L'ambito generale di ricerca in cui si inserisce la tesi e' quello della ristrutturazione delle destinazioni turistiche consolidate del Mediterraneo. In particolare l'indagine si concentra sugli spazi turistici costieri destinati al turismo balneare di massa costruiti negli anni ‘60-'70. Alla luce delle evoluzioni recenti, sia in campo turistico che in quello dell'abitare, la tesi si propone di rileggere questi particolari insediamenti urbani con la finalita' di intercettare nuove interpretazioni e, quindi, nuove strategie di intervento in un'ottica propositiva che vada oltre il turismo balneare. In Europa, dagli anni '50, la costruzione degli spazi per la vacanza balneare ha modificato il panorama dei litorali e l'assetto delle citta' costiere mostrando le potenzialita' del turismo come fenomeno complesso ed in continua evoluzione capace di innescare processi di cambiamento nelle dinamiche di trasformazione urbana. Con il consolidamento del turismo internazionale come fenomeno sociale di massa, il turismo, l'architettura e le trasformazioni urbane si legano e si condizionano a vicenda stabilendo relazioni sempre piu' complesse che invadono l'intero territorio con cui convivono. Le dilatazioni urbane pia'¹ incisive per il paesaggio costiero italiano si determinano nei decenni 1960-1970, in concomitanza con lo sviluppo del turismo balneare di massa. Il processo di modernizzazione, sorretto dalle idee di un florido destino collettivo basato principalmente sulla produzione e sul consumo, incoraggia in modo convincente la crescita del turismo balneare ed incentiva alla valorizzazione dei luoghi focalizzando l'attenzione principale su determinate necessita' prevalenti legate al tempo libero: lo svago, il piacere, il divertimento. Questa tendenza si traduce anche nella costruzione di nuovi episodi urbani (quartieri e citta' intere) dedicati alle esigenze specifiche di un turismo in crescita rivolto prevalentemente al consumo stagionale della vacanza. Nei primi anni '80, mentre il turismo continua ad evolvere come settore economico e come pratica sociale, nelle coste del Mediterraneo inizia a presentarsi l'esigenza di rinnovare e di rivitalizzare le destinazioni turistiche balneari gia' consolidate e in fase di stagnazione. A tale scopo si adottarono principalmente tre strategie per rianimare il diffuso modello turistico beach and sun: la prima si concentrava sul miglioramento dell'offerta del patrimonio ricettivo, spesso riproponendo il paradigma di sviluppo dominante dagli anni '60 caratterizzato dall'edificazione di nuovi spazi ed edifici destinati all'uso specifico e sostenuta da un elevato mercato immobiliare; la seconda proponeva l'incremeno dei servizi di divertimento come formula di diversificazione e differenziazione dell'offerta turistica; la terza mirava a sfruttare altre risorse del territorio promuovendo forme alternative di turismo come quello culturale, rurale o piu' strettamente relazionato con la natura. In generale, si trattava di azioni concentrate sul rinnovo dell'offerta turistica che erano state proposte per il litorale britannico e che risentivano delle varie teorie formulate sullo sviluppo del ciclo di vita degli spazi turistici. I principali riferimenti, infatti, per misurare lo stato di evoluzione delle destinazioni balneari, per individuare le cause di declino e per intercettare le strategie di rinnovo, furono i molti contributi delle ricerche anglosassoni che si erano sviluppate soprattutto in campo geografico. In questi decenni che ci dividono dal periodo di ‘boom economico', si e' alimentato un certo fervore di studi sul fenomeno turistico nei vari ambiti in cui esso si dirama, in particolare in economica, geografia e sociologia; in architettura ed in urbanistica la ricerca e' stata meno vivace, seppur scandita da riflessioni ricorrenti e da progetti di notevole impegno professionale, sia perche' l'operativita' rivolta al turismo e' stata spesso associata ad un settore disciplinare obbediente a logiche speculative di mercato e, pertanto, al margine degli approfondimenti di tipo ‘intellettuale', sia per il fatto che gli Enti di governo del territorio hanno considerato il fenomeno e le azioni di ‘valorizzazione turistica' prevalentemente come catalizzatori di crescita economica sottovalutandone, quasi sempre, le ricadute sul sistema urbano e le interazioni con le trasformazioni fisiche delle citta'. Dai due numeri di Casabella che E. N. Rogers dedico' alle coste italiane e dalle fotografie di Italo Zannier per la serie di volumi Coste d'Italia sono passati quasi cinquant'anni, tuttavia i litorali sono ancora oggetto di riflessione. Anzi, alle nuove e numerose problematiche che affliggono la qualita' ambientale si sovrappongono le questioni ancora aperte ereditate da un lungo periodo di turismo di massa (in alcuni casi non ancora completamente scomparso) come il consumo di suolo, la mancanza di servizi e di standards urbani adeguati che mettono in evidenza il fallimento generale delle misure di tutela e degli strumenti urbanistici. Dal turismo di massa ad oggi, le profonde trasformazioni intervenute nelle logiche organizzative delle attivita' turistiche e degli insediamenti urbani hanno determinato l'esigenza di rivedere i modelli teorici posti a riferimento delle analisi sull'evoluzione dello spazio turistico ed anche l'interpretazione delle relazioni tra turismo e territorio. La ricerca affronta le questioni relative alla ristrutturazione / rinnovo / riciclaggio delle destinazioni balneari nate per soddisfare il turismo di massa riconoscendo il turismo come fenomeno sociale-relazionale con altissima capacita' di organizzazione spaziale del territorio, come un complesso di dinamiche a scale multiple e collegate a tutti gli ambienti dell'abitare e, pertanto, inevitabilmente connesso al progetto urbano e architettonico. Dagli studi sociali sul turismo e sulle migrazioni e' scaturita una nuova prospettiva, quella del ‘new mobilities paradigm' che propone come chiave di lettura della societa' contemporanea il concetto di mobilita'; essa viene assunta nella sua pluridimensionalita' per definire sia il movimento su scala globale, sia gli spostamenti quotidiani su scala locale di persone, merci, denaro, informazione, comunicazioni e immagini. L'evoluzione del turismo, dalla sua definizione come fenomeno di ‘massa' al suo ripensamento attraverso il ‘nuovo concetto delle mobilita'', porta alla dissolvenza dei confini fra sfere sociali un tempo distinte, in particolare tra turisti ed abitanti. A cadere e' soprattutto la differenza tra la dimensione del ‘viaggio' e quella della ‘casa' nel senso che l'insieme e l'interconnessione dei vari sistemi di mobilita', fisiche e simboliche, tendono a generare non piu' solo ‘contenitori' organizzati per il tempo libero e la vacanza, ma spazi e miscele complesse di nodi, flussi, relazioni e, quindi, paesaggi. D'altro canto, con l'avvento della societa' delle reti, i cambiamenti nella morfologia fisica delle citta', che si sono sommati nel corso del XX secolo, possono essere attribuiti alle trasformazioni radicali nell'organizzazione della vita quotidiana. Ogni passaggio evolutivo della citta', da quella tradizionale a quella attuale, e' stato accompagnato da nuove popolazioni urbane. Nel divenire da ‘metropoli di prima generazione', con i suoi abitanti e pendolari, a quella attuale, sempre piu' dipendente dalle ‘Non Resident Population', si sono alimentati due macroprocessi come espressione fisica dei rapporti che le nuove popolazioni (figure sociali miste), stabiliscono con lo spazio urbano: la recessione dei confini della citta' e la progressiva erosione del legame tra gruppo sociale e spazio abitato. Nell'ipotesi, dunque, che ad alimentare le trasformazioni morfologiche fisiche delle attuali conurbazioni costiere siano nuove forme di urbanita' che si originano da rapporti inediti tra le nuove popolazioni e gli spazi abitati, la tesi sostiene un nuovo approccio: se a grande scala il binomio spiaggia-densita' del costruito definisce diverse topografie insediative turistiche che accomunano molti litorali edificati e che rendono riconoscibili le facciate di tante parti della ‘megalopoli' che si affaccia sul Mediterraneo, a scala piu' ravvicinata la mobilita' estensiva e convenzionale del turismo di massa ha provocato la sovrapposizione tra la cultura ‘allargata' del tempo libero e le ‘nuove popolazioni abitanti' e cio' suggerisce di riorientare lo sguardo per intercettare rinnovate potenzialita' turistiche e/o diverse specificita' degli insediamenti abitati vicino al mare. Citta' stagionali, dunque, non solo perche' turistiche e vivaci solo nei mesi estivi, ma anche percha'¨ abitate e ri-create da nuovi usuari ‘fluttuanti'. In quest'ottica, il primo obiettivo della tesi e' quello di rintracciare le relazioni che questi insediamenti stabiliscono con gli assetti urbani contemporanei. Molte citta' costiere, infatti, devono ormai confrontarsi con la necessita' di riqualificare intere parti di questo tessuto edilizio, non solo perche' subiscono una progressiva perdita di attrazione come bacini di accoglienza turistica, ma perche' la loro impronta propone un repertorio di soluzioni spaziali che oggi reclamano di essere traghettate al contemporaneo. La componente prevalentemente monofunzionale di queste aree edificate poco urbane e nemmeno rurali, la loro generica connotazione spaziale e insediativa, la prossimita' ad un ‘attrattore' che e' anche un limite geografico naturale invalicabile, la vitalita' ciclica affidata a una prassi consolidata di un turismo in via di estinzione, le nuove forme di urbanita' che esse accolgono, le migrazioni recenti, le criticita' di alcune situazioni in cui si riflettono i possibili attriti tra pratica turistica ed habitat stanziale, sono alcune delle osservazioni che motivano il secondo obiettivo: cercare nuove interpretazioni per le destinazioni turistiche balneari in fase di stagnazione o gia' in declino attraverso una rilettura critica delle strategie adottate negli insediamenti costieri ereditati da un lungo periodo di turismo di massa. La struttura della ricerca e' articolata in quattro parti. Sono quattro momenti diversi di indagine che insieme rispondono alla finalita' principale della tesi, cioe' quella di intercettare nuove logiche di intervento per gli insediamenti balneari costieri che si sono consolidati su una pratica turistica intermittente. La prima parte delinea un quadro retrospettivo dei fatti e delle forme che hanno sostanziato, dagli anni '50 in poi, la costruzione degli insediamenti balneari mettendo in evidenza la relazione turista – spazio edificato e come, nel tempo, l'evoluzione del turismo abbia prodotto modelli insediativi balneari diversi. La seconda parte risponde all'esigenza di osservare i casi di ristrutturazione e le strategie adottate per rivitalizzare le destinazioni balneari mature con la finalita' di distillare gli approcci pia'¹ ‘evoluti', quelli che abbiano saputo vedere, cioe', oltre l'uso turistico esclusivo conferendo qualita' a nuovi spazi urbani ed architetture coerenti con le evoluzioni contemporanee di una societa' sempre pia'¹ mobile. La terza