«L’operare a fin di bene della ragione artificiale implica la progressiva eliminazione del contributo umano dagli accadimenti significativi, insieme alla moltiplicazione di entità evanescenti che ci allevano (in senso zootecnico) e ci tolgono ogni responsabilità. Così, non solo la ragione umana divene obsoleta, perché inservibile, ma rischia di venir meno anche la possibilità di dar corpo alle nostre aspirazioni per mezzo del potere trasformatore e creativo dell’azione umana». Questo libro tratta del tipo di gestione delle cose che sta prendendo corpo con l’avvento della cosiddetta “intelligenza artificiale”, discutendone le radici storiche e le principali implicazioni sul piano sociale, politico e filosofico. L’avvento su larga scala di tecnologie dell’informazione la cui efficacia si amplifica costantemente attraverso l’“apprendimento automatico” si predispone alla gestione del processo d’involuzione implosiva di un nuovo capitalismo senza lavoro, e apre la transizione a un tipo di mondo segnato dall’esercizio di una peculiare forma di potere, in cui un numero crescente di attività e di funzionalità umane viene esternalizzata in dispositivi automatici che agiscono come tutori interconnessi, e il cui funzionamento ottimale richiede, in un senso preciso, il crescente allineamento dei comportamenti umani a schemi e protocolli prestabiliti. L’alternativa, si dice, è il caos e l’estinzione, ma tale esito è non di meno inevitabile se non saremo in grado di attivare percorsi politico-culturali che abbiano al centro il pieno dispiegamento delle facoltà umane.
A fin di bene: il nuovo potere della ragione artificiale
Stefano Isola
2023-01-01
Abstract
«L’operare a fin di bene della ragione artificiale implica la progressiva eliminazione del contributo umano dagli accadimenti significativi, insieme alla moltiplicazione di entità evanescenti che ci allevano (in senso zootecnico) e ci tolgono ogni responsabilità. Così, non solo la ragione umana divene obsoleta, perché inservibile, ma rischia di venir meno anche la possibilità di dar corpo alle nostre aspirazioni per mezzo del potere trasformatore e creativo dell’azione umana». Questo libro tratta del tipo di gestione delle cose che sta prendendo corpo con l’avvento della cosiddetta “intelligenza artificiale”, discutendone le radici storiche e le principali implicazioni sul piano sociale, politico e filosofico. L’avvento su larga scala di tecnologie dell’informazione la cui efficacia si amplifica costantemente attraverso l’“apprendimento automatico” si predispone alla gestione del processo d’involuzione implosiva di un nuovo capitalismo senza lavoro, e apre la transizione a un tipo di mondo segnato dall’esercizio di una peculiare forma di potere, in cui un numero crescente di attività e di funzionalità umane viene esternalizzata in dispositivi automatici che agiscono come tutori interconnessi, e il cui funzionamento ottimale richiede, in un senso preciso, il crescente allineamento dei comportamenti umani a schemi e protocolli prestabiliti. L’alternativa, si dice, è il caos e l’estinzione, ma tale esito è non di meno inevitabile se non saremo in grado di attivare percorsi politico-culturali che abbiano al centro il pieno dispiegamento delle facoltà umane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.