Se nell'atteggiamento iconografico il diagramma è ancora lo strumento per interpretare il divenire, dapprima raffigurandone le trasformazioni, in seguito sempre più riedificandone le rappresentazioni, sino a farne un potente succedaneo dell'architettura, la prospettiva disciplinare, nel tentativo di restituire all'architettura un ruolo operativo, riconduce il diagramma a quella "macchina astratta" ipotizzata da Deleuze che "non funziona mai nella direzione della rappresentazione di un mondo preesistente, ma produce una nuova specie di realtà, un nuovo modello di verità" (21). Ma questa nuova realtà prodotta dal diagramma non si dà mai come realtà stabile; essa è programmaticamente transitoria, mutevole, sfuggente, parcellizzata in porzioni di tempo infinitesime, "flusso -dice Sanford Kwinter citando Bergson- che inflette, combina e separa e che non lascia niente di non trasformato" (22). Lo scopo del diagramma, la sua "verità" è, dunque, la necessaria, incessante creazione/distruzione della realtà, volontà di potenza ovvero di dominio delle forze che strappano le cose al niente e nel niente le risospingono. Il testo appare nel catalogo, pubblicato da Skira, della mostra Contropiede di Peter Eisenman allestita nell'auditorium G. Monzani di Modena dal 18 giugno al 17 luglio 2005.
Oltre il diagramma. Iconografia, disciplina, architettura
MASTRIGLI, GABRIELE
2006-01-01
Abstract
Se nell'atteggiamento iconografico il diagramma è ancora lo strumento per interpretare il divenire, dapprima raffigurandone le trasformazioni, in seguito sempre più riedificandone le rappresentazioni, sino a farne un potente succedaneo dell'architettura, la prospettiva disciplinare, nel tentativo di restituire all'architettura un ruolo operativo, riconduce il diagramma a quella "macchina astratta" ipotizzata da Deleuze che "non funziona mai nella direzione della rappresentazione di un mondo preesistente, ma produce una nuova specie di realtà, un nuovo modello di verità" (21). Ma questa nuova realtà prodotta dal diagramma non si dà mai come realtà stabile; essa è programmaticamente transitoria, mutevole, sfuggente, parcellizzata in porzioni di tempo infinitesime, "flusso -dice Sanford Kwinter citando Bergson- che inflette, combina e separa e che non lascia niente di non trasformato" (22). Lo scopo del diagramma, la sua "verità" è, dunque, la necessaria, incessante creazione/distruzione della realtà, volontà di potenza ovvero di dominio delle forze che strappano le cose al niente e nel niente le risospingono. Il testo appare nel catalogo, pubblicato da Skira, della mostra Contropiede di Peter Eisenman allestita nell'auditorium G. Monzani di Modena dal 18 giugno al 17 luglio 2005.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.