attività ipocolesterolemizzante : modello di digestione in vitro

Giovanni Caprioli;Gianni Sagratini;Filippo Maggi;Massimo Ricciutelli;Sauro Vittori.
2012-01-01

Abstract

Le soiasaponine sono un gruppo di glicosidi triterpenici, appartenenti alla famiglia delle saponine, che hanno dimostrato possedere proprietà altamente salutari. Sono presenti nella soia, nei piselli verdi, nelle lenticchie, nei ceci ed in altri legumi. Sono molecole anfifiliche, composte cioè da unità zuccherine polari, idrofile, attaccate ad un’unità non polare, l’aglicone, non solubile in acqua. Le lenticchie, una delle fonti alimentari più ricche di proteine di origine vegetale, contengono principalmente la soiasaponina I e la βg1 che, in base alla loro struttura chimica, secondo la direttiva 2008/100/CE sono definite componenti della fibra alimentare. La soiasaponina βg è facilmente idrolizzabile nella soiasaponina I a temperature maggiori di 25°C. Le soiasaponine hanno dimostrato di possedere importanti proprietà salutistiche: abbassamento del livello di colesterolo, attività anticarcinogenica e antiepatotossica ed azione anti-replicativa nei confronti del virus dell’HIV2. Particolarmente interessante è l’azione ipocolesterolemizzante, che si pensa sia mediata da tre meccanismi d’azione. Una prima azione è diretta, in quanto le soiasaponine possono legarsi col colesterolo esogeno tramite deboli forze di attrazione di Van der Waals formando complessi insolubili, espulsi poi tramite le vie fecali. Una seconda azione è indiretta, in quanto queste formano micelle di grandi dimensioni con gli acidi biliari; queste sono troppo grandi per essere assorbite attraverso la parete dell’intestino tenue e quindi vengono escrete con le feci. Di conseguenza, il colesterolo endogeno prodotto nel fegato viene utilizzato per la sintesi di nuovi acidi biliari. Una terza azione è simile a quella dei fitosteroli: le soiasaponine per la loro analogia strutturale col colesterolo competono con i meccanismi di assorbimento dello stesso3. Vista l’importanza farmacologica di queste molecole abbiamo cercato di valutare la bioaccessibilità delle soiasaponine I e βg attraverso un modello di digestione in vitro che simula le varie zone dell’apparato gastrointestinale. 50 g di lenticchie vengono cotte in 1 L di acqua. Per simulare la digestione a livello della cavità orale, 10 g di campione cotto vengono addizionati di 6 ml di liquido salivare simulato e 20 ml acqua e posti in agitazione in uno stomacher per 30 secondi. Per simulare l’ambiente gastrico, si porta la soluzione a pH 2 con HCl 6N, si aggiungono 0,5 g di pepsina e 80 ml d’acqua, lasciando sotto agitazione in un bagno a 37°C per 2 ore. Infine, per valutare la bioaccessibilità a livello del duodeno, si porta a pH 6,5 con NaHCO3, si aggiungono 1,25 g di sali biliari e si lascia sotto agitazione per 2 ore a 37°C. Per simulare invece l’ambiente del colon, si porta a pH 7,2 con NaOH, si coltivano 16 ceppi batterici caratterizzanti la flora intestinale che vengono aggiunti ai campioni di lenticchie digeriti e successivamente i campioni vengono incubati per 48h a 37°C. Le analisi dei liquidi ottenuti dopo digestione simulata nel duodeno e nel colon, vengono effettuate mediante HPLC-MS (l’analizzatore è un ibrido quadrupolo/trappola ionica) in modalità full scan. I risultati mostrano che la soiasaponina βg non è stata rinvenuta nei liquidi del duodeno e del colon. Nel duodeno abbiamo una bioaccessibilità di circa il 9.5% per la soiasaponina I, mentre nel colon la stessa è di circa lo 0,2%. La quantità di colesterolo esogeno presente negli alimenti è abbastanza bassa in valore assoluto mentre la concentrazione delle soiasaponine nei legumi è elevata, quindi i valori di bioaccessibilità trovati potrebbero essere determinanti nello svolgere un’azione di tipo ipocolesterolemizzante nei confronti del colesterolo esogeno. Bibliografia 1. Ruiz, R.G., Price, K.R., Arthur, A.E., Rose, M.J.C., Rhodes, R.G. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 1996, 44, 1526-1530. 2. Gu, L., Tao, G., Tao, W., Prior, R.L. Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2002, 50, 6951-6959. 3. Oakenfull D., Sidhu, G.S. Could saponins be a useful treatment for hypercholesterolaemia? European Journal of Clinical Nutrition, 1990, 44, 79-80.
2012
275
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