This paper analyzes the difficulties in defining a shared method for dealing with post-earthquake reconstruction of the Central Apennines centers and how this method should be based on a high level of interdisciplinary research. The research can allow a double objective: on the one hand, the achievement of an adequate security level; on the other hand, the creation of a significant elements catalogue, which can represent a reference for a reconstruction based on the recovery of identity values, in the smaller town centers and within the Communities affected by the earthquake. The case study is represented by the territory of Arquata del Tronto in the Marche Region. The complexity of the district, already in major crisis before the seismic events, has been analyzed, highlighted a series of issues, still open. For many of the destroyed or severely damaged sites, it will be necessary to identify a qualitative criteria of reconstruction: in some cases, minimum interventions, in order to improve the accessibility and the security of the context; in others cases, the reconstructions with the same volumes and on identical sedimentary areas are conceivable referring to a repertoire of identity elements; in particular cases, a new volume may be proposed, preferring contemporary solutions that open the way for a new local development while ensuring the preservation of identity values in the historical centers of medieval foundation, damaged by the earthquake.

Nel prendere in considerazione le norme che nella storia hanno caratterizzato la gestione dei beni culturali in Italia, occorre sviluppare una riflessione non tanto sugli specifici apparati legislativi, quanto piuttosto sugli esiti delle azioni connesse alla loro applicazione, sia ai fini della prevenzione che per la salvaguarda delle identità locali, soprattutto dopo eventi imprevisti, come i terremoti. Da tali analisi si evidenzia la necessità di prescrivere un’approfondita fase di conoscenza preliminare dei beni coinvolti dal sisma. Tale conoscenza ha una duplice finalità: da un lato, consente di valutare le tecniche costruttive locali ai fini della sicurezza, imponendo parametri di capacità in funzione del livello di conoscenza (N.T.C 2018, Capitolo 8 - Costruzioni Esistenti); dall’altro permettere d’individuare il “lessico costruttivo locale” da salvaguardare attraverso la predisposizione di specifici strumenti regolamentari, che affrontano anche il tema di una ricostruzione consapevole dei luoghi distruttivi dal sisma. In questa prospettiva, l’analisi e la conoscenza dei tracciati storici, dei volumi, della configurazione architettonica, delle relazioni tra spazi pubblici e privati e del rapporto tra insediamento e territorio costituiranno un importante riferimento per la pianificazione e progettazione degli interventi, ai fini della loro conservazione compatibile con gli obiettivi di miglioramento e adeguamento stabiliti dalla normativa tecnica antisismica. L’Area oggetto d’indagine corrisponde ad una significativa porzione del territorio appenninico fra le regioni Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, comprendendo centri storici di dimensioni diverse che sono inseriti all’interno di un contesto naturale e antropico di rilevante valore. La ricerca si è concentrata sul territorio del Comune di Arquata del Tronto nelle Marche: esso si compone di piccoli nuclei di origine medievale che nei secoli hanno subito numerose trasformazioni, anche in relazione al ripetersi di importanti eventi sismici. Nonostante le evidenti trasformazioni, sono riconoscibili i segni della permanenza di un comune assetto tipo-morfologico, caratterizzato dall’uso di tecniche costruttive molto semplici e lontane dal rispetto della “regola dell’arte”. Per non perdere una parte essenziale di tale patrimonio che a seguito delle demolizioni è in continua mutazione, sono state avviate alcune indagini preliminari. La definizione del quadro conoscitivo trova diretta applicazione nella “ricostruzione fisica” attraverso l’apprendimento puntuale delle tradizioni locali, raccolte in documento/codice di pratica per consentire, da un lato un effettivo miglioramento dei sistemi costruttivi, individuando i punti di debolezza, in relazione al degrado fisico, chimico e strutturale degli elementi e dall’altro per avviare una salvaguardia attiva dei caratteri identitari che costituiscono il reale valore dei piccoli centri danneggiati dal sisma.

