Il lavoro muove dalla spinta regolamentare-normativa all’adozione di strumenti di gestione e controllo per assicurare scelte di policies di gestione improntate all’etica e alla legalità, nonché alla prevenzione della corruzione e/o fenomeni illeciti in genere, che riguardano il mondo dell’imprenditoria, della Pubblica Amministrazione e le relazioni tra questi due ambiti di interesse. Quanto appena evidenziato, unito all’attuale complessità delle organizzazioni aziendali, per le stesse rappresenta o può rappresentare un vincolo decisionale o - ancor più grave - un «rischio», data la concreta possibilità di assumere decisioni non conformi alle norme vigenti. Ancora più recentemente è intervenuto il quadro regolatorio UE che, insieme agli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha aumentato notevolmente gli obblighi in materia di compliance in generale con grande accento a sostenibilità, ESG e green economy. Obiettivo generale della ricerca è stato il riscontro «sul campo», l’implementazione dei modelli di prevenzione e/o controllo previsti dalle norme indicate, nonché l'obbligo - possibile - per le imprese di sistemi di compliance e di responsabilità sociale d’impresa, unitamente a temi di prevenzione della corruzione, quali strumenti per l’attuazione della legalità costituzionale, intesa come effettiva attuazione dei principi di pari dignità sociale e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Va in questa direzione la scelta di adottare tali modelli - finalizzati ad evitare la commissione dei reati necessari, e a prevenire la corruzione - o comunque l’adozione di strumenti attuativi di responsabilità sociale d’impresa, rappresentanti per le aziende non un costo, ma un investimento per una migliore gestione. In tal senso, allora, certamente, la diffusione di tali strumenti di controllo costituisce per i cittadini un passo avanti per l’attuazione concreta e diffusa di principi di legalità costituzionale1 , quali l'uguaglianza davanti alla legge e la pari dignità sociale. Con questa idea di partenza, si è strutturato il lavoro in quattro capitoli nei quali il filo rosso della trattazione è rappresentato, innanzitutto, al primo dall’analisi del contesto normativo, nazionale ed internazionale, che ha rappresentato la spinta evolutiva dei modelli di prevenzione. Nel successivo, si è esaminata l’incidenza che tale massiva regolamentazione ha sulla governance delle imprese, tanto relativa alla struttura organizzativa e ai sistemi di controllo che le stesse sono portate a scegliere per obblighi o opportunità di conformità, quanto per l’influenza che ciò ha sulla scelta degli amministratori e dei dirigenti. Nel terzo è stato approfondito il tema del ritorno sociale dell’adozione dei modelli di gestione e controllo, nonché di prevenzione della corruzione. L’impatto sulla comunità, o in senso più ampio sulla società, può essere importante. D’altra parte, come affrontato nel quarto – ed ultimo capitolo – tali strumenti possono determinare un più corretto funzionamento del mercato. «In definitiva, per combattere la corruzione è necessario riporre fiducia soprattutto nelle politiche di prevenzione e promuovere, per il tramite della trasparenza, quel controllo sociale diffuso, che si è dimostrato, specialmente nelle più virtuose esperienze europee, lo strumento più valido allo scardinamento del malaffare» 2 . Pertanto, tali modelli sono un utile strumento di attuazione della legalità costituzionale, che presuppongono un’attività fondamentale da parte dell’interprete. Dell’attività di quest’ultimo si sono indagati i principi, costituzionalmente riconosciuti, posti a fondamento di quelle scala di valori che l’interprete, appunto, deve sempre tenere a mente nella corretta valutazione del caso concreto, operando quel bilanciamento di interessi necessario alla realizzazione e tutela della persona in un ordinamento che consenta, riconoscendolo e tutelandoli, l’attuazione fattuale del sistema assiologico in tutta la sua complessità e capillarità presente nell’ordinamento.

Strumenti normativi e modelli organizzativi di prevenzione della corruzione nella legalità costituzionale.

