La Valcamonica contiene al suo interno risorse di tipo naturale e culturale, tra loro significativamente intrecciate, spesso non opportunamente valorizzate. Una loro appropriata gestione potrebbe ridare vitalità socio economica alla Valle, contribuendo a frenare l'emorragia demografica, mantenere i presidi territoriali, aumentare l'attrattività dell'intera area. In una fase di omogeneizzazione dei paesaggi, di globalizzazione dei mercati e di standardizzazione dei comportamenti dei consumatori, ogni spinta alla valorizzazione di specificità e sistemi identitari locali e quindi alla territorializzazione delle produzioni potrebbe essere un valore aggiunto per il territorio in cui ricade e aprire scenari sinora inediti per le aree marginali, altrimenti sempre più escluse dalle reti della fruizione per usi abitativi, turistici e produttivi. Negli ultimi decenni, il concetto di "radicamento" ed il suo opposto, lo sradicamento, hanno svolto un ruolo fondamentale nella comprensione delle relazioni tra spazio geografico, società ed economia. In questa nuova prospettiva, un intrico di relazioni, orizzontali e verticali, sociali ed ecologiche, lega le pratiche e le performance economiche a contesti che sono necessariamente e storicamente e geograficamente connotati. Il radicamento delle strutture produttive e delle forme dell'agire sociale consente ai luoghi e ai territori di stabilire relazioni relativamente autonome con scale superiori, compensando il processo di sradicamento indotto dall'internazionalizzazione dell'attività economica. I cosiddetti nuovi fattori di localizzazione sono riconducibili alle condizioni specifiche dei territori le quali, secondo modalità diverse, possono agire nei processi di rigenerazione sociale, economica e culturale anche di aree marginali. Gli elementi che, insieme al capitale naturale e culturale, possono concorrere alla rigenerazione sono: i "saper fare" ereditati, le nuove tecnologie, le diverse forme di condivisione di strategie tra attori diversi pubblici e privati, la capacità di tradurre le strategie in tattiche. In questa prospettiva, un'area come quella oggetto di studio potrebbe tentare di rimettere in gioco tutte le sue peculiarità da un'angolatura speciale che è quella di valorizzare le interazioni tra i segni della natura e della cultura e le comunità e il loro sistema della produttività. Tra i segni della natura, si evidenziano quelle risorse che hanno determinato la Rete Natura di Valle Camonica. Tra i segni della cultura, le preesistenze archeologiche e socioculturali che vanno a sostanziare il sito UNESCO "Arte rupestre della Valle Camonica", oltre a un vasto patrimonio storico artistico disseminato nell'intera valle. Dare valore a segni di una natura anche selvaggia e non intensamente usata dall'uomo, e di una cultura preistorica disconosciuta e non più frequentata, significa, da un lato, assicurarne la conoscenza, la conservazione e la fruizione; dall'altro, avvicinare questi celebri segni a paesaggi, prodotti e comunità della contemporaneità, certificandone così le radici identitarie e il legame attuale con il territorio.

Progetto per la candidatura della Valcamonica alla SNAI

SARGOLINI, Massimo
2015-01-01

Abstract

La Valcamonica contiene al suo interno risorse di tipo naturale e culturale, tra loro significativamente intrecciate, spesso non opportunamente valorizzate. Una loro appropriata gestione potrebbe ridare vitalità socio economica alla Valle, contribuendo a frenare l'emorragia demografica, mantenere i presidi territoriali, aumentare l'attrattività dell'intera area. In una fase di omogeneizzazione dei paesaggi, di globalizzazione dei mercati e di standardizzazione dei comportamenti dei consumatori, ogni spinta alla valorizzazione di specificità e sistemi identitari locali e quindi alla territorializzazione delle produzioni potrebbe essere un valore aggiunto per il territorio in cui ricade e aprire scenari sinora inediti per le aree marginali, altrimenti sempre più escluse dalle reti della fruizione per usi abitativi, turistici e produttivi. Negli ultimi decenni, il concetto di "radicamento" ed il suo opposto, lo sradicamento, hanno svolto un ruolo fondamentale nella comprensione delle relazioni tra spazio geografico, società ed economia. In questa nuova prospettiva, un intrico di relazioni, orizzontali e verticali, sociali ed ecologiche, lega le pratiche e le performance economiche a contesti che sono necessariamente e storicamente e geograficamente connotati. Il radicamento delle strutture produttive e delle forme dell'agire sociale consente ai luoghi e ai territori di stabilire relazioni relativamente autonome con scale superiori, compensando il processo di sradicamento indotto dall'internazionalizzazione dell'attività economica. I cosiddetti nuovi fattori di localizzazione sono riconducibili alle condizioni specifiche dei territori le quali, secondo modalità diverse, possono agire nei processi di rigenerazione sociale, economica e culturale anche di aree marginali. Gli elementi che, insieme al capitale naturale e culturale, possono concorrere alla rigenerazione sono: i "saper fare" ereditati, le nuove tecnologie, le diverse forme di condivisione di strategie tra attori diversi pubblici e privati, la capacità di tradurre le strategie in tattiche. In questa prospettiva, un'area come quella oggetto di studio potrebbe tentare di rimettere in gioco tutte le sue peculiarità da un'angolatura speciale che è quella di valorizzare le interazioni tra i segni della natura e della cultura e le comunità e il loro sistema della produttività. Tra i segni della natura, si evidenziano quelle risorse che hanno determinato la Rete Natura di Valle Camonica. Tra i segni della cultura, le preesistenze archeologiche e socioculturali che vanno a sostanziare il sito UNESCO "Arte rupestre della Valle Camonica", oltre a un vasto patrimonio storico artistico disseminato nell'intera valle. Dare valore a segni di una natura anche selvaggia e non intensamente usata dall'uomo, e di una cultura preistorica disconosciuta e non più frequentata, significa, da un lato, assicurarne la conoscenza, la conservazione e la fruizione; dall'altro, avvicinare questi celebri segni a paesaggi, prodotti e comunità della contemporaneità, certificandone così le radici identitarie e il legame attuale con il territorio.
2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/392065
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