Nel 1951 Carlo Bo, rettore dell’Università di Urbino, invita per la prima volta Giancarlo De Carlo a Urbino per discutere di un “progetto” - che oggi possiamo definire “strategico”, per l’Ateneo e il territorio che l’ospita - dove i propri piani di ampliamento potessero annodarsi alla rigenerazione di una città fortemente legata alla presenza dell’università. Così l’anno successivo, nel ’52, Bo affida a De Carlo il primo incarico: il recupero dell’antica sede centrale dell’Università di Urbino, nel centro storico. Il progetto per Palazzo Bonaventura (1952-’60), già dimora dei Duchi di Montefeltro, rappresenta dunque l’inizio di un lungo rapporto che lega la vita e l’opera di De Carlo a Urbino, all’Ateneo e alla città.
Giancarlo De Carlo. Il Campus universitario di Urbino
Ettore Vadini
2025-01-01
Abstract
Nel 1951 Carlo Bo, rettore dell’Università di Urbino, invita per la prima volta Giancarlo De Carlo a Urbino per discutere di un “progetto” - che oggi possiamo definire “strategico”, per l’Ateneo e il territorio che l’ospita - dove i propri piani di ampliamento potessero annodarsi alla rigenerazione di una città fortemente legata alla presenza dell’università. Così l’anno successivo, nel ’52, Bo affida a De Carlo il primo incarico: il recupero dell’antica sede centrale dell’Università di Urbino, nel centro storico. Il progetto per Palazzo Bonaventura (1952-’60), già dimora dei Duchi di Montefeltro, rappresenta dunque l’inizio di un lungo rapporto che lega la vita e l’opera di De Carlo a Urbino, all’Ateneo e alla città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


