Diritto del consumatore ad un'informazione educativa quale parametro valutativo della condotta del produttore di bevande alcoliche

Il contributo analizza la responsabilità del produttore alimentare, con particolare riferimento ai prodotti alcolici, partendo dal presupposto, da un lato, che gli alimenti presentano rischi intrinseci, specie se consumati abitualmente o in quantità eccessive e, dall’altro, che la sola indicazione nutrizionale in etichetta non sia sufficiente a proteggere il consumatore. Sulla base di tali premesse, evidenziando la necessità di un approccio preventivo e precauzionale anche da parte delle imprese, si sostiene che l’informazione alimentare debba assumere una funzione educativa, fornendo indicazioni non solo sugli ingredienti, ma anche sulle porzioni consigliate e sulla frequenza di consumo, per consentire scelte consapevoli. In questo contesto, il rispetto formale delle norme tecniche non esaurisce i doveri del produttore il quale ha un obbligo più ampio di protezione verso terzi, coerente con i principi di solidarietà e utilità sociale. In caso contrario, il produttore potrebbe incorrere sia in una responsabilità da prodotto difettoso sia in quella derivante dall’esercizio di attività pericolosa (art. 2050 c.c.), ipotizzandone l’estensione alla produzione di alimenti con rischi oggettivi, salva la possibilità di fornire prova liberatoria di aver adottato tutte le misure ragionevoli per prevenire il danno, anche in assenza di norme specifiche. Si valorizza inoltre il ruolo della corporate social responsibility, intesa come impegno delle imprese a bilanciare interessi economici e sociali, promuovendo comportamenti responsabili e prevenendo rischi per la salute. Infine, nei casi di danni di massa, si propone l’adozione di criteri probabilistici per ripartire la responsabilità tra più produttori, collegando la tutela del consumatore al principio di autoresponsabilità e alla piena informazione educativa.