I terremoti, soprattutto quando di elevata intensità, sono spesso percepiti come calamità occasionali. Di conseguenza, sono affrontati nella dimensione emergenziale del presente, dimenticando la replicabilità dell’evento, che certamente non mancherà. Superare questa drammatica miopia significa sottolineare l’esigenza di assumere urgenti misure per favorire lo sviluppo di città e comunità più resilienti. Nel caso studio delle aree dell’Appennino centrale, colpite dal sisma del 14 agosto 2016 e seguenti, è proprio questo il momento più opportuno per sensibilizzare i decision makers, ai diversi livelli di governo, a dedicare energie alla costruzione di città e comunità capaci di affrontare l’evento calamitoso con la necessaria flessibilità dei sistemi fisici, economici e sociali, ricostruendo “meglio di com’era prima” (Esposito F. et al., 2017). Questo potrà avvenire programmando le attività per la ricostruzione in stretta coerenza con quelle per lo sviluppo sostenibile. Si auspica che dopo questa ennesima tragedia i responsabili delle politiche territoriali dedichino più attenzione e risorse alla conoscenza di fenomeni naturali, molto frequenti nell’intero pianeta; come terremoti, uragani, tsunami, eruzioni vulcaniche e frane, e alle strette interazioni con i processi decisionali della governance. Quando i riflettori sull’area colpita si spegneranno tutto sarà più difficile.

Eventi sismici: non ci facciamo più cogliere di sorpresa

Sargolini M.
2017-01-01

Abstract

I terremoti, soprattutto quando di elevata intensità, sono spesso percepiti come calamità occasionali. Di conseguenza, sono affrontati nella dimensione emergenziale del presente, dimenticando la replicabilità dell’evento, che certamente non mancherà. Superare questa drammatica miopia significa sottolineare l’esigenza di assumere urgenti misure per favorire lo sviluppo di città e comunità più resilienti. Nel caso studio delle aree dell’Appennino centrale, colpite dal sisma del 14 agosto 2016 e seguenti, è proprio questo il momento più opportuno per sensibilizzare i decision makers, ai diversi livelli di governo, a dedicare energie alla costruzione di città e comunità capaci di affrontare l’evento calamitoso con la necessaria flessibilità dei sistemi fisici, economici e sociali, ricostruendo “meglio di com’era prima” (Esposito F. et al., 2017). Questo potrà avvenire programmando le attività per la ricostruzione in stretta coerenza con quelle per lo sviluppo sostenibile. Si auspica che dopo questa ennesima tragedia i responsabili delle politiche territoriali dedichino più attenzione e risorse alla conoscenza di fenomeni naturali, molto frequenti nell’intero pianeta; come terremoti, uragani, tsunami, eruzioni vulcaniche e frane, e alle strette interazioni con i processi decisionali della governance. Quando i riflettori sull’area colpita si spegneranno tutto sarà più difficile.
2017
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