The analysis focuses upon the antinomies of “adult stage” dimension of capitalist system regarding the contract of employment. This point of view orients the scientific study towards relationship between employee and real time of economic process. The interpretative research approach to analyze working activity in connection with working time is a fundamental (but not necessary) criteria for Courts. A particular aspect of employment contract, the continuity of contract, allows a more critical perspective about the performance at work. The starting point of traditional dogmatic overview of individual employment law is the contractual obligation and it’s useful just to explain how arise the employer’s power, but it isn’t to limit it, especially when worker and employer have to bargain around available time. The dualistic idea to distinguish working time and rest periods doesn’t pay attention to other type of working time, like available time. Against this dualistic theoretical plan plays a significant role the enduring power of managerial control on period of time that every worker spends non only at workplace. The contractual connection it’s not able to regulate alone the work/life balance. The essay examines the idea of economic dependence and social subordination like instruments to clarify the lack countervailing force in the economic decision making and in technical process. In this context emerge the importance of an old category, the cooperation (ex art.2094 c.c.), and its relational meaning to explicate the framework of immaterial labour. The concept of productive labour might have to be extended to all social times which participate to every phases of social and economical re-production: for example in the cognitive, communicative or affective dimensions in which is paradigmatic the self-regulation job, founded by a coproduction of services. This way suggest a progressive and general evaluation of core genuine standard of self-employment contract. Immaterial labour is a concrete formula upon the work’s metamorphoses, it’s a way to focus the analysis on some precise trends: every goods can became a service, every service disclose a productive relation and every relation involve linguistic instruments and affects. These evolutions bring about increasing not measured work, which is difficult to quantify in accordance with traditional criteria to calculate working time. Scholarship and judgment must rethink the notion of productive time and a different kind of citizen’s income, by comparison with previous Ford’s age.

Il saggio focalizza l’attenzione sulle antinomie che attraversano lo “stadio adulto” del sistema capitalistico con particolare riguardo al contratto di lavoro. Questa peculiare prospettiva orienta l’analisi scientifica verso il rapporto fra individuo lavoratore e tempo oggettivo del processo economico. Proprio questo piano interpretativo consente di leggere l’attività di lavoro attraverso il dispiegarsi nel tempo della prestazione, fondamentale (ma non necessario) criterio di valutazione giurisprudenziale delle energie lavorative erogate. In particolare, considerazioni sul problema del valore qualificatorio della continuità nella ricostruzione del contratto di lavoro con vincolo di subordinazione permettono il recupero di una prospettiva più critica verso ciò che attiene alla fase dell’esecuzione della prestazione. Il tradizionale punto di partenza della dogmatica contrattuale, costruito sulla teoria delle obbligazioni, può risultare utile per spiegare come si configura il potere del datore, ma risulta meno persuasivo con riferimento all’ipotesi secondo cui il contratto sarebbe idoneo a limitare l’ingerenza del datore sul tempo disponibile. L’idea binaria di separare un tempo/orario di lavoro rispetto agli altri periodi che residuano rispetto alla stretta attività lavorativa non tiene nel debito conto quelle aree temporali non disciplinate dal regolamento contrattuale degli interessi, ovvero i tempi disponibili. Contro questa impostazione dualistica svolge un ruolo significativo il potere continuativo di controllo del datore di lavoro, esercitato anche su fasi della vita che ogni lavoratore trascorre fuori dal luogo di lavoro. Il nesso contrattuale non può da solo regolare il bilanciamento tra spazio vitale e lavoro. Il saggio rilegge l’idea di dipendenza economica e di subordinazione sociale come strumenti per chiarire l’assenza di controllo da parte dei lavoratori subordinati in merito ai tempi di decisione sia all’interno delle strutture produttive sia sui processi tecnici. In questo contesto emerge l’importanza di una vecchia categoria, quella della collaborazione (ex art.2094 c.c.) e del significato relazionale del termine, decisivo per spiegare la struttura dei nuovi lavori immateriali. Il concetto di lavoro produttivo dovrebbe essere esteso a tutti i tempi sociali che partecipano ad ogni fase di riproduzione sociale ed economica: si pensi a tutte quelle attività nelle quali la dimensione cognitiva, comunicativa e affettiva del lavoro è dominante e dove potrebbero svilupparsi forme inedite di autogestione del lavoro, fondate su una coproduzione di servizi. Da qui potrebbe scaturire una progressiva valorizzazione generalizzata verso indicatori (genuini) di autonomia dell’attività lavorativa. Con la formula lavoro immateriale si concretizza la possibilità di assumere al centro dell’analisi delle trasformazioni del lavoro la tendenza che vede ogni merce trasformarsi in servizio, ogni servizio rivelarsi come relazione produttiva e ogni relazione organizzarsi nel linguaggio e negli affetti. Queste evoluzioni si traducono in una crescita del lavoro non misurato e difficilmente quantificabile secondo i criteri tradizionali della sua misura. Si tratta di uno degli elementi che devono condurre la dottrina e la giurisprudenza a ripensare globalmente la nozione di tempo del lavoro produttivo e quella di reddito rispetto all’epoca fordista.

