Paesaggi migranti: incroci, sovrapposizioni, contrapposizioni (a cura di M. Spina e E. Trusiani) Il seminario affronta il tema delle migrazioni dal punto di vista degli incroci, delle sovrapposizioni e contrapposizioni culturali che ne derivano allo scopo di evidenziare le storie di integrazione e convivenza, ma anche quelle di esclusione, tra coloro che più di un secolo fa sono andati via dall’Italia e coloro che adesso gravitano sul nostro paese. Secondo le statistiche tra ’800 e ’900, circa 62 milioni di Italiani sono emigrati, esportando idee, mestieri, cultura, stili di vita e… malavita (perché no!). Come sostiene Emilio Franzina: «a dispetto della straordinaria importanza da essi assunta nel corso degli ultimi decenni tanto in Italia quanto altrove, i movimenti migratori di massa continuano a costituire, sotto il profilo storiografico, un oggetto di studio per i più misterioso e da molti trascurato ovvero considerato secondario e minore […]. Lo svolgersi delle emigrazioni, e il dispiegarsi dei loro effetti, specie là dove essi innervano la formazione di nuove realtà demografiche, e al tempo stesso sociali e culturali, è in realtà la pagina forse più importante nella storia dell’umanità e di certo in quella del mondo contemporaneo». Il migrante, del resto, abbandona un ambiente per lui ingrato, forza confini e attraversa barriere per approdare in un luogo in cui, nonostante le ostilità che incontra, tende a creare una geografia nuova capace di trasmettere un’eco del suo paesaggio interiore. Il luogo, di conseguenza, “dovrebbe” perdere la chiusura e l’omogeneità garantitegli dai confini che il discorso nazionalista gli ha disposto intorno per aprirsi al flusso di nuove presenze e altre informazioni1. Attraverso le testimonianze dei vari operatori invitati, questo seminario si propone di avviare una discussione che, a partire da una storia tutta italiana, sviluppatasi nell’arco di oltre cent’anni fuori dai confini nazionali, metta in luce le vicende che, relativamente alle migrazioni verso il nostro territorio, hanno generato incroci, sovrapposizioni, ma anche contrapposizioni, nella produzione culturale degli ultimi vent’anni. I contributi spaziano dal teatro all’associazionismo, dalle ricerche universitarie ai report giornalistici, dalle storie di vita quotidiana all’intervista di categorie privilegiate; si cercherà di raccontare le esperienze sul campo e di riflettere insieme sulle trasformazioni sociali e culturali impresse dal fenomeno migratorio, considerando che queste non sono quasi mai l’esito di un processo lineare quanto piuttosto il frutto di repentine accelerazioni.

Seminario "Paesaggi migranti: incroci, sovrapposizioni, contrapposizioni"

elio trusiani
2018-01-01

Abstract

Paesaggi migranti: incroci, sovrapposizioni, contrapposizioni (a cura di M. Spina e E. Trusiani) Il seminario affronta il tema delle migrazioni dal punto di vista degli incroci, delle sovrapposizioni e contrapposizioni culturali che ne derivano allo scopo di evidenziare le storie di integrazione e convivenza, ma anche quelle di esclusione, tra coloro che più di un secolo fa sono andati via dall’Italia e coloro che adesso gravitano sul nostro paese. Secondo le statistiche tra ’800 e ’900, circa 62 milioni di Italiani sono emigrati, esportando idee, mestieri, cultura, stili di vita e… malavita (perché no!). Come sostiene Emilio Franzina: «a dispetto della straordinaria importanza da essi assunta nel corso degli ultimi decenni tanto in Italia quanto altrove, i movimenti migratori di massa continuano a costituire, sotto il profilo storiografico, un oggetto di studio per i più misterioso e da molti trascurato ovvero considerato secondario e minore […]. Lo svolgersi delle emigrazioni, e il dispiegarsi dei loro effetti, specie là dove essi innervano la formazione di nuove realtà demografiche, e al tempo stesso sociali e culturali, è in realtà la pagina forse più importante nella storia dell’umanità e di certo in quella del mondo contemporaneo». Il migrante, del resto, abbandona un ambiente per lui ingrato, forza confini e attraversa barriere per approdare in un luogo in cui, nonostante le ostilità che incontra, tende a creare una geografia nuova capace di trasmettere un’eco del suo paesaggio interiore. Il luogo, di conseguenza, “dovrebbe” perdere la chiusura e l’omogeneità garantitegli dai confini che il discorso nazionalista gli ha disposto intorno per aprirsi al flusso di nuove presenze e altre informazioni1. Attraverso le testimonianze dei vari operatori invitati, questo seminario si propone di avviare una discussione che, a partire da una storia tutta italiana, sviluppatasi nell’arco di oltre cent’anni fuori dai confini nazionali, metta in luce le vicende che, relativamente alle migrazioni verso il nostro territorio, hanno generato incroci, sovrapposizioni, ma anche contrapposizioni, nella produzione culturale degli ultimi vent’anni. I contributi spaziano dal teatro all’associazionismo, dalle ricerche universitarie ai report giornalistici, dalle storie di vita quotidiana all’intervista di categorie privilegiate; si cercherà di raccontare le esperienze sul campo e di riflettere insieme sulle trasformazioni sociali e culturali impresse dal fenomeno migratorio, considerando che queste non sono quasi mai l’esito di un processo lineare quanto piuttosto il frutto di repentine accelerazioni.
2018
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