Attraverso l’Hybrid Design, -Design e Scienza- l’interazione tra sapere scientifico e cultura progettuale è oramai consapevole e costruttiva. I mutamenti innescati dalla biologia sintetica aprono nuove dimensioni metodologiche e l’accesso a strumenti finora sconosciuti. I rewriters, biologi di sintesi, manipolano specie viventi semplici per creare organismi viventi sintetici prodotti dall’uomo con cui è più facile interagire. Nascono nuovi materiali, non più statici ma in grado di produrre energia, mantenere la salute umana, salvaguardare l’ambiente. Si creano nuovi prodotti, modelli comportamentali e forme di consumo in cui natura e artificio si confondono fino a diventare indistinguibili. Il prodotto risultante dalla progettazione bio–ispirata non è più solo un prodotto statico, ma una entità in divenire. Si hanno applicazioni nel design, nell’architettura come nella bio-robotica: robot bio-bioibridi con prestazioni molto avanzate, si muovono grazie all’integrazione di parti artificiali con cellule e tessuti viventi. Il designer diviene un progettista multidisciplinare, costretto ad un salto di scala: un hybrid designer deve RI-progettare, Ri-pensare, Ri-aggiornare il modo di concepire prodotti, materiali e sistemi di produzione. Attraverso il generative design, ad esempio, riesce a creare centinaia di opzioni diverse che con i metodi tradizionali non sarebbe neppure in grado di immaginare: il progettista imposta gli obiettivi e i vincoli, il computer calcola e rigenera le opzioni. L’intuito umano e l’intelligenza artificiale arrivano alla migliore soluzione generata in un sistema di progettazione e produzione integrato e multisensoriale. E’ necessario guidare e coinvolgere nel processo produttivo anche il consumatore raccontando in modo nuovo i nuovi prodotti, rendendolo “consum–autore”: la progettazione diviene anche un’esperienza personalizzata ed immersiva: una “customer experience”.

HYBRID DESIGN : dalla biologia sintetica alla customer experience

Andrea Lupacchini
2019-01-01

Abstract

Attraverso l’Hybrid Design, -Design e Scienza- l’interazione tra sapere scientifico e cultura progettuale è oramai consapevole e costruttiva. I mutamenti innescati dalla biologia sintetica aprono nuove dimensioni metodologiche e l’accesso a strumenti finora sconosciuti. I rewriters, biologi di sintesi, manipolano specie viventi semplici per creare organismi viventi sintetici prodotti dall’uomo con cui è più facile interagire. Nascono nuovi materiali, non più statici ma in grado di produrre energia, mantenere la salute umana, salvaguardare l’ambiente. Si creano nuovi prodotti, modelli comportamentali e forme di consumo in cui natura e artificio si confondono fino a diventare indistinguibili. Il prodotto risultante dalla progettazione bio–ispirata non è più solo un prodotto statico, ma una entità in divenire. Si hanno applicazioni nel design, nell’architettura come nella bio-robotica: robot bio-bioibridi con prestazioni molto avanzate, si muovono grazie all’integrazione di parti artificiali con cellule e tessuti viventi. Il designer diviene un progettista multidisciplinare, costretto ad un salto di scala: un hybrid designer deve RI-progettare, Ri-pensare, Ri-aggiornare il modo di concepire prodotti, materiali e sistemi di produzione. Attraverso il generative design, ad esempio, riesce a creare centinaia di opzioni diverse che con i metodi tradizionali non sarebbe neppure in grado di immaginare: il progettista imposta gli obiettivi e i vincoli, il computer calcola e rigenera le opzioni. L’intuito umano e l’intelligenza artificiale arrivano alla migliore soluzione generata in un sistema di progettazione e produzione integrato e multisensoriale. E’ necessario guidare e coinvolgere nel processo produttivo anche il consumatore raccontando in modo nuovo i nuovi prodotti, rendendolo “consum–autore”: la progettazione diviene anche un’esperienza personalizzata ed immersiva: una “customer experience”.
2019
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