parte e' dedicata alle immagini, fotografie scattate dall'autore lungo la costa delle Marche durante i soprallughi. La sospensione del testo si propone come interpretazione aperta, non guidata, ma suggerita. Nell'ultima parte vengono prese in esame alcune aree edificate negli anni '60-'70 lungo il litorale adriatico marchigiano destinate al turismo balneare per misurare la capacita' di adattamento alle condizioni attuali di questi insediamenti individuati come emblematici delle trasformazioni pia'¹ recenti. The general scope of the research in which this doctoral thesis is included is the reconstruction of consolidated tourist destinations. The survey particularly concentrates on those coastal tourist spaces intended for mass seaside tourism built in the 60s and 70s. In light of recent evolution processes, both in the field of tourism and dwelling, this thesis aims at analyzing these particular urban settlements to intercept new interpretations and intervention strategies in a proactive perspective that goes beyond seaside tourism. In Europe, since the 1950s, the construction of seaside holiday spaces has modified the coastal landscape and the structure of coastal cities, revealing the potential of tourism as a complex and evolving phenomenon that can set off changes within urban transformation dynamics. In conjunction with the consolidation of international tourism as a social mass phenomenon tourism, architecture and urban transformations consolidate and influence each other establishing complex relationships that invade the whole territory in which they coexist. The most remarkable urban expansions along the Italian coast were carried out during the 1960s and 1970s, together with the development of mass seaside tourism. The modernization process was supported by hope for a prosperous collective future and was mainly based on production and consumption, thus convincingly encouraging the growth of seaside tourism and incentivizing the improvement of spaces. Particular attention was paid to essential free time necessities: leisure, pleasure and entertainment. This trend also implies the construction of new urban episodes (suburbs/neighborhoods and entire cities) dedicated to the specific needs of a developing kind of tourism that concentrates on seasonal holidays. In the early 80s, while tourism was a developing economic sector and was becoming an increasing social practice, the renovation of consolidated and stagnating seaside tourist destinations along the Mediterranean coasts became a necessity. Three main strategies were purposely adopted to revive the diffused beach and sun tourist model: the first concentrated on offering improved accommodation facilities, often re-presenting the main development paradigm of the 60s, which was characterised by the occupation of empty spaces and the construction of new buildings for this specific purpose, supported by a rich real estate market; the second suggested improved leisure and entertainment services as a diversification and differentiation formula of the tourist offer; the third aimed at exploiting territorial resources such as cultural, rural an nature tourism. In general, these measures concentrated on actions for the renovation of the tourist offer that had been suggested for British coastal areas. They were influenced by various theories upon the development of the life cycle of tourist spaces. The main reference points to measure the evolutionary status of seaside destinations, to identify the causes for decline and to intercept new renovation strategies were, in fact, the numerous British researches, especially in the field of geography. In the decades that divide us from the “economic boom†, there has been a certain amount of studies concerning the tourist phenomenon and the different fields it affects, in particular the economic, geographical and sociological spheres. In architecture and urban planning, research has been less intense although there have been remarkable professional commitment and projects. Efficiency in tourism has often been associated with disciplinary areas that undergo speculative market logics; “intellectual†approaches have been limited by territorial government authorities that have mainly considered “tourist improvement†and related measures mere economic catalysts. They have often underestimated the consequences of tourism in urban systems and its effects on the physical transformation of cities. Although almost fifty years have gone by since the two issues of Casabella (that E. N. Rogers dedicated to the Italian coast) and Italo Zinna's photographs (for the series of volumes Coste d'Italia) were published, the Italian coastline is still a matter of concern. The new and numerous problems that afflict environmental quality add to the issues inherited from long periods of mass tourism (in some cases it has not completely disappeared), such as the exploitation of land, the lack of services and inadequate urban standards that underline the general failure of safeguard measures and urban planning tools. From mass tourism to the present day, the deep transformations occurred in organizational logics for tourism and urban settlements have determined the necessity to re-examine the theoretical models used as reference points for the analysis of the evolution of tourist spaces. The interpretation of the relationship between tourism and territory also requires new approaches. Research is facing the problems related to the reconstruction/renovation/recycling of the seaside destinations created to satisfy mass