Un recente studio curato dal Servizio Ambiente e Paesaggio della Regione Marche (come approfondimento al Terzo rapporto sullo stato dell’ambiente, 2009) dà conto della geografia delle pressioni ambientali al fine di orientare le politiche regionali sugli obiettivi della sostenibilità e di monitorare l’efficacia e l’adeguatezza delle stesse politiche. I differenti livelli di pressione o criticità ambientale sono identificati sia attraverso le caratteristiche delle risorse ambientali (misurate con gli indicatori di stato) che attraverso l’impatto delle attività antropiche (misurato con gli indicatori di pressione). Queste dinamiche urbanizzative interessano non solo le Marche ma l’intera città diffusa adriatica con il risultato di una sempre più estesa superficie di suolo impermeabilizzato, che diventa la sede di edifici e infrastrutture, ma perde la capacità di svolgere funzioni ecologicamente rilevanti quali la connettività biologica. Negli ultimi tempi, una nuova attenzione si sta affermando da parte delle pubbliche amministrazioni nei confronti dell’ambiente e, più in generale, del paesaggio. Esso viene considerato; i) un elemento fondamentale della qualità della vita dei cittadini; ii) un valore culturale da contrapporre alla perdita di identità dei territori, seguita ai processi di globalizzazione; iii) una risorsa economica che potrebbe produrre occupazione e reddito. La qualità paesistica – in quanto espressione sintetica della qualità totale del territorio - conta sempre più, economicamente e socialmente. Essa risponde a: i) nuove domande sociali, che riflettono le paure e le speranze della società contemporanea di fronte ai rischi e alle minacce di perdita di contatto con il territorio e con l’identità di un luogo; ii) nuovi diritti “di cittadinanza”, come il diritto alla natura, alla sicurezza o alla bellezza, che pretendono nuovi spazi di socializzazione e nuove opportunità di appropriazione sociale. Si profila all’orizzonte una nuova sfida culturale in cui l’emergente interesse per la natura da parte dei cittadini va colto nella sua profondità ed in tutte le sue diverse possibili ricadute. Facilitare contatti e relazioni feconde tra natura e cittadini è il nuovo scenario in cui tenderanno a muoversi le interpretazioni progettuali orientate al riassetto del sistema di spazi aperti urbani.
VERDE URBANO E CONTINUITA' AMBIENTALI
SARGOLINI, Massimo
2010-01-01
Abstract
Un recente studio curato dal Servizio Ambiente e Paesaggio della Regione Marche (come approfondimento al Terzo rapporto sullo stato dell’ambiente, 2009) dà conto della geografia delle pressioni ambientali al fine di orientare le politiche regionali sugli obiettivi della sostenibilità e di monitorare l’efficacia e l’adeguatezza delle stesse politiche. I differenti livelli di pressione o criticità ambientale sono identificati sia attraverso le caratteristiche delle risorse ambientali (misurate con gli indicatori di stato) che attraverso l’impatto delle attività antropiche (misurato con gli indicatori di pressione). Queste dinamiche urbanizzative interessano non solo le Marche ma l’intera città diffusa adriatica con il risultato di una sempre più estesa superficie di suolo impermeabilizzato, che diventa la sede di edifici e infrastrutture, ma perde la capacità di svolgere funzioni ecologicamente rilevanti quali la connettività biologica. Negli ultimi tempi, una nuova attenzione si sta affermando da parte delle pubbliche amministrazioni nei confronti dell’ambiente e, più in generale, del paesaggio. Esso viene considerato; i) un elemento fondamentale della qualità della vita dei cittadini; ii) un valore culturale da contrapporre alla perdita di identità dei territori, seguita ai processi di globalizzazione; iii) una risorsa economica che potrebbe produrre occupazione e reddito. La qualità paesistica – in quanto espressione sintetica della qualità totale del territorio - conta sempre più, economicamente e socialmente. Essa risponde a: i) nuove domande sociali, che riflettono le paure e le speranze della società contemporanea di fronte ai rischi e alle minacce di perdita di contatto con il territorio e con l’identità di un luogo; ii) nuovi diritti “di cittadinanza”, come il diritto alla natura, alla sicurezza o alla bellezza, che pretendono nuovi spazi di socializzazione e nuove opportunità di appropriazione sociale. Si profila all’orizzonte una nuova sfida culturale in cui l’emergente interesse per la natura da parte dei cittadini va colto nella sua profondità ed in tutte le sue diverse possibili ricadute. Facilitare contatti e relazioni feconde tra natura e cittadini è il nuovo scenario in cui tenderanno a muoversi le interpretazioni progettuali orientate al riassetto del sistema di spazi aperti urbani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.