Al fine di verificare la possibilità di applicazione di metodi ispettivi semplificati, come previsto nel Regolamento (CE) N. 854/2004 di imminente applicazione, è stata condotta un’indagine epidemiologica sulle alterazioni evidenziate in corso di visita ispettiva post mortem in 6.013 suini pesanti regolarmente macellati, provenienti da 6 allevamenti che da alcuni anni aderiscono a un programma di controllo di qualità. I risultati dell’indagine attestano un buon livello sanitario di tutte le realtà produttive esaminate. Nel complesso, le alterazioni più frequentemente osservate erano la liver white spots (24,61%) e la pleuropolmonite (15,82%), seguite dalla polmonite enzootica (3,91%), dalle cisti renali (3,66%), dalla pericardite cronica fibroadesiva (2,93%) e dalla nefrite interstiziale cronica (1,96%). Altre alterazioni segnalate in letteratura nel suino all’ingrasso, quali lesioni epatiche a carattere degenerativo, ascessi a carico dei tessuti molli, polisierositi e dermatiti, hanno registrato prevalenze inferiori all’1%. Gli autori concludono affermando che nei suini provenienti dagli allevamenti oggetto di studio è possibile applicare una visita ispettiva post mortem basata sul solo esame visivo degli organi e della carcassa e suggeriscono, a maggior garanzia dei consumatori, di effettuare un monitoraggio continuo degli allevamenti attraverso un un’ispezione di tipo tradizionale su di un campione ritenuto rappresentativo della partita macellata.
Applicabilità di metodi ispettivi semplificati nel suino. Indagine epidemiologica al mattatoio come strumento di verifica.
STOCCHI, Roberta;REA, Stefano;LOSCHI, Anna Rita
2006-01-01
Abstract
Al fine di verificare la possibilità di applicazione di metodi ispettivi semplificati, come previsto nel Regolamento (CE) N. 854/2004 di imminente applicazione, è stata condotta un’indagine epidemiologica sulle alterazioni evidenziate in corso di visita ispettiva post mortem in 6.013 suini pesanti regolarmente macellati, provenienti da 6 allevamenti che da alcuni anni aderiscono a un programma di controllo di qualità. I risultati dell’indagine attestano un buon livello sanitario di tutte le realtà produttive esaminate. Nel complesso, le alterazioni più frequentemente osservate erano la liver white spots (24,61%) e la pleuropolmonite (15,82%), seguite dalla polmonite enzootica (3,91%), dalle cisti renali (3,66%), dalla pericardite cronica fibroadesiva (2,93%) e dalla nefrite interstiziale cronica (1,96%). Altre alterazioni segnalate in letteratura nel suino all’ingrasso, quali lesioni epatiche a carattere degenerativo, ascessi a carico dei tessuti molli, polisierositi e dermatiti, hanno registrato prevalenze inferiori all’1%. Gli autori concludono affermando che nei suini provenienti dagli allevamenti oggetto di studio è possibile applicare una visita ispettiva post mortem basata sul solo esame visivo degli organi e della carcassa e suggeriscono, a maggior garanzia dei consumatori, di effettuare un monitoraggio continuo degli allevamenti attraverso un un’ispezione di tipo tradizionale su di un campione ritenuto rappresentativo della partita macellata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.