Gli eventi sismici dell’estate-autunno 2016 in Italia centrale hanno causato numerose vittime e danni mostrando ancora una volta l’incapacità di ridurre efficacemente il rischio sismico nel nostro Paese. Le ragioni per cui non si riesce a ridurre il rischio sismico in Italia vengono generalmente e diffusamente associate a problematiche relative alla consapevolezza del rischio da parte di amministratori e cittadini, alla disponibilità di fondi e a tecniche ingegneristiche idonee a seconda del contesto in cui vengono applicate. In questo lavoro, invece, proponiamo una riflessione sugli strumenti attualmente in uso per fare prevenzione in ambito di terremoti, in particolare sull'informazione di base necessaria e relativa alla pericolosità sismica. La carta di pericolosità sismica attuale, costruita su base probabilistica ed indipendente dal tempo, non permette di individuare quelle aree in cui predisporre in maniera prioritaria piani di emergenza ed una efficace riduzione della vulnerabilità delle opere antropiche. Se si vuole evitare, nel prossimo futuro, che si ripeta di nuovo lo stesso scenario postsisma del 2016 occorre sviluppare a livello nazionale un discorso avanzato di valutazione della pericolosità sismica, dove i risultati della ricerca scientifi ca relativi alla Geologia dei Terremoti e alla Sismologia degli ultimi venti anni vengano estratti dai lavori scientifici e messi a disposizione per la gestione e sicurezza del territorio.
I terremoti dell’estate-autunno 2016 in Italia centrale: nuove prospettive per la valutazione della pericolosità sismica
Tondi Emanuele;Volatili Tiziano;Pierantoni Pietro Paolo
2018-01-01
Abstract
Gli eventi sismici dell’estate-autunno 2016 in Italia centrale hanno causato numerose vittime e danni mostrando ancora una volta l’incapacità di ridurre efficacemente il rischio sismico nel nostro Paese. Le ragioni per cui non si riesce a ridurre il rischio sismico in Italia vengono generalmente e diffusamente associate a problematiche relative alla consapevolezza del rischio da parte di amministratori e cittadini, alla disponibilità di fondi e a tecniche ingegneristiche idonee a seconda del contesto in cui vengono applicate. In questo lavoro, invece, proponiamo una riflessione sugli strumenti attualmente in uso per fare prevenzione in ambito di terremoti, in particolare sull'informazione di base necessaria e relativa alla pericolosità sismica. La carta di pericolosità sismica attuale, costruita su base probabilistica ed indipendente dal tempo, non permette di individuare quelle aree in cui predisporre in maniera prioritaria piani di emergenza ed una efficace riduzione della vulnerabilità delle opere antropiche. Se si vuole evitare, nel prossimo futuro, che si ripeta di nuovo lo stesso scenario postsisma del 2016 occorre sviluppare a livello nazionale un discorso avanzato di valutazione della pericolosità sismica, dove i risultati della ricerca scientifi ca relativi alla Geologia dei Terremoti e alla Sismologia degli ultimi venti anni vengano estratti dai lavori scientifici e messi a disposizione per la gestione e sicurezza del territorio.File | Dimensione | Formato | |
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