Fuga dal tempo misurato: il contratto di lavoro tra subordinazione e lavoro immateriale

SIOTTO Federico
2010-01-01

Abstract

The analysis focuses upon the antinomies of “adult stage” dimension of capitalist system regarding the contract of employment. This point of view orients the scientific study towards relationship between employee and real time of economic process. The interpretative research approach to analyze working activity in connection with working time is a fundamental (but not necessary) criteria for Courts. A particular aspect of employment contract, the continuity of contract, allows a more critical perspective about the performance at work. The starting point of traditional dogmatic overview of individual employment law is the contractual obligation and it’s useful just to explain how arise the employer’s power, but it isn’t to limit it, especially when worker and employer have to bargain around available time. The dualistic idea to distinguish working time and rest periods doesn’t pay attention to other type of working time, like available time. Against this dualistic theoretical plan plays a significant role the enduring power of managerial control on period of time that every worker spends non only at workplace. The contractual connection it’s not able to regulate alone the work/life balance. The essay examines the idea of economic dependence and social subordination like instruments to clarify the lack countervailing force in the economic decision making and in technical process. In this context emerge the importance of an old category, the cooperation (ex art.2094 c.c.), and its relational meaning to explicate the framework of immaterial labour. The concept of productive labour might have to be extended to all social times which participate to every phases of social and economical re-production: for example in the cognitive, communicative or affective dimensions in which is paradigmatic the self-regulation job, founded by a coproduction of services. This way suggest a progressive and general evaluation of core genuine standard of self-employment contract. Immaterial labour is a concrete formula upon the work’s metamorphoses, it’s a way to focus the analysis on some precise trends: every goods can became a service, every service disclose a productive relation and every relation involve linguistic instruments and affects. These evolutions bring about increasing not measured work, which is difficult to quantify in accordance with traditional criteria to calculate working time. Scholarship and judgment must rethink the notion of productive time and a different kind of citizen’s income, by comparison with previous Ford’s age.
2010
Il saggio focalizza l’attenzione sulle antinomie che attraversano lo “stadio adulto” del sistema capitalistico con particolare riguardo al contratto di lavoro. Questa peculiare prospettiva orienta l’analisi scientifica verso il rapporto fra individuo lavoratore e tempo oggettivo del processo economico. Proprio questo piano interpretativo consente di leggere l’attività di lavoro attraverso il dispiegarsi nel tempo della prestazione, fondamentale (ma non necessario) criterio di valutazione giurisprudenziale delle energie lavorative erogate. In particolare, considerazioni sul problema del valore qualificatorio della continuità nella ricostruzione del contratto di lavoro con vincolo di subordinazione permettono il recupero di una prospettiva più critica verso ciò che attiene alla fase dell’esecuzione della prestazione. Il tradizionale punto di partenza della dogmatica contrattuale, costruito sulla teoria delle obbligazioni, può risultare utile per spiegare come si configura il potere del datore, ma risulta meno persuasivo con riferimento all’ipotesi secondo cui il contratto sarebbe idoneo a limitare l’ingerenza del datore sul tempo disponibile. L’idea binaria di separare un tempo/orario di lavoro rispetto agli altri periodi che residuano rispetto alla stretta attività lavorativa non tiene nel debito conto quelle aree temporali non disciplinate dal regolamento contrattuale degli interessi, ovvero i tempi disponibili. Contro questa impostazione dualistica svolge un ruolo significativo il potere continuativo di controllo del datore di lavoro, esercitato anche su fasi della vita che ogni lavoratore trascorre fuori dal luogo di lavoro. Il nesso contrattuale non può da solo regolare il bilanciamento tra spazio vitale e lavoro. Il saggio rilegge l’idea di dipendenza economica e di subordinazione sociale come strumenti per chiarire l’assenza di controllo da parte dei lavoratori subordinati in merito ai tempi di decisione sia all’interno delle strutture produttive sia sui processi tecnici. In questo contesto emerge l’importanza di una vecchia categoria, quella della collaborazione (ex art.2094 c.c.) e del significato relazionale del termine, decisivo per spiegare la struttura dei nuovi lavori immateriali. Il concetto di lavoro produttivo dovrebbe essere esteso a tutti i tempi sociali che partecipano ad ogni fase di riproduzione sociale ed economica: si pensi a tutte quelle attività nelle quali la dimensione cognitiva, comunicativa e affettiva del lavoro è dominante e dove potrebbero svilupparsi forme inedite di autogestione del lavoro, fondate su una coproduzione di servizi. Da qui potrebbe scaturire una progressiva valorizzazione generalizzata verso indicatori (genuini) di autonomia dell’attività lavorativa. Con la formula lavoro immateriale si concretizza la possibilità di assumere al centro dell’analisi delle trasformazioni del lavoro la tendenza che vede ogni merce trasformarsi in servizio, ogni servizio rivelarsi come relazione produttiva e ogni relazione organizzarsi nel linguaggio e negli affetti. Queste evoluzioni si traducono in una crescita del lavoro non misurato e difficilmente quantificabile secondo i criteri tradizionali della sua misura. Si tratta di uno degli elementi che devono condurre la dottrina e la giurisprudenza a ripensare globalmente la nozione di tempo del lavoro produttivo e quella di reddito rispetto all’epoca fordista.
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