Le popolazioni urbane stanno crescendo a un tasso senza precedenti: una tendenza che letta insieme ai dati sull’invecchiamento, ai dati statistici di quelle che vengono definite le malattie della contemporaneità (diabete e obesità), all'urgente necessità di rispondere ai cambiamenti climatici, anche riguardo agli effetti sulla salute, rappresenta un potente richiamo per la disciplina urbanistica su come progettare città più sostenibili e resilienti che contribuiscano a migliorare la salute, il benessere e l'inclusione sociale delle popolazioni urbane. La storia della città riflette da sempre i legami stretti con la salute e il benessere dei suoi abitanti; l’urbanistica come “terapia della città” (Choay,1980) è stata associata, alla fine dell’Ottocento, allo sviluppo della epidemiologia che legava l’emergere di alcune patologie con certe caratteristiche ambientali, in particolare delle conurbazioni industriali. Nel tempo questo legame si è interrotto. Negli ultimi decenni le crisi che le città del mondo stanno vivendo, prima tra tutte la crisi ambientale, così come la crisi economico-finanziaria e sociale hanno portato alla ribalta il modello della città sostenibile e della pianificazione sostenibile, al cui interno è collocabile, di nuovo, il concetto di pianificazione favorevole alla salute e al benessere degli abitanti delle città. Ciò nonostante spesso sfugge il ruolo dell’urbanistica nell’influenzare questi aspetti e nel contribuire a una governance urbana che abbia al centro “l’habitat umano”e la “qualità dell’abitare” quali esiti di un insieme coordinato di azioni integrate di carattere trasversale e transdisciplinare, finalizzate al miglioramento delle condizioni di salute e di benessere nelle città.
Una nuova governance urbana in nome della salute e del benessere degli abitanti delle città
Rosalba D'Onofrio;Elio Trusiani
2017-01-01
Abstract
Le popolazioni urbane stanno crescendo a un tasso senza precedenti: una tendenza che letta insieme ai dati sull’invecchiamento, ai dati statistici di quelle che vengono definite le malattie della contemporaneità (diabete e obesità), all'urgente necessità di rispondere ai cambiamenti climatici, anche riguardo agli effetti sulla salute, rappresenta un potente richiamo per la disciplina urbanistica su come progettare città più sostenibili e resilienti che contribuiscano a migliorare la salute, il benessere e l'inclusione sociale delle popolazioni urbane. La storia della città riflette da sempre i legami stretti con la salute e il benessere dei suoi abitanti; l’urbanistica come “terapia della città” (Choay,1980) è stata associata, alla fine dell’Ottocento, allo sviluppo della epidemiologia che legava l’emergere di alcune patologie con certe caratteristiche ambientali, in particolare delle conurbazioni industriali. Nel tempo questo legame si è interrotto. Negli ultimi decenni le crisi che le città del mondo stanno vivendo, prima tra tutte la crisi ambientale, così come la crisi economico-finanziaria e sociale hanno portato alla ribalta il modello della città sostenibile e della pianificazione sostenibile, al cui interno è collocabile, di nuovo, il concetto di pianificazione favorevole alla salute e al benessere degli abitanti delle città. Ciò nonostante spesso sfugge il ruolo dell’urbanistica nell’influenzare questi aspetti e nel contribuire a una governance urbana che abbia al centro “l’habitat umano”e la “qualità dell’abitare” quali esiti di un insieme coordinato di azioni integrate di carattere trasversale e transdisciplinare, finalizzate al miglioramento delle condizioni di salute e di benessere nelle città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.