Il contributo rilegge l’attività di lavoro attraverso il dispiegarsi nel tempo della prestazione come fondamentale (ma non necessario) criterio di valutazione delle energie lavorative erogate. In particolare, considerazioni sul problema del valore qualificatorio del tempo nella ricostruzione del contratto di lavoro con vincolo di subordinazione permettono il recupero di una prospettiva più critica verso ciò che attiene alla fase dell’esecuzione della prestazione. La rigida separazione tra il tempo relativo all’esecuzione del contratto (tempo della prestazione) ed il tempo di vita del lavoratore (tempo della persona), frutto della finzione economica di un lavoro staccato dalla persona del lavoratore, finisce per ignorare lo spazio reale occupato dal lavoro nel tempo della persona. La visione binaria colpisce i segmenti temporali che indirettamente sono connessi all’attività lavorativa, quali il tempo relativo allo spostamento da casa al posto di lavoro, oppure il tempo libero dedicato nei fatti al lavoro (ipotesi di quasi tutti i lavori immateriali o creativi o di responsabilità, che occupano ben oltre la prestazione) o alla formazione ed alla crescita culturale, ma anche l’intenso ed ‘invisibile’ impegno affettivo/relazionale (domestico ed educativo), assolto principalmente dalle donne a causa di una nota ed odiosa divisione dei ruoli. Ne consegue che il peso della prestazione lavorativa dovrebbe essere il risultato di un insieme di variabili più ampie rispetto a quella che concerne solamente il mero adempimento dell’obbligazione a carico del prestatore, per abbracciare una declinazione plurale che consideri la gestione dei tempi e della salute delle lavoratrici e dei lavoratori come un transito qualitativo verso una dimensione temporale della prestazione di lavoro in cui la persona e i suoi legami diventano centrali. Il nocciolo del problema risiede, infatti, nella rivisitazione del carattere sinallagmatico del contratto di lavoro, nelle aporie che, talvolta, si celano dietro il legame corrispettivo tra retribuzione e attività dedotta, dove il tempo gioca una funzione determinante come cifra della soggezione.

Il paradigma tempo tra subordinazione e lavoro immateriale

SIOTTO Federico
2009-01-01

Abstract

Il contributo rilegge l’attività di lavoro attraverso il dispiegarsi nel tempo della prestazione come fondamentale (ma non necessario) criterio di valutazione delle energie lavorative erogate. In particolare, considerazioni sul problema del valore qualificatorio del tempo nella ricostruzione del contratto di lavoro con vincolo di subordinazione permettono il recupero di una prospettiva più critica verso ciò che attiene alla fase dell’esecuzione della prestazione. La rigida separazione tra il tempo relativo all’esecuzione del contratto (tempo della prestazione) ed il tempo di vita del lavoratore (tempo della persona), frutto della finzione economica di un lavoro staccato dalla persona del lavoratore, finisce per ignorare lo spazio reale occupato dal lavoro nel tempo della persona. La visione binaria colpisce i segmenti temporali che indirettamente sono connessi all’attività lavorativa, quali il tempo relativo allo spostamento da casa al posto di lavoro, oppure il tempo libero dedicato nei fatti al lavoro (ipotesi di quasi tutti i lavori immateriali o creativi o di responsabilità, che occupano ben oltre la prestazione) o alla formazione ed alla crescita culturale, ma anche l’intenso ed ‘invisibile’ impegno affettivo/relazionale (domestico ed educativo), assolto principalmente dalle donne a causa di una nota ed odiosa divisione dei ruoli. Ne consegue che il peso della prestazione lavorativa dovrebbe essere il risultato di un insieme di variabili più ampie rispetto a quella che concerne solamente il mero adempimento dell’obbligazione a carico del prestatore, per abbracciare una declinazione plurale che consideri la gestione dei tempi e della salute delle lavoratrici e dei lavoratori come un transito qualitativo verso una dimensione temporale della prestazione di lavoro in cui la persona e i suoi legami diventano centrali. Il nocciolo del problema risiede, infatti, nella rivisitazione del carattere sinallagmatico del contratto di lavoro, nelle aporie che, talvolta, si celano dietro il legame corrispettivo tra retribuzione e attività dedotta, dove il tempo gioca una funzione determinante come cifra della soggezione.
2009
9788884228772
268
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