Dalla giurisprudenza italiana a quella comunitaria il percorso ad ostacoli per applicare l’irap

La filosofia alla base dell'Irap ravvisa nell'organizzazione dell'impresa un'unità organica alla quale deve essere riconosciuta una capacità “reale” distinta da quella personale del titolare e derivante dalla combinazione produttiva di beni, personale, conoscenze tecniche, capacità manageriali ed imprenditoriali. Tale combinazione rappresenterebbe un indice di capacità contributiva, un'attitudine oggettiva a contribuire alle spese della collettività, meritevole di essere assoggettata a tassazione. L'imposta presenta tuttavia ulteriori profili di criticità, tra i quali la necessità della sussistenza di un'autonoma organizzazione, la compatibilità con il divieto di cui all'art. 33 della VI Direttiva di istituire qualsiasi tributo che abbia il carattere di imposta sulla cifra di affari analoga all'Iva o con il divieto di aiuti di stato, l'applicazione con aliquote più elevate nei confronti di banche ed istituti di credito.