tourism. According to modern approaches, tourism is a social-relational phenomenon with a high spatial/organizational capacity that deeply affects the territory. It represents a complex of multiple-scale dynamics and it is related to every housing/living environment. It is, therefore, inevitably connected with urban and architectonic planning. Social studies on tourism and migrations have revealed a new perspective defined as ‘new mobilities paradigm'. It suggests the concept of mobilities as a key to the reading of contemporary society; it is adopted in its multi-dimensional identity to define both the large-scale movement and local daily movement of people, goods, money, information, communication and images. The evolution of tourism, from a “mass phenomenon†to a “new mobilities concept†, causes the fading of boundaries between social spheres that were once well defined, in particular between tourists and inhabitants. The distinction between “travel dimension†and “domestic dimension†disappears, in a sense that the system as a whole, and the interconnection of mobility, physical and symbolic systems, tend to generate organised “containers†for free time and vacation, as well as spaces and intricate mixtures of knots, fluxes, relationships and landscapes. On the other hand, with the advent of a network society, the morphological changes in cities/towns that occurred during the 20th century, can be ascribed to radical changes in the organization of everyday life. Each evolutionary step, both traditional and present, has been accompanied by new urban populations. The changeover from “first generation metropolis†with its inhabitants and commuters, to the present structure, which is more and more dependent on a “Non Resident Population', has generated two macro-processes that express the physical relationship between new populations (mixed social figures) and urban spaces: the fading of cities boundaries and the progressive erosion of links between social groups and inhabited spaces. On the assumption that the physical-morphological changes of the present coastal conurbations are new urban structures that originate from new relationships between populations and inhabited spaces, this thesis supports a fresh approach. The “binomial†beach-building density defines the tourist settlement density of combined constructed coasts on a large scale. The facades of this kind of “megalopolis†along the Mediterranean Sea are clearly recognizable. On a closer scale, the extensive and conventional mobility of mass tourism has caused the overlapping of an “extended†free time culture and “new dwelling populations†which requires a new perspectives to intercept renovated tourist potentialities and/or different settlement specificities for seaside urban centres. Therefore, Seasonal cities should not only be lively during the holiday season. On the contrary, they should be re-created by new Ҡfluctuating†users. The first objective of this thesis is to trace back the relationships that these settlements establish with contemporary urban structures. Many coastal cities face the necessity to requalify whole parts of the urban fabric, not only because they are progressively losing their appeal as tourist catchment areas, but because their mark represents a heritage of spatial solutions that claim to be transferred to the present times. The main mono-functional component of these sparsely constructed (but not rural) areas and their generic spatial connotation and urban fabric, the vicinity of a vanishing “centre of attraction†which is an impassible geographical limitation, the cyclic vitality of a disappearing consolidated tourist practice, the new urban forms they receive, the recent migrations, the critical situations that reflect possible friction between tourist practice and settled habitat, are some of the observations that justify the second objective: the search for new interpretations for stagnating or declining seaside tourist destinations through a critical re-reading of those strategies that were adopted in the coastal settlements inherited after decades of mass tourism. The structure of this research is divided in four parts. They are four separate surveys that respond to the main purpose of this thesis, intercepting new intervention logics for seaside settlements that were consolidated through intermittent tourist practices. The first part outlines a retrospective description of the facts and shapes that have characterised the construction of seaside settlements since the 1950s. It underlines the tourist/urban space relation and the way in which the evolution of tourism has created different seaside settlement models. The second part observes renovation cases and strategies for the reviving of mature seaside tourist destinations. The aim is to identify the most advanced approaches that do not merely bear in mind tourism but concentrate on the quality of urban spaces and contemporary evolution processes within a mobile society. The third part presents photographs taken along the coast of Marche during on-site surveys. The absence of comments is an invitation to freely interpret the proposed pictures. In the last part, this thesis examines several urban areas along the Adriatic coast of Marche that date back to the 60s and 70s. They were designed for seaside tourism and make it, therefore, possible to measure the capacity of tourist destinations to adapt to present conditions and recent transformations.
Citta' stagionali: Nuove interpretazioni dell'urbano balneare [Seasonal cities: New interpretations of urban seaside spaces]
