Il saggio offre un punto di vista critico sul ruolo in architettura del diagramma che, nel passaggio tra modernità e postmodernità, da semplice convenzione rappresentativa e da "scrittura bianca" del fenomeno architettonico, ha via via assunto i contorni una vera e propria gendankenform, attraverso la quale gli architetti rappresentano il proprio lavoro. Il paesaggio teorico entro il quale è situato il ruolo del diagramma in architettura è l’idea stessa di Postmoderno, non come mero ritorno agli stilemi del passato, ma come il dispositivo culturale che accompagna da due secoli a questa parte la progressiva messa in crisi dei fondamenti del pensiero occidentale. Al diagramma come pura rappresentazione semantica dell’idea stessa di movimento, che illude circa la possibilità di liberarsi della fissità dell’architettura, della sua finitezza formale, della sua consistenza di oggetto, si oppone una nuova riflessione sull'architettura come fatto specifico come nel caso che trova il proprio fondamento nel suo uso, e rende intelligibile la propria pertinenza al mondo attraverso la sua dimensione esperienziale. Il saggio appare sul numero monografico di Lotus International "Diagrams".

L'Architettura dopo il Diagramma. Nota sui limiti di una nozione.

MASTRIGLI, GABRIELE
2006-01-01

Abstract

Il saggio offre un punto di vista critico sul ruolo in architettura del diagramma che, nel passaggio tra modernità e postmodernità, da semplice convenzione rappresentativa e da "scrittura bianca" del fenomeno architettonico, ha via via assunto i contorni una vera e propria gendankenform, attraverso la quale gli architetti rappresentano il proprio lavoro. Il paesaggio teorico entro il quale è situato il ruolo del diagramma in architettura è l’idea stessa di Postmoderno, non come mero ritorno agli stilemi del passato, ma come il dispositivo culturale che accompagna da due secoli a questa parte la progressiva messa in crisi dei fondamenti del pensiero occidentale. Al diagramma come pura rappresentazione semantica dell’idea stessa di movimento, che illude circa la possibilità di liberarsi della fissità dell’architettura, della sua finitezza formale, della sua consistenza di oggetto, si oppone una nuova riflessione sull'architettura come fatto specifico come nel caso che trova il proprio fondamento nel suo uso, e rende intelligibile la propria pertinenza al mondo attraverso la sua dimensione esperienziale. Il saggio appare sul numero monografico di Lotus International "Diagrams".
2006
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