L’importanza della conoscenza per il miglioramento dei sistemi costruttivi e la salvaguardia dei caratteri identitari nei piccoli centri appenninici colpiti dal sisma

Enrica Petrucci
2020-01-01

Abstract

This paper analyzes the difficulties in defining a shared method for dealing with post-earthquake reconstruction of the Central Apennines centers and how this method should be based on a high level of interdisciplinary research. The research can allow a double objective: on the one hand, the achievement of an adequate security level; on the other hand, the creation of a significant elements catalogue, which can represent a reference for a reconstruction based on the recovery of identity values, in the smaller town centers and within the Communities affected by the earthquake. The case study is represented by the territory of Arquata del Tronto in the Marche Region. The complexity of the district, already in major crisis before the seismic events, has been analyzed, highlighted a series of issues, still open. For many of the destroyed or severely damaged sites, it will be necessary to identify a qualitative criteria of reconstruction: in some cases, minimum interventions, in order to improve the accessibility and the security of the context; in others cases, the reconstructions with the same volumes and on identical sedimentary areas are conceivable referring to a repertoire of identity elements; in particular cases, a new volume may be proposed, preferring contemporary solutions that open the way for a new local development while ensuring the preservation of identity values in the historical centers of medieval foundation, damaged by the earthquake.
2020
978-88-5491-016-4
Nel prendere in considerazione le norme che nella storia hanno caratterizzato la gestione dei beni culturali in Italia, occorre sviluppare una riflessione non tanto sugli specifici apparati legislativi, quanto piuttosto sugli esiti delle azioni connesse alla loro applicazione, sia ai fini della prevenzione che per la salvaguarda delle identità locali, soprattutto dopo eventi imprevisti, come i terremoti. Da tali analisi si evidenzia la necessità di prescrivere un’approfondita fase di conoscenza preliminare dei beni coinvolti dal sisma. Tale conoscenza ha una duplice finalità: da un lato, consente di valutare le tecniche costruttive locali ai fini della sicurezza, imponendo parametri di capacità in funzione del livello di conoscenza (N.T.C 2018, Capitolo 8 - Costruzioni Esistenti); dall’altro permettere d’individuare il “lessico costruttivo locale” da salvaguardare attraverso la predisposizione di specifici strumenti regolamentari, che affrontano anche il tema di una ricostruzione consapevole dei luoghi distruttivi dal sisma. In questa prospettiva, l’analisi e la conoscenza dei tracciati storici, dei volumi, della configurazione architettonica, delle relazioni tra spazi pubblici e privati e del rapporto tra insediamento e territorio costituiranno un importante riferimento per la pianificazione e progettazione degli interventi, ai fini della loro conservazione compatibile con gli obiettivi di miglioramento e adeguamento stabiliti dalla normativa tecnica antisismica. L’Area oggetto d’indagine corrisponde ad una significativa porzione del territorio appenninico fra le regioni Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, comprendendo centri storici di dimensioni diverse che sono inseriti all’interno di un contesto naturale e antropico di rilevante valore. La ricerca si è concentrata sul territorio del Comune di Arquata del Tronto nelle Marche: esso si compone di piccoli nuclei di origine medievale che nei secoli hanno subito numerose trasformazioni, anche in relazione al ripetersi di importanti eventi sismici. Nonostante le evidenti trasformazioni, sono riconoscibili i segni della permanenza di un comune assetto tipo-morfologico, caratterizzato dall’uso di tecniche costruttive molto semplici e lontane dal rispetto della “regola dell’arte”. Per non perdere una parte essenziale di tale patrimonio che a seguito delle demolizioni è in continua mutazione, sono state avviate alcune indagini preliminari. La definizione del quadro conoscitivo trova diretta applicazione nella “ricostruzione fisica” attraverso l’apprendimento puntuale delle tradizioni locali, raccolte in documento/codice di pratica per consentire, da un lato un effettivo miglioramento dei sistemi costruttivi, individuando i punti di debolezza, in relazione al degrado fisico, chimico e strutturale degli elementi e dall’altro per avviare una salvaguardia attiva dei caratteri identitari che costituiscono il reale valore dei piccoli centri danneggiati dal sisma.
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