VESPASIANI, SILVIA
2012-07-11
Abstract
L'ambito generale di ricerca in cui si inserisce la tesi e' quello della ristrutturazione delle destinazioni turistiche consolidate del Mediterraneo. In particolare l'indagine si concentra sugli spazi turistici costieri destinati al turismo balneare di massa costruiti negli anni ‘60-'70. Alla luce delle evoluzioni recenti, sia in campo turistico che in quello dell'abitare, la tesi si propone di rileggere questi particolari insediamenti urbani con la finalita' di intercettare nuove interpretazioni e, quindi, nuove strategie di intervento in un'ottica propositiva che vada oltre il turismo balneare. In Europa, dagli anni '50, la costruzione degli spazi per la vacanza balneare ha modificato il panorama dei litorali e l'assetto delle citta' costiere mostrando le potenzialita' del turismo come fenomeno complesso ed in continua evoluzione capace di innescare processi di cambiamento nelle dinamiche di trasformazione urbana. Con il consolidamento del turismo internazionale come fenomeno sociale di massa, il turismo, l'architettura e le trasformazioni urbane si legano e si condizionano a vicenda stabilendo relazioni sempre piu' complesse che invadono l'intero territorio con cui convivono. Le dilatazioni urbane pia'¹ incisive per il paesaggio costiero italiano si determinano nei decenni 1960-1970, in concomitanza con lo sviluppo del turismo balneare di massa. Il processo di modernizzazione, sorretto dalle idee di un florido destino collettivo basato principalmente sulla produzione e sul consumo, incoraggia in modo convincente la crescita del turismo balneare ed incentiva alla valorizzazione dei luoghi focalizzando l'attenzione principale su determinate necessita' prevalenti legate al tempo libero: lo svago, il piacere, il divertimento. Questa tendenza si traduce anche nella costruzione di nuovi episodi urbani (quartieri e citta' intere) dedicati alle esigenze specifiche di un turismo in crescita rivolto prevalentemente al consumo stagionale della vacanza. Nei primi anni '80, mentre il turismo continua ad evolvere come settore economico e come pratica sociale, nelle coste del Mediterraneo inizia a presentarsi l'esigenza di rinnovare e di rivitalizzare le destinazioni turistiche balneari gia' consolidate e in fase di stagnazione. A tale scopo si adottarono principalmente tre strategie per rianimare il diffuso modello turistico beach and sun: la prima si concentrava sul miglioramento dell'offerta del patrimonio ricettivo, spesso riproponendo il paradigma di sviluppo dominante dagli anni '60 caratterizzato dall'edificazione di nuovi spazi ed edifici destinati all'uso specifico e sostenuta da un elevato mercato immobiliare; la seconda proponeva l'incremeno dei servizi di divertimento come formula di diversificazione e differenziazione dell'offerta turistica; la terza mirava a sfruttare altre risorse del territorio promuovendo forme alternative di turismo come quello culturale, rurale o piu' strettamente relazionato con la natura. In generale, si trattava di azioni concentrate sul rinnovo dell'offerta turistica che erano state proposte per il litorale britannico e che risentivano delle varie teorie formulate sullo sviluppo del ciclo di vita degli spazi turistici. I principali riferimenti, infatti, per misurare lo stato di evoluzione delle destinazioni balneari, per individuare le cause di declino e per intercettare le strategie di rinnovo, furono i molti contributi delle ricerche anglosassoni che si erano sviluppate soprattutto in campo geografico. In questi decenni che ci dividono dal periodo di ‘boom economico', si e' alimentato un certo fervore di studi sul fenomeno turistico nei vari ambiti in cui esso si dirama, in particolare in economica, geografia e sociologia; in architettura ed in urbanistica la ricerca e' stata meno vivace, seppur scandita da riflessioni ricorrenti e da progetti di notevole impegno professionale, sia perche' l'operativita' rivolta al turismo e' stata spesso associata ad un settore disciplinare obbediente a logiche speculative di mercato e, pertanto, al margine degli approfondimenti di tipo ‘intellettuale', sia per il fatto che gli Enti di governo del territorio hanno considerato il fenomeno e le azioni di ‘valorizzazione turistica' prevalentemente come catalizzatori di crescita economica sottovalutandone, quasi sempre, le ricadute sul sistema urbano e le interazioni con le trasformazioni fisiche delle citta'. Dai due numeri di Casabella che E. N. Rogers dedico' alle coste italiane e dalle fotografie di Italo Zannier per la serie di volumi Coste d'Italia sono passati quasi cinquant'anni, tuttavia i litorali sono ancora oggetto di riflessione. Anzi, alle nuove e numerose problematiche che affliggono la qualita' ambientale si sovrappongono le questioni ancora aperte ereditate da un lungo periodo di turismo di massa (in alcuni casi non ancora completamente scomparso) come il consumo di suolo, la mancanza di servizi e di standards urbani adeguati che mettono in evidenza il fallimento generale delle misure di tutela e degli strumenti urbanistici. Dal turismo di massa ad oggi, le profonde trasformazioni intervenute nelle logiche organizzative delle attivita' turistiche e degli insediamenti urbani hanno determinato l'esigenza di rivedere i modelli teorici posti a riferimento delle analisi sull'evoluzione dello spazio turistico ed anche l'interpretazione delle relazioni tra turismo e territorio. La ricerca affronta le questioni relative alla ristrutturazione / rinnovo / riciclaggio delle destinazioni balneari nate per soddisfare