ABSTRACT Il contributo si propone l’obiettivo di analizzare, in prima battuta, l’ampliamento del raggio di azione del potere datoriale, in senso lato, e l’erosione dei relativi limiti procedimentali stabiliti dall’ordinamento. La ricostruzione delle modalità di riorganizzazione del potere consente, poi, di spostare l’attenzione sulla dimensione della qualificazione dei rapporti di lavoro. Nel solco della proposta teorica che individua il lavoro come istituto giuridico, il paper propende per l’idea di ordinare i diversi statuti normativi (subordinato, parasubordinato, autonomo) in un quadro minimo di regole e principi comuni, poi progressivamente differenziato e graduato per tutele. In proposito, estremamente utile può rivelarsi l’approccio comparato attraverso il recupero del modello dei «cerchi concentrici» (Supiot, 1999) e della «famiglia di relazioni» al cui interno si colloca la categoria della «personalità del lavoro» (nexus) (Freedland, 1976; Id., 2003), ma anche la disamina delle legislazioni più avanzate in materia (Spagna e Regno Unito). Il piano interpretativo deve essere arricchito dalla dimensione collettiva del problema, la quale, per quanto indebolita, sembra l’unica in grado di costituire un valido argine al rischio di un ritorno alla unilateralità dei regolamenti aziendali.

Dalla microfisica dei poteri datoriali alla metafisica del diritto del lavoro

SIOTTO Federico;
2016-01-01

Abstract

ABSTRACT Il contributo si propone l’obiettivo di analizzare, in prima battuta, l’ampliamento del raggio di azione del potere datoriale, in senso lato, e l’erosione dei relativi limiti procedimentali stabiliti dall’ordinamento. La ricostruzione delle modalità di riorganizzazione del potere consente, poi, di spostare l’attenzione sulla dimensione della qualificazione dei rapporti di lavoro. Nel solco della proposta teorica che individua il lavoro come istituto giuridico, il paper propende per l’idea di ordinare i diversi statuti normativi (subordinato, parasubordinato, autonomo) in un quadro minimo di regole e principi comuni, poi progressivamente differenziato e graduato per tutele. In proposito, estremamente utile può rivelarsi l’approccio comparato attraverso il recupero del modello dei «cerchi concentrici» (Supiot, 1999) e della «famiglia di relazioni» al cui interno si colloca la categoria della «personalità del lavoro» (nexus) (Freedland, 1976; Id., 2003), ma anche la disamina delle legislazioni più avanzate in materia (Spagna e Regno Unito). Il piano interpretativo deve essere arricchito dalla dimensione collettiva del problema, la quale, per quanto indebolita, sembra l’unica in grado di costituire un valido argine al rischio di un ritorno alla unilateralità dei regolamenti aziendali.
2016
9788813358495
268
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