L'esame clinico unitamente agli esami di diagnostica collaterale di laboratorio e di diagnostica per immagine risultano spesso efficaci nel sospettare la presenza di una patologia epatica, ma solo raramente permettono una diagnosi definitiva, per la quale a volte e' necessario ricorrere a tecniche piu' invasive quali l'esame citologico e/o istologico. Inoltre, analogamente a quanto accade per la medicina umana, anche in ambito veterinario si e' cercato di verificare l'effettiva utilita' diagnostica di alcuni marcatori tumorali, nello svelare precocemente i soggetti affetti da neoplasie epatiche primarie o metastatiche. Gli obiettivi che il presente lavoro si e' prefisso sono stati i seguenti: · valutare la sensibilita' e la specificita' di alcuni parametri di biochimica clinica (in particolare di ALT, AST, ALP, γGT e GLDH) e verificarne il grado di correlazione in corso delle principali patologie a livello epatico; · stimare l'accuratezza diagnostica di tecniche poco invasive, quali la FNAB (fine-Needle Aspiration Biopsy) eco-guidata nella diagnosi precoce di alterazioni epatiche; · stabilire l'effettiva utilita' diagnostica in citopatologia di alcune colorazioni speciali quali PAS ed OIL RED-O nel differenziare l'epatopatia vacuolare steroido-indotta da quella da accumulo di lipidi; · cercare di valutare il ruolo diagnostico e prognostico di alcuni marcatori tumorali, quali l'AFP, il CEA ed il CA 19,9, quali indicatori di patologie neoplastiche a carico del fegato. A tale scopo, sono stati analizzati i risultati provenienti da 38 pazienti, tutti appartenenti alla specie canina, che presentavano, sulla scorta dell'esame clinico diretto e/o alla valutazione sierica del profilo epatico sopra elencato, alterazioni compatibili con compromissione epatica. Per meglio allestire una valutazione statistica, e' stato inoltre preso in considerazione un gruppo di 10 cani sani, utilizzati come controllo. I cani oggetto del presente lavoro sono stati sottoposti a prelievo epatico con tecnica di ago-infissione per la valutazione citologica e mediante ago da biopsia per quella istologia. Entrambe le procedure sono state eseguite sotto guida ecografica e con accesso percutaneo. Inoltre su siero si sono eseguite le determinazioni relative ai marcatori tumorali di AFP, CEA e CA 19,9. I risultati relativi alle valutazioni ematobiochimiche hanno mostrato i seguenti valori di: AST ed ALT elevati rispetto ai valori di riferimento rispettivamente in 24 e 15 soggetti, 33 pazienti hanno mostrato aumenti della fosfatasi alcalina ALP, in 30 la γGT ha presentato alterazioni rispetto al range fisiologico. Aumenti dei livelli sierici del GLDH si sono verificati in 25 pazienti. La valutazione citologica ha evidenziato un quadro compatibile con diagnosi di fegato normale in 3 pazienti (Prev. app. 7,89%); patologia infiammatoria in 5 (Prev. app. 13,16%); epatopatia degenerativa vacuolare in 18 (Prev. app. 47,37%); accumulo di pigmento in 17 soggetti (Prev. app. 44,74%); iperplasia in 5 (Prev. app. 13,16%); neoplasia in 11 (Prev. app. 28,95%). Molti dei cani oggetto di tale studio (17/38) hanno presentato, alla valutazione cito-morfologica epatica, un quadro compatibile con piu' di una delle categorie diagnostiche considerate. Dei 18 campioni con diagnosi di epatopatia degenerativa vacuolare, 9 hanno mostrato una netta positivita' alla colorazione PAS e i restanti 9 sono risultati positivi alla OIL RED-O, con valori di sensibilita' e specificita' pari al 100%, rispetto alla valutazione istologica. L'esito dell'esame istologico ha fornito i seguenti risultati: in 3 soggetti il quadro istologico era risultato