il turismo di massa riconoscendo il turismo come fenomeno sociale-relazionale con altissima capacita' di organizzazione spaziale del territorio, come un complesso di dinamiche a scale multiple e collegate a tutti gli ambienti dell'abitare e, pertanto, inevitabilmente connesso al progetto urbano e architettonico. Dagli studi sociali sul turismo e sulle migrazioni e' scaturita una nuova prospettiva, quella del ‘new mobilities paradigm' che propone come chiave di lettura della societa' contemporanea il concetto di mobilita'; essa viene assunta nella sua pluridimensionalita' per definire sia il movimento su scala globale, sia gli spostamenti quotidiani su scala locale di persone, merci, denaro, informazione, comunicazioni e immagini. L'evoluzione del turismo, dalla sua definizione come fenomeno di ‘massa' al suo ripensamento attraverso il ‘nuovo concetto delle mobilita'', porta alla dissolvenza dei confini fra sfere sociali un tempo distinte, in particolare tra turisti ed abitanti. A cadere e' soprattutto la differenza tra la dimensione del ‘viaggio' e quella della ‘casa' nel senso che l'insieme e l'interconnessione dei vari sistemi di mobilita', fisiche e simboliche, tendono a generare non piu' solo ‘contenitori' organizzati per il tempo libero e la vacanza, ma spazi e miscele complesse di nodi, flussi, relazioni e, quindi, paesaggi. D'altro canto, con l'avvento della societa' delle reti, i cambiamenti nella morfologia fisica delle citta', che si sono sommati nel corso del XX secolo, possono essere attribuiti alle trasformazioni radicali nell'organizzazione della vita quotidiana. Ogni passaggio evolutivo della citta', da quella tradizionale a quella attuale, e' stato accompagnato da nuove popolazioni urbane. Nel divenire da ‘metropoli di prima generazione', con i suoi abitanti e pendolari, a quella attuale, sempre piu' dipendente dalle ‘Non Resident Population', si sono alimentati due macroprocessi come espressione fisica dei rapporti che le nuove popolazioni (figure sociali miste), stabiliscono con lo spazio urbano: la recessione dei confini della citta' e la progressiva erosione del legame tra gruppo sociale e spazio abitato. Nell'ipotesi, dunque, che ad alimentare le trasformazioni morfologiche fisiche delle attuali conurbazioni costiere siano nuove forme di urbanita' che si originano da rapporti inediti tra le nuove popolazioni e gli spazi abitati, la tesi sostiene un nuovo approccio: se a grande scala il binomio spiaggia-densita' del costruito definisce diverse topografie insediative turistiche che accomunano molti litorali edificati e che rendono riconoscibili le facciate di tante parti della ‘megalopoli' che si affaccia sul Mediterraneo, a scala piu' ravvicinata la mobilita' estensiva e convenzionale del turismo di massa ha provocato la sovrapposizione tra la cultura ‘allargata' del tempo libero e le ‘nuove popolazioni abitanti' e cio' suggerisce di riorientare lo sguardo per intercettare rinnovate potenzialita' turistiche e/o diverse specificita' degli insediamenti abitati vicino al mare. Citta' stagionali, dunque, non solo perche' turistiche e vivaci solo nei mesi estivi, ma anche percha'¨ abitate e ri-create da nuovi usuari ‘fluttuanti'. In quest'ottica, il primo obiettivo della tesi e' quello di rintracciare le relazioni che questi insediamenti stabiliscono con gli assetti urbani contemporanei. Molte citta' costiere, infatti, devono ormai confrontarsi con la necessita' di riqualificare intere parti di questo tessuto edilizio, non solo perche' subiscono una progressiva perdita di attrazione come bacini di accoglienza turistica, ma perche' la loro impronta propone un repertorio di soluzioni spaziali che oggi reclamano di essere traghettate al contemporaneo. La componente prevalentemente monofunzionale di queste aree edificate poco urbane e nemmeno rurali, la loro generica connotazione spaziale e insediativa, la prossimita' ad un ‘attrattore' che e' anche un limite geografico naturale invalicabile, la vitalita' ciclica affidata a una prassi consolidata di un turismo in via di estinzione, le nuove forme di urbanita' che esse accolgono, le migrazioni recenti, le criticita' di alcune situazioni in cui si riflettono i possibili attriti tra pratica turistica ed habitat stanziale, sono alcune delle osservazioni che motivano il secondo obiettivo: cercare nuove interpretazioni per le destinazioni turistiche balneari in fase di stagnazione o gia' in declino attraverso una rilettura critica delle strategie adottate negli insediamenti costieri ereditati da un lungo periodo di turismo di massa. La struttura della ricerca e' articolata in quattro parti. Sono quattro momenti diversi di indagine che insieme rispondono alla finalita' principale della tesi, cioe' quella di intercettare nuove logiche di intervento per gli insediamenti balneari costieri che si sono consolidati su una pratica turistica intermittente. La prima parte delinea un quadro retrospettivo dei fatti e delle forme che hanno sostanziato, dagli anni '50 in poi, la costruzione degli insediamenti balneari mettendo in evidenza la relazione turista – spazio edificato e come, nel tempo, l'evoluzione del turismo abbia prodotto modelli insediativi balneari diversi. La seconda parte risponde all'esigenza di osservare i casi di ristrutturazione e le strategie adottate per rivitalizzare le destinazioni balneari mature con la finalita' di distillare gli approcci pia'¹ ‘evoluti', quelli che abbiano saputo vedere, cioe', oltre l'uso turistico esclusivo conferendo qualita' a nuovi spazi urbani ed architetture coerenti con le evoluzioni