Edizione d’esordio per la Biennale d’Architecture d’Orléans. Un percorso sostenuto dal Centre d’Orléans ‒ Fonds Régional d’Art Contemporain, nell’ottica di un dialogo fra la memoria e le opere presenti nella collezione permanente del Museo. Si alza il sipario sulla prima edizione della Biennale d’Architecture di Orlèans: sei mesi di esposizioni e simposi in giro per la città e la regione promossi dal Frac Centre d’Orléans ‒ Fonds Régional d’Art Contemporain. Un incontro fra la memoria delle opere nella sua collezione e quelle in divenire dei 45 architetti invitati, con cui l’istituzione francese riafferma il proprio ruolo di riferimento per l’innovazione e la sperimentazione nella cultura progettuale internazionale. Marcher dans le rêve d’un autre è “una biennale di collezioni” che non presenta l’architettura in modo tradizionale, attraverso oggetti finiti, gli edifici. Non vogliamo infatti raccontare il risultato del processo di costruzione, ma il suo inizio. Perché, come scriveva Ettore Sottsass, “la forma dell’architettura non è altro che l’invenzione dello spazio”.

BIENNALE D'ARCHITETTURA D'ORLEANS

GALOFARO, Luca
2017-01-01

Abstract

Edizione d’esordio per la Biennale d’Architecture d’Orléans. Un percorso sostenuto dal Centre d’Orléans ‒ Fonds Régional d’Art Contemporain, nell’ottica di un dialogo fra la memoria e le opere presenti nella collezione permanente del Museo. Si alza il sipario sulla prima edizione della Biennale d’Architecture di Orlèans: sei mesi di esposizioni e simposi in giro per la città e la regione promossi dal Frac Centre d’Orléans ‒ Fonds Régional d’Art Contemporain. Un incontro fra la memoria delle opere nella sua collezione e quelle in divenire dei 45 architetti invitati, con cui l’istituzione francese riafferma il proprio ruolo di riferimento per l’innovazione e la sperimentazione nella cultura progettuale internazionale. Marcher dans le rêve d’un autre è “una biennale di collezioni” che non presenta l’architettura in modo tradizionale, attraverso oggetti finiti, gli edifici. Non vogliamo infatti raccontare il risultato del processo di costruzione, ma il suo inizio. Perché, come scriveva Ettore Sottsass, “la forma dell’architettura non è altro che l’invenzione dello spazio”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/403869
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