In questo lavoro sono stati integrati i dati geologici di superficie e di sottosuolo disponibili per la Sicilia nord-occidentale e quelli relativi al Tirreno meridionale unitamente ai dati sismologici raccolti durante la crisi sismica associata al terremoto di Palermo del 6 Settembre 2002, al fine di definire un modello di deformazione attiva dell’area. La localizzazione accurata degli ipocenti dei terremoti avvenuti nel Tirreno meridionale dal 1988 all’Ottobre 2002, ha consentito di definire due zone sismogenetiche principali. La prima, ad alto angolo, immergente a nord ovest, che si estende fino ad una profondità di circa 400 km e probabilmente associata con lo slab di litosfera ionica in subduzione al di sotto dell’Arco Calabro; la seconda, localizzata nella parte più superficiale della litosfera sud-tirrenica (a profondità per lo più inferiore a 25 km). Gli ipocentri contenuti nella zona sismogenetica più superficiale sono, nel loro insieme, distribuiti parallelamente alla costa nord-siciliana. I risultati di questo studio evidenziano che la suddetta zona può essere interpretata come una zona di taglio trascorrente destra, di dimensione crostale/litosferica, all’interno della quale sono localizzate numerose faglie di rango inferiore e di differente tipologia le quali accomodano la deformazione corrente. La sequenza sismica di Palermo, iniziata il 6 Settembre 2002 con un evento di Magnitudo (Ml) pari a 5.6, si colloca all’interno di questa zona di taglio; inoltre, l’analisi degli aftershock e dei meccanismi focali degli eventi principali della sequenza, evidenziano una distribuzione in direzione circa NE-SO e una compressione orientata NO-SE.

Il terremoto di Palermo (6 Settembre 2002) nel quadro della tettonica attiva della Sicilia nord occidentale e del Tirreno meridionale.

TONDI, Emanuele;CELLO, Giuseppe
2003-01-01

Abstract

In questo lavoro sono stati integrati i dati geologici di superficie e di sottosuolo disponibili per la Sicilia nord-occidentale e quelli relativi al Tirreno meridionale unitamente ai dati sismologici raccolti durante la crisi sismica associata al terremoto di Palermo del 6 Settembre 2002, al fine di definire un modello di deformazione attiva dell’area. La localizzazione accurata degli ipocenti dei terremoti avvenuti nel Tirreno meridionale dal 1988 all’Ottobre 2002, ha consentito di definire due zone sismogenetiche principali. La prima, ad alto angolo, immergente a nord ovest, che si estende fino ad una profondità di circa 400 km e probabilmente associata con lo slab di litosfera ionica in subduzione al di sotto dell’Arco Calabro; la seconda, localizzata nella parte più superficiale della litosfera sud-tirrenica (a profondità per lo più inferiore a 25 km). Gli ipocentri contenuti nella zona sismogenetica più superficiale sono, nel loro insieme, distribuiti parallelamente alla costa nord-siciliana. I risultati di questo studio evidenziano che la suddetta zona può essere interpretata come una zona di taglio trascorrente destra, di dimensione crostale/litosferica, all’interno della quale sono localizzate numerose faglie di rango inferiore e di differente tipologia le quali accomodano la deformazione corrente. La sequenza sismica di Palermo, iniziata il 6 Settembre 2002 con un evento di Magnitudo (Ml) pari a 5.6, si colloca all’interno di questa zona di taglio; inoltre, l’analisi degli aftershock e dei meccanismi focali degli eventi principali della sequenza, evidenziano una distribuzione in direzione circa NE-SO e una compressione orientata NO-SE.
2003
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