Questa ricerca si inserisce nel progetto Our Food Our Future (CSO-LA/2020/411-443), co-finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Programma DEAR (Development Education and Awareness Raising), e Azioni in rete per lo Sviluppo Sostenibile, sostenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. I progetti finanziati da questo programma si propongono di promuovere una cultura della sostenibilità e la mobilitazione dei/delle giovani nella lotta per la giustizia sociale e ambientale, favorendo modelli alternativi e critici di consumo, filiere agroalimentari sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili allo sfruttamento lavorativo. Si tratta del terzo lavoro di una serie di studi dedicati a indagare i fenomeni di sfruttamento nell’agricoltura italiana da una prospettiva intersezionale di genere: si vuole cioè focalizzare l’attenzione sui modi in cui le differenze di genere interagiscono con lo status giuridico, l’origine nazionale, l’identificazione "razziale”, l’appartenenza culturale e la classe sociale per determinare le particolari condizioni di subalternità e discriminazione vissute dalle donne braccianti straniere. Si è deciso di applicare questo approccio analitico, all'intersezione tra femminismo giuridico e teorie critiche della razza, alle condizioni di vita e di lavoro delle donne straniere in alcune campagne della Toscana: la Val di Cornia, la Maremma grossetana, l’area rurale intorno ad Arezzo.
Lo sfruttamento lavorativo nelle campagne toscane: una prospettiva intersezionale di genere
Federico Oliveri
2023-01-01
Abstract
Questa ricerca si inserisce nel progetto Our Food Our Future (CSO-LA/2020/411-443), co-finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Programma DEAR (Development Education and Awareness Raising), e Azioni in rete per lo Sviluppo Sostenibile, sostenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. I progetti finanziati da questo programma si propongono di promuovere una cultura della sostenibilità e la mobilitazione dei/delle giovani nella lotta per la giustizia sociale e ambientale, favorendo modelli alternativi e critici di consumo, filiere agroalimentari sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili allo sfruttamento lavorativo. Si tratta del terzo lavoro di una serie di studi dedicati a indagare i fenomeni di sfruttamento nell’agricoltura italiana da una prospettiva intersezionale di genere: si vuole cioè focalizzare l’attenzione sui modi in cui le differenze di genere interagiscono con lo status giuridico, l’origine nazionale, l’identificazione "razziale”, l’appartenenza culturale e la classe sociale per determinare le particolari condizioni di subalternità e discriminazione vissute dalle donne braccianti straniere. Si è deciso di applicare questo approccio analitico, all'intersezione tra femminismo giuridico e teorie critiche della razza, alle condizioni di vita e di lavoro delle donne straniere in alcune campagne della Toscana: la Val di Cornia, la Maremma grossetana, l’area rurale intorno ad Arezzo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