contemporanee di una societa' sempre pia'¹ mobile. La terza parte e' dedicata alle immagini, fotografie scattate dall'autore lungo la costa delle Marche durante i soprallughi. La sospensione del testo si propone come interpretazione aperta, non guidata, ma suggerita. Nell'ultima parte vengono prese in esame alcune aree edificate negli anni '60-'70 lungo il litorale adriatico marchigiano destinate al turismo balneare per misurare la capacita' di adattamento alle condizioni attuali di questi insediamenti individuati come emblematici delle trasformazioni pia'¹ recenti. The general scope of the research in which this doctoral thesis is included is the reconstruction of consolidated tourist destinations. The survey particularly concentrates on those coastal tourist spaces intended for mass seaside tourism built in the 60s and 70s. In light of recent evolution processes, both in the field of tourism and dwelling, this thesis aims at analyzing these particular urban settlements to intercept new interpretations and intervention strategies in a proactive perspective that goes beyond seaside tourism. In Europe, since the 1950s, the construction of seaside holiday spaces has modified the coastal landscape and the structure of coastal cities, revealing the potential of tourism as a complex and evolving phenomenon that can set off changes within urban transformation dynamics. In conjunction with the consolidation of international tourism as a social mass phenomenon tourism, architecture and urban transformations consolidate and influence each other establishing complex relationships that invade the whole territory in which they coexist. The most remarkable urban expansions along the Italian coast were carried out during the 1960s and 1970s, together with the development of mass seaside tourism. The modernization process was supported by hope for a prosperous collective future and was mainly based on production and consumption, thus convincingly encouraging the growth of seaside tourism and incentivizing the improvement of spaces. Particular attention was paid to essential free time necessities: leisure, pleasure and entertainment. This trend also implies the construction of new urban episodes (suburbs/neighborhoods and entire cities) dedicated to the specific needs of a developing kind of tourism that concentrates on seasonal holidays. In the early 80s, while tourism was a developing economic sector and was becoming an increasing social practice, the renovation of consolidated and stagnating seaside tourist destinations along the Mediterranean coasts became a necessity. Three main strategies were purposely adopted to revive the diffused beach and sun tourist model: the first concentrated on offering improved accommodation facilities, often re-presenting the main development paradigm of the 60s, which was characterised by the occupation of empty spaces and the construction of new buildings for this specific purpose, supported by a rich real estate market; the second suggested improved leisure and entertainment services as a diversification and differentiation formula of the tourist offer; the third aimed at exploiting territorial resources such as cultural, rural an nature tourism. In general, these measures concentrated on actions for the renovation of the tourist offer that had been suggested for British coastal areas. They were influenced by various theories upon the development of the life cycle of tourist spaces. The main reference points to measure the evolutionary status of seaside destinations, to identify the causes for decline and to intercept new renovation strategies were, in fact, the numerous British researches, especially in the field of geography. In the decades that divide us from the “economic boom†, there has been a certain amount of studies concerning the tourist phenomenon and the different fields it affects, in particular the economic, geographical and sociological spheres. In architecture and urban planning, research has been less intense although there have been remarkable professional commitment and projects. Efficiency in tourism has often been associated with disciplinary areas that undergo speculative market logics; “intellectual†approaches have been limited by territorial government authorities that have mainly considered “tourist improvement†and related measures mere economic catalysts. They have often underestimated the consequences of tourism in urban systems and its effects on the physical transformation of cities. Although almost fifty years have gone by since the two issues of Casabella (that E. N. Rogers dedicated to the Italian coast) and Italo Zinna's photographs (for the series of volumes Coste d'Italia) were published, the Italian coastline is still a matter of concern. The new and numerous problems that afflict environmental quality add to the issues inherited from long periods of mass tourism (in some cases it has not completely disappeared), such as the exploitation of land, the lack of services and inadequate urban standards that underline the general failure of safeguard measures and urban planning tools. From mass tourism to the present day, the deep transformations occurred in organizational logics for tourism and urban settlements have determined the necessity to re-examine the theoretical models used as reference points for the analysis of the evolution of tourist spaces. The interpretation of the relationship between tourism and territory also requires new approaches. Research is facing the problems related to the reconstruction/renovation/recycling of