Le strategie di conservazione delle aree di pregio paesaggistico ambientale debbono necessariamente misurarsi con le esigenze di continua trasformazione territoriale regolate dalle leggi della natura e da quelle urbanistiche e socio economiche. Non sono rari i paesaggi e gli ambienti che per non andare persi debbono rivestire nuovi ruoli e immergersi in nuovi universi di senso: la conservazione può essere garantita dall’innovazione. D’altro canto, con la pressione crescente sulle politiche energetiche, e con il conseguente bisogno di ridurre le emissioni di anidride carbonica, è evidente che non esiste comunità che possa considerarsi esente dal compito di sostenere un futuro a basso tenore di gas serra. Tuttavia, assumere un punto di vista positivo rispetto alle prospettive di diffusione di sistemi di produzione di energia alternativi non significa automaticamente dare sempre “semaforo verde” ad ogni tipo di realizzazione, dato che ciò richiede di considerare un’ampia gamma di problemi di carattere paesistico, naturale, ambientale, oltre che sociali ed economici. I progetti per lo sfruttamento dell’energia idroeletterica possono dare un importante contributo allo sviluppo sostenibile quando l’impianto è facilmente assimilato dal paesaggio del contesto territoriale in cui va a collocarsi e non si configura come un’intrusione, ma anche promuove scelte localizzative coerenti con quel contesto creando un pregresso virtuoso. Un intervento di trasformazione di un luogo, quale può considerarsi la realizzazione di un impianto per lo sfruttamento idroelettrico, in un’area come quella alpina, dove le risorse della natura sono intimamente intrecciate con le risorse culturali, necessita dunque di un’adeguata interpretazione progettuale dell’area oggetto d’intervento. La progettazione di una centrale idroelettrica non presenta solo una (certamente indiscutibile) rilevanza dal punto di vista tecnico-ingegneristico. Essa presuppone anche un’approfondita valutazione paesaggistica (inclusiva, naturalmente, delle considerazioni ambientali). Vedi altri esempi di casi studio: Olimpiadi Invernali di Salt Lake City; Ippodromo di San Rossore, Impianti eolici in area toscana; progetto ANAS di potenziamento o raddoppio dell’A14 lungo la costa Adriatica, aree estrattive nel Parco delle Alpi Apuane, ecc. In questa prospettiva, l’approccio alla questione paesaggistica dovrà andare oltre una posizione di mera difesa per affrontare, senza esitazioni, il progetto di paesaggio. Non è sufficiente limitare al minimo gli impatti sul paesaggio e sull’ambiente (come peraltro le disposizioni legislative in materia già prevedono) ma diventa essenziale studiare l’opera come parte del paesaggio alpino in cui si colloca, come anello dell’asta fluviale cui appartiene, come nodo permeabile alle grandi reti ecologiche che la intersecano.

Water in the alps. Problematiche paesaggistiche connesse allo sfruttamento idroelettrico

SARGOLINI, Massimo
2010-01-01

Abstract

Le strategie di conservazione delle aree di pregio paesaggistico ambientale debbono necessariamente misurarsi con le esigenze di continua trasformazione territoriale regolate dalle leggi della natura e da quelle urbanistiche e socio economiche. Non sono rari i paesaggi e gli ambienti che per non andare persi debbono rivestire nuovi ruoli e immergersi in nuovi universi di senso: la conservazione può essere garantita dall’innovazione. D’altro canto, con la pressione crescente sulle politiche energetiche, e con il conseguente bisogno di ridurre le emissioni di anidride carbonica, è evidente che non esiste comunità che possa considerarsi esente dal compito di sostenere un futuro a basso tenore di gas serra. Tuttavia, assumere un punto di vista positivo rispetto alle prospettive di diffusione di sistemi di produzione di energia alternativi non significa automaticamente dare sempre “semaforo verde” ad ogni tipo di realizzazione, dato che ciò richiede di considerare un’ampia gamma di problemi di carattere paesistico, naturale, ambientale, oltre che sociali ed economici. I progetti per lo sfruttamento dell’energia idroeletterica possono dare un importante contributo allo sviluppo sostenibile quando l’impianto è facilmente assimilato dal paesaggio del contesto territoriale in cui va a collocarsi e non si configura come un’intrusione, ma anche promuove scelte localizzative coerenti con quel contesto creando un pregresso virtuoso. Un intervento di trasformazione di un luogo, quale può considerarsi la realizzazione di un impianto per lo sfruttamento idroelettrico, in un’area come quella alpina, dove le risorse della natura sono intimamente intrecciate con le risorse culturali, necessita dunque di un’adeguata interpretazione progettuale dell’area oggetto d’intervento. La progettazione di una centrale idroelettrica non presenta solo una (certamente indiscutibile) rilevanza dal punto di vista tecnico-ingegneristico. Essa presuppone anche un’approfondita valutazione paesaggistica (inclusiva, naturalmente, delle considerazioni ambientali). Vedi altri esempi di casi studio: Olimpiadi Invernali di Salt Lake City; Ippodromo di San Rossore, Impianti eolici in area toscana; progetto ANAS di potenziamento o raddoppio dell’A14 lungo la costa Adriatica, aree estrattive nel Parco delle Alpi Apuane, ecc. In questa prospettiva, l’approccio alla questione paesaggistica dovrà andare oltre una posizione di mera difesa per affrontare, senza esitazioni, il progetto di paesaggio. Non è sufficiente limitare al minimo gli impatti sul paesaggio e sull’ambiente (come peraltro le disposizioni legislative in materia già prevedono) ma diventa essenziale studiare l’opera come parte del paesaggio alpino in cui si colloca, come anello dell’asta fluviale cui appartiene, come nodo permeabile alle grandi reti ecologiche che la intersecano.
2010
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