compatibile con fegato normale (Prev. reale 7,89%); la patologia infiammatoria, si e' riscontrata in 14 cani (Prev. reale 36,84%) e la epatopatia degenerativa vacuolare in 23 pazienti (Prev. reale 60,53%). In 16 soggetti si e' evidenziato accumulo di pigmento (Prev. reale 42,11%); in 4 iperplasia nodulare (Prev. reale 10,53%), mentre in 9 cani l'istologia ha diagnosticato neoplasia primaria o metastatica (Prev. reale 23,68%). Anche in questo caso in 23 soggetti coesistevano piu' categorie diagnostiche. Valori di AFP al di sopra del limite di riferimento, considerato per la specie canina, pari a minus 70 ng/ml, si sono verificati in 13 cani in 5 dei quali major250 ng/ml, mentre nei restanti 8 casi i valori della AFP erano inferiori a 250 ng/ml. Sia il CEA che il CA 19,9 sono risultati non dosabili in nessuno dei pazienti oggetto del nostro studio con valori inferiori a 0,5 ng/ml e minus 1 U/ml. Nei campioni compatibili con patologia infiammatoria, accumulo di pigmento e neoplasia tutti i parametri di biochimica clinica hanno mostrato una differenza significativa ( minus 0,05) tra i due gruppi considerati. Nei soggetti con fegato normale, epatopatia degenerativa vacuolare ed iperplasia gli unici parametri di biochimica clinica che hanno mostrato differenze significative ( minus 0,05) tra i due gruppi sono stati la ALP e la GLDH. Dai risultati ottenuti confrontando l'affidabilita' dell'esame citopatologico con quello istopatologico, emerge come la sensibilita' dell'esame citologico si e' attestata su valori variabili compresi tra il 35,71% (in corso di lesioni infiammatorie) ed il 100%, (fegato normale, accumulo di pigmento e condizione neoplastica). Nei campioni con diagnosi istologica di epatopatia degenerativa vacuolare la sensibilita' della citologia e' risultata pari al 78,26%. La sensibilita' e la specificita' delle colorazioni PAS ed OIL RED-O nel differenziare le lesioni steroido-indotte da quelle causate dall'accumulo di lipidi sono risultate entrambe pari al 100%. La specificita' dell'esame citologico ha mostrato valori variabili dal 91,18% (iperplasia epatocellulare) al 100% (fegato normale, condizione infiammatoria e epatopatia degenerativa vacuolare). I risultati ottenuti dalla valutazione del profilo ematico ci portano a considerare come, analogamente a quanto riportato in letteratura, i parametri biochimici da noi considerati, non hanno mostrato alcuna specificita' nel permettere di differenziare un evento neoplastico da una condizione infiammatoria o degenerativa a carico del fegato. La frequente presenza in uno stesso campione di pia'¹ tipi di lesioni per le quali il test citologico mostra sensibilita' e specificita' discordanti e la bassa sensibilita' riscontrata per maggior parte delle categorie diagnostiche, esclude l'utilizzo della metodica citologica quale valida sostituta a quella istologica. L'elevata sensibilita' e specificita' dimostrate dalle colorazioni PAS ed OIL RED-O nella corretta interpretazione delle strutture vacuolari intracitoplasmatiche, ne suggeriscono l'impiego nella pratica citologica quale valido ausilio diagnostico nel differenziare i casi con epatopatia steroido-indotta da quelli con lipidosi. Contrariamente a quanto descritto in letteratura, i risultati estrapolati dalla valutazione dell'AFP nei soggetti in esame, hanno mostrato i limiti di tale determinazione nel discriminare i soggetti con neoplasia epatica da quelli con epatite. I risultati ottenuti dalle valutazioni di CEA e di CA 19,9 eseguiti con metodiche routinariamente utilizzate nella diagnostica oncologica umana, ne suggeriscono la non applicabilita' in medicina veterinaria.