the seaside destinations created to satisfy mass tourism. According to modern approaches, tourism is a social-relational phenomenon with a high spatial/organizational capacity that deeply affects the territory. It represents a complex of multiple-scale dynamics and it is related to every housing/living environment. It is, therefore, inevitably connected with urban and architectonic planning. Social studies on tourism and migrations have revealed a new perspective defined as ‘new mobilities paradigm'. It suggests the concept of mobilities as a key to the reading of contemporary society; it is adopted in its multi-dimensional identity to define both the large-scale movement and local daily movement of people, goods, money, information, communication and images. The evolution of tourism, from a “mass phenomenon†to a “new mobilities concept†, causes the fading of boundaries between social spheres that were once well defined, in particular between tourists and inhabitants. The distinction between “travel dimension†and “domestic dimension†disappears, in a sense that the system as a whole, and the interconnection of mobility, physical and symbolic systems, tend to generate organised “containers†for free time and vacation, as well as spaces and intricate mixtures of knots, fluxes, relationships and landscapes. On the other hand, with the advent of a network society, the morphological changes in cities/towns that occurred during the 20th century, can be ascribed to radical changes in the organization of everyday life. Each evolutionary step, both traditional and present, has been accompanied by new urban populations. The changeover from “first generation metropolis†with its inhabitants and commuters, to the present structure, which is more and more dependent on a “Non Resident Population', has generated two macro-processes that express the physical relationship between new populations (mixed social figures) and urban spaces: the fading of cities boundaries and the progressive erosion of links between social groups and inhabited spaces. On the assumption that the physical-morphological changes of the present coastal conurbations are new urban structures that originate from new relationships between populations and inhabited spaces, this thesis supports a fresh approach. The “binomial†beach-building density defines the tourist settlement density of combined constructed coasts on a large scale. The facades of this kind of “megalopolis†along the Mediterranean Sea are clearly recognizable. On a closer scale, the extensive and conventional mobility of mass tourism has caused the overlapping of an “extended†free time culture and “new dwelling populations†which requires a new perspectives to intercept renovated tourist potentialities and/or different settlement specificities for seaside urban centres. Therefore, Seasonal cities should not only be lively during the holiday season. On the contrary, they should be re-created by new Ҡfluctuating†users. The first objective of this thesis is to trace back the relationships that these settlements establish with contemporary urban structures. Many coastal cities face the necessity to requalify whole parts of the urban fabric, not only because they are progressively losing their appeal as tourist catchment areas, but because their mark represents a heritage of spatial solutions that claim to be transferred to the present times. The main mono-functional component of these sparsely constructed (but not rural) areas and their generic spatial connotation and urban fabric, the vicinity of a vanishing “centre of attraction†which is an impassible geographical limitation, the cyclic vitality of a disappearing consolidated tourist practice, the new urban forms they receive, the recent migrations, the critical situations that reflect possible friction between tourist practice and settled habitat, are some of the observations that justify the second objective: the search for new interpretations for stagnating or declining seaside tourist destinations through a critical re-reading of those strategies that were adopted in the coastal settlements inherited after decades of mass tourism. The structure of this research is divided in four parts. They are four separate surveys that respond to the main purpose of this thesis, intercepting new intervention logics for seaside settlements that were consolidated through intermittent tourist practices. The first part outlines a retrospective description of the facts and shapes that have characterised the construction of seaside settlements since the 1950s. It underlines the tourist/urban space relation and the way in which the evolution of tourism has created different seaside settlement models. The second part observes renovation cases and strategies for the reviving of mature seaside tourist destinations. The aim is to identify the most advanced approaches that do not merely bear in mind tourism but concentrate on the quality of urban spaces and contemporary evolution processes within a mobile society. The third part presents photographs taken along the coast of Marche during on-site surveys. The absence of comments is an invitation to freely interpret the proposed pictures. In the last part, this thesis examines several urban areas along the Adriatic coast of Marche that date back to the 60s and 70s. They were designed for seaside tourism and make it, therefore, possible to measure the capacity of tourist destinations to adapt to present conditions and recent transformations.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.