Le linee guida forniscono gli strumenti operativi per la classificazione del Rischio Sismico delle costruzioni definendo otto Classi di Rischio, con rischio crescente dalla lettera A+ alla lettera G, due metodi alternativi e due parametri per l’attestazione della classe. Un metodo ‘convenzionale’ con ambito di applicazione valido su tutto lo spettro delle costruzioni e un metodo ‘semplificato’ finalizzato all’utilizzo su edifici in muratura, con un ambito applicativo limitato. I due parametri utilizzati considerano, da un lato gli aspetti legati alle possibili perdite economiche e sociali e dall’altro gli aspetti legati alla sicurezza degli occupanti nel rispetto del valore della salvaguardia della vita umana. Il metodo ‘convenzionale’ si basa sui metodi di analisi previsti dalle attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008) correlando gli stati limite a scenari di danneggiamento e quindi ad un costo di riparazione (espresso in percentuale rispetto al costo di ricostruzione dell’immobile) e considerando il tempo di ritorno (o frequenza media annua) dell’intensità sismica che produce i suddetti stati limite. In tal modo è possibile stimare il parametro di perdita annuale media attesa (PAM) legata al danneggiamento a seguito di eventi sismici della struttura. Parallelamente la norma introduce un indice di sicurezza della struttura (IS-V) definito dal rapporto capacità (resistenza della struttura) su domanda (intensità del terremoto) in termini di accelerazione sismica relativa allo stato limite di vita. I due parametri forniscono informazioni di carattere diverso. Il primo (PAM) fornisce esclusivamente informazioni economiche e può costituire la base per individuare incentivi economici e prevedere i costi attesi in caso di sisma. Il secondo (IS-V) si occupa di un aspetto tutt’altro che secondario ma difficile da tradurre in termini economici: la sicurezza delle persone e fornisce un’informazione complementare con l’intenzione di fare della classificazione sismica delle costruzioni non solo uno strumento di incentivazione economica, ma anche di mappatura della sicurezza degli edifici sul territorio nazionale. Il metodo ‘semplificato’ può essere utilizzato come valutazione preliminare della Classe di Rischio o in sostituzione del metodo ‘convenzionale’ limitatamente agli edifici in muratura e agli interventi di tipo locale. Tale metodo si basa su una classificazione tipologica delle costruzioni e si fonda sulle definizioni della scala macrosismica europea EMS-98. Il concetto dietro all’utilizzo del metodo semplificato è che se l’obiettivo di una scala macrosismica è la misurazione della severità di un terremoto attraverso l’osservazione dei danni subiti dagli edifici, la medesima scala può rappresentare, per scopi previsionali, un modello di vulnerabilità capace di fornire, per una data intensità sismica, una certa distribuzione probabilistica del danno in base alla quale definire la valutazione della Classe di Rischio della costruzione.

Stati limite e costo economico, ecco gli elementi da valutare per attribuire le classi di rischio

dall'asta andrea
2017-01-01

Abstract

Le linee guida forniscono gli strumenti operativi per la classificazione del Rischio Sismico delle costruzioni definendo otto Classi di Rischio, con rischio crescente dalla lettera A+ alla lettera G, due metodi alternativi e due parametri per l’attestazione della classe. Un metodo ‘convenzionale’ con ambito di applicazione valido su tutto lo spettro delle costruzioni e un metodo ‘semplificato’ finalizzato all’utilizzo su edifici in muratura, con un ambito applicativo limitato. I due parametri utilizzati considerano, da un lato gli aspetti legati alle possibili perdite economiche e sociali e dall’altro gli aspetti legati alla sicurezza degli occupanti nel rispetto del valore della salvaguardia della vita umana. Il metodo ‘convenzionale’ si basa sui metodi di analisi previsti dalle attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008) correlando gli stati limite a scenari di danneggiamento e quindi ad un costo di riparazione (espresso in percentuale rispetto al costo di ricostruzione dell’immobile) e considerando il tempo di ritorno (o frequenza media annua) dell’intensità sismica che produce i suddetti stati limite. In tal modo è possibile stimare il parametro di perdita annuale media attesa (PAM) legata al danneggiamento a seguito di eventi sismici della struttura. Parallelamente la norma introduce un indice di sicurezza della struttura (IS-V) definito dal rapporto capacità (resistenza della struttura) su domanda (intensità del terremoto) in termini di accelerazione sismica relativa allo stato limite di vita. I due parametri forniscono informazioni di carattere diverso. Il primo (PAM) fornisce esclusivamente informazioni economiche e può costituire la base per individuare incentivi economici e prevedere i costi attesi in caso di sisma. Il secondo (IS-V) si occupa di un aspetto tutt’altro che secondario ma difficile da tradurre in termini economici: la sicurezza delle persone e fornisce un’informazione complementare con l’intenzione di fare della classificazione sismica delle costruzioni non solo uno strumento di incentivazione economica, ma anche di mappatura della sicurezza degli edifici sul territorio nazionale. Il metodo ‘semplificato’ può essere utilizzato come valutazione preliminare della Classe di Rischio o in sostituzione del metodo ‘convenzionale’ limitatamente agli edifici in muratura e agli interventi di tipo locale. Tale metodo si basa su una classificazione tipologica delle costruzioni e si fonda sulle definizioni della scala macrosismica europea EMS-98. Il concetto dietro all’utilizzo del metodo semplificato è che se l’obiettivo di una scala macrosismica è la misurazione della severità di un terremoto attraverso l’osservazione dei danni subiti dagli edifici, la medesima scala può rappresentare, per scopi previsionali, un modello di vulnerabilità capace di fornire, per una data intensità sismica, una certa distribuzione probabilistica del danno in base alla quale definire la valutazione della Classe di Rischio della costruzione.
2017
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