At its time, the plan of the basilica of the Holy House at Loreto was unique, with three-aisled arms departing from a double-shell octagonal crossing. This peculiar shape, actually even ignored by scholars, might be explained by relating the building to the contextual evolution of Lauretan cult and devotions. The essay examines the role assumed by the different characters involved in in the first three decades of the building campaign: from the Popes to Recanati’s bishops, managers, masters and workmen. Following documents and records, the construction of the church may be divided in two periods, each one dominated by a different architectural tradition: between 1469 and 1480 circa, promoters and masters belonging to the Venetian-Dalmatian area, still free from the reference to Antiquity, set up the astonishing shape of the building; from 1481 to May 1500, when the dome was vaulted, works were instead under a Roman-Florentine control, promoted by bishop Girolamo Basso Della Rovere: only then the modern type of Santa Maria del Fiore was superimposed to the previous church, setting on its late-gothic crossing a heavy freestanding dome over a drum, which in the next decades was fated to cause serious static troubles. Finally, the documentary sources allow to better define the design contributions of Marino Cedrino, Giuliano da Maiano and Giuliano da Sangallo, as well as to exclude any participation of Baccio Pontelli in the building.

abstract La basilica della Santa Casa di Loreto ha un impianto tipologico che ai suoi tempi era unico, con una tribuna a ottagono irregolare a doppio involucro da cui partono quattro bracci a tre navate. Le ragioni di questo singolarissimo organismo, di fatto ignorato dalla letteratura, possono essere spiegate, almeno in ipotesi, mettendo in rapporto l’edificio al contestuale evolversi del culto lauretano e delle sue pratiche devozionali. Il saggio ricostruisce i ruoli assunti dai diversi promotori dell’opera nei primi trent’anni del cantiere, dai pontefici ai vescovi recanatesi, dai responsabili amministrativi della fabbrica ai maestri impegnati nei lavori. Su basi documentali si possono distinguere due periodi, dominati da culture architettoniche distinte: tra il 1469 e il 1480 circa, la basilica è impostata nel suo formidabile organismo da committenti e maestri di ambito veneto-dalmata-marchigiano, ancora libero da obblighi antiquarii costrittivi; dal 1481 al voltamento della cupola nel maggio 1500, l’opera passa sotto il controllo romano-fiorentino, promosso dal vescovo Basso Della Rovere: solo allora viene imposta all’edificio la moderna tipologia di Santa Maria del Fiore, con pesante cupola estradossata su tamburo, ponendo le basi per i successivi dissesti statici. Su basi documentali, si possono meglio definire i contributi progettuali di Marino Cedrino, Giuliano da Maiano e Giuliano da Sangallo, escludendo infine il ruolo di Baccio Pontelli.

La basilica di Loreto nel Quattrocento

bellini
2019-01-01

Abstract

At its time, the plan of the basilica of the Holy House at Loreto was unique, with three-aisled arms departing from a double-shell octagonal crossing. This peculiar shape, actually even ignored by scholars, might be explained by relating the building to the contextual evolution of Lauretan cult and devotions. The essay examines the role assumed by the different characters involved in in the first three decades of the building campaign: from the Popes to Recanati’s bishops, managers, masters and workmen. Following documents and records, the construction of the church may be divided in two periods, each one dominated by a different architectural tradition: between 1469 and 1480 circa, promoters and masters belonging to the Venetian-Dalmatian area, still free from the reference to Antiquity, set up the astonishing shape of the building; from 1481 to May 1500, when the dome was vaulted, works were instead under a Roman-Florentine control, promoted by bishop Girolamo Basso Della Rovere: only then the modern type of Santa Maria del Fiore was superimposed to the previous church, setting on its late-gothic crossing a heavy freestanding dome over a drum, which in the next decades was fated to cause serious static troubles. Finally, the documentary sources allow to better define the design contributions of Marino Cedrino, Giuliano da Maiano and Giuliano da Sangallo, as well as to exclude any participation of Baccio Pontelli in the building.
2019
abstract La basilica della Santa Casa di Loreto ha un impianto tipologico che ai suoi tempi era unico, con una tribuna a ottagono irregolare a doppio involucro da cui partono quattro bracci a tre navate. Le ragioni di questo singolarissimo organismo, di fatto ignorato dalla letteratura, possono essere spiegate, almeno in ipotesi, mettendo in rapporto l’edificio al contestuale evolversi del culto lauretano e delle sue pratiche devozionali. Il saggio ricostruisce i ruoli assunti dai diversi promotori dell’opera nei primi trent’anni del cantiere, dai pontefici ai vescovi recanatesi, dai responsabili amministrativi della fabbrica ai maestri impegnati nei lavori. Su basi documentali si possono distinguere due periodi, dominati da culture architettoniche distinte: tra il 1469 e il 1480 circa, la basilica è impostata nel suo formidabile organismo da committenti e maestri di ambito veneto-dalmata-marchigiano, ancora libero da obblighi antiquarii costrittivi; dal 1481 al voltamento della cupola nel maggio 1500, l’opera passa sotto il controllo romano-fiorentino, promosso dal vescovo Basso Della Rovere: solo allora viene imposta all’edificio la moderna tipologia di Santa Maria del Fiore, con pesante cupola estradossata su tamburo, ponendo le basi per i successivi dissesti statici. Su basi documentali, si possono meglio definire i contributi progettuali di Marino Cedrino, Giuliano da Maiano e Giuliano da Sangallo, escludendo infine il ruolo di Baccio Pontelli.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2015-16 (2019)_Loreto BOLLETTINO 24-25.pdf

solo gestori di archivio

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 4.62 MB
Formato Adobe PDF
4.62 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/438248
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact