Nell’ultimo decennio l’aumentata frequenza di occorrenza di eventi parossistici nel territorio montano e la conseguente interferenza con le strutture antropiche del territorio stesso hanno generato un maggior interesse, sia nell’ambito della pura ricerca scientifica che nell’ambito delle attività di pianificazione territoriale, verso i fenomeni di debris flows. Lo studio sulle colate detritiche del versante adriatico dell’Appennino calcareo umbro-marchigiano, ha permesso di verificare come tali eventi siano costantemente presenti, con ricorrenze a volta stagionali, ed abbiano costituito un elemento morfodinamico molto importante nell’evoluzione quaternaria del paesaggio montano. In particolare essi, si verificano prevalentemente durante il periodo primaverile a seguito di piogge intense alle quali si sommano eventi di scioglimento delle nevi, e in misura minore, durante l'autunno, collegate con piogge abbondanti. La maggior parte di tali fenomeni si producono lungo un pendio molto ripido, caratterizzato nella sua parte superiore da una notevole quantità di detriti, stratificati o no, facilmente rimobilizzabili, e dove il substrato è caratterizzato da intensa fratturazione e/o tettonizzazione. In alcuni casi è possibile verificare come questi processi utilizzino vecchi canaloni di valanga al cui interno è presente detriti sciolto, facilmente rimovibile. Tale studio, pur presentando limitazioni da un punto di vista idrodinamico (dinamica di trasporto dei sedimenti, valutazione delle soglie di innesco dei debris flows, ecc.), rappresenta un primo passo nello studio di tali fenomeni che, pur essendo alquanto frequenti e caratteristici di quest’area dell’Appennino umbro-marchigiano, purtroppo sono stati poco studiati, soprattutto in funzione della loro notevole pericolosità. Da tali presupposti e dai risultati ottenuti con il presente studio, sarà possibile effettuare considerazioni e valutazioni di tipo pianificatorio sulle aree soggette o comunque interessate da tali eventi, con il fine di predisporre adeguati interventi di mitigazione e di salvaguardia di un territorio, che se pur ancora poco antropizzato, tuttavia risulta ad elevato rischio idrogeologico, soprattutto per tale tipologia di fenomeni.

Fattori predisponenti nei fenomeni di debris flows dell’Appennino umbro-marchigiano, versante adriatico (Italia centrale).

FARABOLLINI, Piero
2012-01-01

Abstract

Nell’ultimo decennio l’aumentata frequenza di occorrenza di eventi parossistici nel territorio montano e la conseguente interferenza con le strutture antropiche del territorio stesso hanno generato un maggior interesse, sia nell’ambito della pura ricerca scientifica che nell’ambito delle attività di pianificazione territoriale, verso i fenomeni di debris flows. Lo studio sulle colate detritiche del versante adriatico dell’Appennino calcareo umbro-marchigiano, ha permesso di verificare come tali eventi siano costantemente presenti, con ricorrenze a volta stagionali, ed abbiano costituito un elemento morfodinamico molto importante nell’evoluzione quaternaria del paesaggio montano. In particolare essi, si verificano prevalentemente durante il periodo primaverile a seguito di piogge intense alle quali si sommano eventi di scioglimento delle nevi, e in misura minore, durante l'autunno, collegate con piogge abbondanti. La maggior parte di tali fenomeni si producono lungo un pendio molto ripido, caratterizzato nella sua parte superiore da una notevole quantità di detriti, stratificati o no, facilmente rimobilizzabili, e dove il substrato è caratterizzato da intensa fratturazione e/o tettonizzazione. In alcuni casi è possibile verificare come questi processi utilizzino vecchi canaloni di valanga al cui interno è presente detriti sciolto, facilmente rimovibile. Tale studio, pur presentando limitazioni da un punto di vista idrodinamico (dinamica di trasporto dei sedimenti, valutazione delle soglie di innesco dei debris flows, ecc.), rappresenta un primo passo nello studio di tali fenomeni che, pur essendo alquanto frequenti e caratteristici di quest’area dell’Appennino umbro-marchigiano, purtroppo sono stati poco studiati, soprattutto in funzione della loro notevole pericolosità. Da tali presupposti e dai risultati ottenuti con il presente studio, sarà possibile effettuare considerazioni e valutazioni di tipo pianificatorio sulle aree soggette o comunque interessate da tali eventi, con il fine di predisporre adeguati interventi di mitigazione e di salvaguardia di un territorio, che se pur ancora poco antropizzato, tuttavia risulta ad elevato rischio idrogeologico, soprattutto per tale tipologia di fenomeni.
2012
262
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