ASCIONE, CIRO
2023-05-23

Abstract

Il lavoro muove dalla spinta regolamentare-normativa all’adozione di strumenti di gestione e controllo per assicurare scelte di policies di gestione improntate all’etica e alla legalità, nonché alla prevenzione della corruzione e/o fenomeni illeciti in genere, che riguardano il mondo dell’imprenditoria, della Pubblica Amministrazione e le relazioni tra questi due ambiti di interesse. Quanto appena evidenziato, unito all’attuale complessità delle organizzazioni aziendali, per le stesse rappresenta o può rappresentare un vincolo decisionale o - ancor più grave - un «rischio», data la concreta possibilità di assumere decisioni non conformi alle norme vigenti. Ancora più recentemente è intervenuto il quadro regolatorio UE che, insieme agli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha aumentato notevolmente gli obblighi in materia di compliance in generale con grande accento a sostenibilità, ESG e green economy. Obiettivo generale della ricerca è stato il riscontro «sul campo», l’implementazione dei modelli di prevenzione e/o controllo previsti dalle norme indicate, nonché l'obbligo - possibile - per le imprese di sistemi di compliance e di responsabilità sociale d’impresa, unitamente a temi di prevenzione della corruzione, quali strumenti per l’attuazione della legalità costituzionale, intesa come effettiva attuazione dei principi di pari dignità sociale e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Va in questa direzione la scelta di adottare tali modelli - finalizzati ad evitare la commissione dei reati necessari, e a prevenire la corruzione - o comunque l’adozione di strumenti attuativi di responsabilità sociale d’impresa, rappresentanti per le aziende non un costo, ma un investimento per una migliore gestione. In tal senso, allora, certamente, la diffusione di tali strumenti di controllo costituisce per i cittadini un passo avanti per l’attuazione concreta e diffusa di principi di legalità costituzionale1 , quali l'uguaglianza davanti alla legge e la pari dignità sociale. Con questa idea di partenza, si è strutturato il lavoro in quattro capitoli nei quali il filo rosso della trattazione è rappresentato, innanzitutto, al primo dall’analisi del contesto normativo, nazionale ed internazionale, che ha rappresentato la spinta evolutiva dei modelli di prevenzione. Nel successivo, si è esaminata l’incidenza che tale massiva regolamentazione ha sulla governance delle imprese, tanto relativa alla struttura organizzativa e ai sistemi di controllo che le stesse sono portate a scegliere per obblighi o opportunità di conformità, quanto per l’influenza che ciò ha sulla scelta degli amministratori e dei dirigenti. Nel terzo è stato approfondito il tema del ritorno sociale dell’adozione dei modelli di gestione e controllo, nonché di prevenzione della corruzione. L’impatto sulla comunità, o in senso più ampio sulla società, può essere importante. D’altra parte, come affrontato nel quarto – ed ultimo capitolo – tali strumenti possono determinare un più corretto funzionamento del mercato. «In definitiva, per combattere la corruzione è necessario riporre fiducia soprattutto nelle politiche di prevenzione e promuovere, per il tramite della trasparenza, quel controllo sociale diffuso, che si è dimostrato, specialmente nelle più virtuose esperienze europee, lo strumento più valido allo scardinamento del malaffare» 2 . Pertanto, tali modelli sono un utile strumento di attuazione della legalità costituzionale, che presuppongono un’attività fondamentale da parte dell’interprete. Dell’attività di quest’ultimo si sono indagati i principi, costituzionalmente riconosciuti, posti a fondamento di quelle scala di valori che l’interprete, appunto, deve sempre tenere a mente nella corretta valutazione del caso concreto, operando quel bilanciamento di interessi necessario alla realizzazione e tutela della persona in un ordinamento che consenta, riconoscendolo e tutelandoli, l’attuazione fattuale del sistema assiologico in tutta la sua complessità e capillarità presente nell’ordinamento.
23-mag-2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/483644
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