lL'articolo tratta della differenza che esiste tra visionarietà e utopia, ponendo a confronto due figure emblematiche dell'architettura come Boullée e Fuller. Visionario è colui che vede ciò che non esiste, che percepisce il mondo in modo de-formato. Il visionario non si rapporta con oggetti reali, ma con concezioni mentali. Questo pensiero tende a sottolineare il significato del termine visionario poiché spesso si tende a confonderlo con il concetto di utopia. A mio avviso tra utopia e visionarietà esistono differenze sostanziali. Prima fra tutte è che il soggetto visionario può prescindere dalla realtà, introducendo eventi irrazionali o impossibili, può ricorrere cioè a menzogne o a finzioni. L’utopia invece si rivolge al futuro, inventando un’entità, un valore ideale che si pone come una previsione. Nel concetto di utopia esiste dunque un auspicio rivolto alla realizzabilità di un intento, di progetto o di un’idea, ponendosi come modello di riferimento su cui orientare azioni pragmaticamente praticabili. Le utopie preconizzano un futuro in cui scienza e tecnologie avanzate creano delle condizioni per uno stile di vita migliore. E’ dunque una visione ottimistica e positivista nei confronti del futuro. Altro aspetto riguarda la grande dimensione che sta alla base del pensiero visionario, mentre all’interno del significato di utopia la maestosità e la grandezza divengono aggettivi che assumono un carattere deduttivo, cioè non necessariamente rientrando tra gli aspetti formativi del pensiero utopico. Infine ultimo punto che a mio avviso vale la pena porre in evidenza è l’aspetto evocativo e simbolico che sottintende tutte le opere degli architetti visionari, mentre per gli utopisti la creazione di opera che si pone come significante è implicita nel termine. Il temine utopia rappresenta il simbolo della perfezione ed esprime il luogo di perfetta armonia e compiutezza. L'articolo segue dimostrando quanto affermato, attraverso ricerche e progetti di Fuller e Boullèe

BOULLEE VISIONARIO FULLER UTOPICO

Anna Rita Emili
2018-01-01

Abstract

lL'articolo tratta della differenza che esiste tra visionarietà e utopia, ponendo a confronto due figure emblematiche dell'architettura come Boullée e Fuller. Visionario è colui che vede ciò che non esiste, che percepisce il mondo in modo de-formato. Il visionario non si rapporta con oggetti reali, ma con concezioni mentali. Questo pensiero tende a sottolineare il significato del termine visionario poiché spesso si tende a confonderlo con il concetto di utopia. A mio avviso tra utopia e visionarietà esistono differenze sostanziali. Prima fra tutte è che il soggetto visionario può prescindere dalla realtà, introducendo eventi irrazionali o impossibili, può ricorrere cioè a menzogne o a finzioni. L’utopia invece si rivolge al futuro, inventando un’entità, un valore ideale che si pone come una previsione. Nel concetto di utopia esiste dunque un auspicio rivolto alla realizzabilità di un intento, di progetto o di un’idea, ponendosi come modello di riferimento su cui orientare azioni pragmaticamente praticabili. Le utopie preconizzano un futuro in cui scienza e tecnologie avanzate creano delle condizioni per uno stile di vita migliore. E’ dunque una visione ottimistica e positivista nei confronti del futuro. Altro aspetto riguarda la grande dimensione che sta alla base del pensiero visionario, mentre all’interno del significato di utopia la maestosità e la grandezza divengono aggettivi che assumono un carattere deduttivo, cioè non necessariamente rientrando tra gli aspetti formativi del pensiero utopico. Infine ultimo punto che a mio avviso vale la pena porre in evidenza è l’aspetto evocativo e simbolico che sottintende tutte le opere degli architetti visionari, mentre per gli utopisti la creazione di opera che si pone come significante è implicita nel termine. Il temine utopia rappresenta il simbolo della perfezione ed esprime il luogo di perfetta armonia e compiutezza. L'articolo segue dimostrando quanto affermato, attraverso ricerche e progetti di Fuller e Boullèe
2018
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