CORRELAZIONE TRA PARAMETRI BIOCHIMICI, CITOLOGICI ED ISTOLOGICI IN CORSO DI PATOLOGIE EPATICHE NEL CANE [CORRELATION BETWEEN BIOCHEMICAL, CYTOLOGICAL AND HYSTOLOGICAL PARAMETERS IN THE HEPATIC DISEASES OF DOGS]
BERIBE', Francesca
2007-01-01
Abstract
L'esame clinico unitamente agli esami di diagnostica collaterale di laboratorio e di diagnostica per immagine risultano spesso efficaci nel sospettare la presenza di una patologia epatica, ma solo raramente permettono una diagnosi definitiva, per la quale a volte e' necessario ricorrere a tecniche piu' invasive quali l'esame citologico e/o istologico. Inoltre, analogamente a quanto accade per la medicina umana, anche in ambito veterinario si e' cercato di verificare l'effettiva utilita' diagnostica di alcuni marcatori tumorali, nello svelare precocemente i soggetti affetti da neoplasie epatiche primarie o metastatiche. Gli obiettivi che il presente lavoro si e' prefisso sono stati i seguenti: · valutare la sensibilita' e la specificita' di alcuni parametri di biochimica clinica (in particolare di ALT, AST, ALP, γGT e GLDH) e verificarne il grado di correlazione in corso delle principali patologie a livello epatico; · stimare l'accuratezza diagnostica di tecniche poco invasive, quali la FNAB (fine-Needle Aspiration Biopsy) eco-guidata nella diagnosi precoce di alterazioni epatiche; · stabilire l'effettiva utilita' diagnostica in citopatologia di alcune colorazioni speciali quali PAS ed OIL RED-O nel differenziare l'epatopatia vacuolare steroido-indotta da quella da accumulo di lipidi; · cercare di valutare il ruolo diagnostico e prognostico di alcuni marcatori tumorali, quali l'AFP, il CEA ed il CA 19,9, quali indicatori di patologie neoplastiche a carico del fegato. A tale scopo, sono stati analizzati i risultati provenienti da 38 pazienti, tutti appartenenti alla specie canina, che presentavano, sulla scorta dell'esame clinico diretto e/o alla valutazione sierica del profilo epatico sopra elencato, alterazioni compatibili con compromissione epatica. Per meglio allestire una valutazione statistica, e' stato inoltre preso in considerazione un gruppo di 10 cani sani, utilizzati come controllo. I cani oggetto del presente lavoro sono stati sottoposti a prelievo epatico con tecnica di ago-infissione per la valutazione citologica e mediante ago da biopsia per quella istologia. Entrambe le procedure sono state eseguite sotto guida ecografica e con accesso percutaneo. Inoltre su siero si sono eseguite le determinazioni relative ai marcatori tumorali di AFP, CEA e CA 19,9. I risultati relativi alle valutazioni ematobiochimiche hanno mostrato i seguenti valori di: AST ed ALT elevati rispetto ai valori di riferimento rispettivamente in 24 e 15 soggetti, 33 pazienti hanno mostrato aumenti della fosfatasi alcalina ALP, in 30 la γGT ha presentato alterazioni rispetto al range fisiologico. Aumenti dei livelli sierici del GLDH si sono verificati in 25 pazienti. La valutazione citologica ha evidenziato un quadro compatibile con diagnosi di fegato normale in 3 pazienti (Prev. app. 7,89%); patologia infiammatoria in 5 (Prev. app. 13,16%); epatopatia degenerativa vacuolare in 18 (Prev. app. 47,37%); accumulo di pigmento in 17 soggetti (Prev. app. 44,74%); iperplasia in 5 (Prev. app. 13,16%); neoplasia in 11 (Prev. app. 28,95%). Molti dei cani oggetto di tale studio (17/38) hanno presentato, alla valutazione cito-morfologica epatica, un quadro compatibile con piu' di una delle categorie diagnostiche considerate. Dei 18 campioni con diagnosi di epatopatia degenerativa vacuolare, 9 hanno mostrato una netta positivita' alla colorazione PAS e i restanti 9 sono risultati positivi alla OIL RED-O, con valori di sensibilita' e specificita' pari al 100%, rispetto alla valutazione istologica. L'esito