L’active packaging è un concetto innovativo di imballaggio alimentare, a cui sono state associate tutte quelle soluzioni di packaging che costantemente ed attivamente interagiscono con l’atmosfera interna di un imballaggio, variando la composizione quali-quantitativa dello spazio di testa mediante il rilascio di antimicrobici, antiossidanti o altre sostanze bioattive [1]. Nel regno vegetale ci sono diverse piante che contengono miscele di sostanze con una nota e riconosciuta azione antimicrobica e antiossidante. Mediante l’estrazione in fase supercritica (SFE) o l’idrodistillazione o l’estrazione con ultrasuoni è possibile ottenere degli estratti bioattivi. Tra gli alimenti considerati di fondamentale importanza nella piramide alimentare c’è sicuramente la carne, fonte di proteine di origine animale e di aminoacidi essenziali, di vitamine del gruppo B, di ferro emico e di vari minerali. La sua conservabilità e quindi il mantenimento dei suoi principi nutritivi richiedono particolare attenzione e condizioni controllate, in quanto l’elevato contenuto in acqua (50-79%) fa della carne fresca un ambiente ideale per lo sviluppo dei microrganismi. Le ammine biogene sono considerate a tutti gli effetti un marker ideale per valutare la freschezza degli alimenti a base proteica come la carne. L’istamina, la putrescina e la tiramina, contenute ad elevati livelli negli alimenti, possono risultare tossiche per l’organismo, soprattutto a livello del sistema nervoso centrale. Le metodologie analitiche per monitorare il tenore di ammine biogene negli alimenti in genere prevedono estrazione dal campione mediante acido tricloroacetico (TCA) o acido perclorico (PCA) [2] e successiva analisi strumentale mediante HPLC-FD e HPLC-DAD previa derivatizzazione con dansil cloruro o o-ftalaldeide. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di sviluppare e validare una metodologia analitica per la determinazione delle ammine biogene nella carne mediante estrazione degli analiti con Ultraturrax, purificazione mediante cartucce SPE a fase inversa ed analisi in HPLC-DAD e HPLC-MS. Una volta validato, il metodo è stato applicato all’analisi di campioni di carne contenuti in imballaggi attivi arricchiti con estratti naturali di piante a varie concentrazioni. Tutto ciò con l’obiettivo di sviluppare un nuova tipologia di active packaging che abbia la capacità di aumentare la shelf life della carne fresca.

Studio di un nuovo sistema di “active packaging” per la carne mediante l’analisi delle ammine biogene via SPE-HPLC-DAD e SPE-HPLC-MS.

Sagratini G.;Caprioli G.;F. Maggi;Vittori S
2010-01-01

Abstract

L’active packaging è un concetto innovativo di imballaggio alimentare, a cui sono state associate tutte quelle soluzioni di packaging che costantemente ed attivamente interagiscono con l’atmosfera interna di un imballaggio, variando la composizione quali-quantitativa dello spazio di testa mediante il rilascio di antimicrobici, antiossidanti o altre sostanze bioattive [1]. Nel regno vegetale ci sono diverse piante che contengono miscele di sostanze con una nota e riconosciuta azione antimicrobica e antiossidante. Mediante l’estrazione in fase supercritica (SFE) o l’idrodistillazione o l’estrazione con ultrasuoni è possibile ottenere degli estratti bioattivi. Tra gli alimenti considerati di fondamentale importanza nella piramide alimentare c’è sicuramente la carne, fonte di proteine di origine animale e di aminoacidi essenziali, di vitamine del gruppo B, di ferro emico e di vari minerali. La sua conservabilità e quindi il mantenimento dei suoi principi nutritivi richiedono particolare attenzione e condizioni controllate, in quanto l’elevato contenuto in acqua (50-79%) fa della carne fresca un ambiente ideale per lo sviluppo dei microrganismi. Le ammine biogene sono considerate a tutti gli effetti un marker ideale per valutare la freschezza degli alimenti a base proteica come la carne. L’istamina, la putrescina e la tiramina, contenute ad elevati livelli negli alimenti, possono risultare tossiche per l’organismo, soprattutto a livello del sistema nervoso centrale. Le metodologie analitiche per monitorare il tenore di ammine biogene negli alimenti in genere prevedono estrazione dal campione mediante acido tricloroacetico (TCA) o acido perclorico (PCA) [2] e successiva analisi strumentale mediante HPLC-FD e HPLC-DAD previa derivatizzazione con dansil cloruro o o-ftalaldeide. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di sviluppare e validare una metodologia analitica per la determinazione delle ammine biogene nella carne mediante estrazione degli analiti con Ultraturrax, purificazione mediante cartucce SPE a fase inversa ed analisi in HPLC-DAD e HPLC-MS. Una volta validato, il metodo è stato applicato all’analisi di campioni di carne contenuti in imballaggi attivi arricchiti con estratti naturali di piante a varie concentrazioni. Tutto ciò con l’obiettivo di sviluppare un nuova tipologia di active packaging che abbia la capacità di aumentare la shelf life della carne fresca.
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