La “2018 Revision of World Urbanization Prospects”, elaborata dal Population Division of the UN Department of Economic and Social Affairs (UN DESA), ha stimato che entro il 2050 il 68% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Come conseguenza molte città si trovano ad affrontare costanti sfide al fine di soddisfare le esigenze delle popolazioni, come: la crescente richiesta di alloggi, la mobilità urbana, la dotazione di servizi essenziali, ecc. L’aspirazione comune è di trasformare le città in luoghi sostenibili e di qualità, obiettivo, questo, che ha dato origine alla tendenza globale di mettere al centro dei processi di rigenerazione urbana la comunità. Per garantire che i benefici dell’urbanizzazione siano pienamente condivisi ed inclusivi, le politiche di rigenerazione urbana pongono le comunità locali sempre più al centro dei processi decisionali, alla ricerca di un equilibrio tra ambiente fisico, soddisfacimento dei bisogni, usi dello spazio pubblico. In questa direzione, alcune città europee hanno sperimentato particolari “meccanismi/modalità” di partecipazione che hanno visto le comunità giocare il ruolo di attori privilegiati per l’individuazione di forme di gestione e usi dello spazio pubblico, finalizzati a rendere vivibili i quartieri, da un lato; migliorare lo stile di vita e soddisfare bisogni e capacità di sviluppare relazioni sociali, dall’altro. Il contributo qui proposto, attraverso l’analisi di due casi studio, vuole indagare il ruolo delle Comunità Locali nella definizione di spazi pubblici di qualità, più vivibili, salubri e felici. I casi di studio riguardano l’esperienza di Glasgow, basata sull’esperienza del “placemaking”, un approccio condiviso alla progettazione e gestione degli spazi pubblici per farne il cuore del progetto di rigenerazione urbana mettendo al centro la salute e il benessere della comunità; e l’esperienza di Bologna che, attraverso i “patti di collaborazione”, persegue l’obiettivo di favorire la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni della città.

Le comunità locali al centro dei processi di rigenerazione urbana: il caso del placemaking e dei patti di collaborazione.

Chiara Camaioni
2018-01-01

Abstract

La “2018 Revision of World Urbanization Prospects”, elaborata dal Population Division of the UN Department of Economic and Social Affairs (UN DESA), ha stimato che entro il 2050 il 68% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Come conseguenza molte città si trovano ad affrontare costanti sfide al fine di soddisfare le esigenze delle popolazioni, come: la crescente richiesta di alloggi, la mobilità urbana, la dotazione di servizi essenziali, ecc. L’aspirazione comune è di trasformare le città in luoghi sostenibili e di qualità, obiettivo, questo, che ha dato origine alla tendenza globale di mettere al centro dei processi di rigenerazione urbana la comunità. Per garantire che i benefici dell’urbanizzazione siano pienamente condivisi ed inclusivi, le politiche di rigenerazione urbana pongono le comunità locali sempre più al centro dei processi decisionali, alla ricerca di un equilibrio tra ambiente fisico, soddisfacimento dei bisogni, usi dello spazio pubblico. In questa direzione, alcune città europee hanno sperimentato particolari “meccanismi/modalità” di partecipazione che hanno visto le comunità giocare il ruolo di attori privilegiati per l’individuazione di forme di gestione e usi dello spazio pubblico, finalizzati a rendere vivibili i quartieri, da un lato; migliorare lo stile di vita e soddisfare bisogni e capacità di sviluppare relazioni sociali, dall’altro. Il contributo qui proposto, attraverso l’analisi di due casi studio, vuole indagare il ruolo delle Comunità Locali nella definizione di spazi pubblici di qualità, più vivibili, salubri e felici. I casi di studio riguardano l’esperienza di Glasgow, basata sull’esperienza del “placemaking”, un approccio condiviso alla progettazione e gestione degli spazi pubblici per farne il cuore del progetto di rigenerazione urbana mettendo al centro la salute e il benessere della comunità; e l’esperienza di Bologna che, attraverso i “patti di collaborazione”, persegue l’obiettivo di favorire la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni della città.
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