dell'esame istologico ha fornito i seguenti risultati: in 3 soggetti il quadro istologico era risultato compatibile con fegato normale (Prev. reale 7,89%); la patologia infiammatoria, si e' riscontrata in 14 cani (Prev. reale 36,84%) e la epatopatia degenerativa vacuolare in 23 pazienti (Prev. reale 60,53%). In 16 soggetti si e' evidenziato accumulo di pigmento (Prev. reale 42,11%); in 4 iperplasia nodulare (Prev. reale 10,53%), mentre in 9 cani l'istologia ha diagnosticato neoplasia primaria o metastatica (Prev. reale 23,68%). Anche in questo caso in 23 soggetti coesistevano piu' categorie diagnostiche. Valori di AFP al di sopra del limite di riferimento, considerato per la specie canina, pari a minus 70 ng/ml, si sono verificati in 13 cani in 5 dei quali major250 ng/ml, mentre nei restanti 8 casi i valori della AFP erano inferiori a 250 ng/ml. Sia il CEA che il CA 19,9 sono risultati non dosabili in nessuno dei pazienti oggetto del nostro studio con valori inferiori a 0,5 ng/ml e minus 1 U/ml. Nei campioni compatibili con patologia infiammatoria, accumulo di pigmento e neoplasia tutti i parametri di biochimica clinica hanno mostrato una differenza significativa ( minus 0,05) tra i due gruppi considerati. Nei soggetti con fegato normale, epatopatia degenerativa vacuolare ed iperplasia gli unici parametri di biochimica clinica che hanno mostrato differenze significative ( minus 0,05) tra i due gruppi sono stati la ALP e la GLDH. Dai risultati ottenuti confrontando l'affidabilita' dell'esame citopatologico con quello istopatologico, emerge come la sensibilita' dell'esame citologico si e' attestata su valori variabili compresi tra il 35,71% (in corso di lesioni infiammatorie) ed il 100%, (fegato normale, accumulo di pigmento e condizione neoplastica). Nei campioni con diagnosi istologica di epatopatia degenerativa vacuolare la sensibilita' della citologia e' risultata pari al 78,26%. La sensibilita' e la specificita' delle colorazioni PAS ed OIL RED-O nel differenziare le lesioni steroido-indotte da quelle causate dall'accumulo di lipidi sono risultate entrambe pari al 100%. La specificita' dell'esame citologico ha mostrato valori variabili dal 91,18% (iperplasia epatocellulare) al 100% (fegato normale, condizione infiammatoria e epatopatia degenerativa vacuolare). I risultati ottenuti dalla valutazione del profilo ematico ci portano a considerare come, analogamente a quanto riportato in letteratura, i parametri biochimici da noi considerati, non hanno mostrato alcuna specificita' nel permettere di differenziare un evento neoplastico da una condizione infiammatoria o degenerativa a carico del fegato. La frequente presenza in uno stesso campione di pia'¹ tipi di lesioni per le quali il test citologico mostra sensibilita' e specificita' discordanti e la bassa sensibilita' riscontrata per maggior parte delle categorie diagnostiche, esclude l'utilizzo della metodica citologica quale valida sostituta a quella istologica. L'elevata sensibilita' e specificita' dimostrate dalle colorazioni PAS ed OIL RED-O nella corretta interpretazione delle strutture vacuolari intracitoplasmatiche, ne suggeriscono l'impiego nella pratica citologica quale valido ausilio diagnostico nel differenziare i casi con epatopatia steroido-indotta da quelli con lipidosi. Contrariamente a quanto descritto in letteratura, i risultati estrapolati dalla valutazione dell'AFP nei soggetti in esame, hanno mostrato i limiti di tale determinazione nel discriminare i soggetti con neoplasia epatica da quelli con epatite. I risultati ottenuti dalle valutazioni di CEA e di CA 19,9 eseguiti con metodiche routinariamente utilizzate nella diagnostica oncologica umana, ne suggeriscono la non applicabilita' in medicina veterinaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.