Il litorale marchigiano (Italia centrale adriatica) si esten- de per circa 172 chilometri ed è in massima parte costituito da spiagge ghiaiose e/o sabbiose orientate verso NE nella porzione settentrionale e verso ESE in quella meridionale, a loro volta separate dal promontorio del M. Conero, in cui prevalgono falesie attive e pocket beaches. Quasi senza eccezioni, la costa risulta essere assai forte- mente modificata da azioni antropiche dirette e indirette, mostrando una serie quasi continua di opere di protezione rigide: pennelli, moli, barriere emerse e soffolte e massic- ciate aderenti. Questi interventi sono stati realizzati so- prattutto a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo per contrastare l’arretramento della linea di riva conseguente una forte diminuzione dell’apporto fluviale di sedimenti. Quest’ultimo fenomeno, a sua volta, è derivato da un insieme di fattori umani intervenuti nei bacini idrografici – quali l’escavazione di inerti negli alvei fluviali, la costru- zione di dighe e briglie, l’abbandono di coltivazioni ecc. – che hanno invertito la tendenza alla progradazione che, dopo fasi alterne legate più o meno direttamente a variazio- ni climatiche, aveva caratterizzato il periodo precedente. Purtroppo, la mancanza di un’adeguata pianificazione territoriale e di studi approfonditi sulla dinamica costiera locale ha fatto sì che le opere di protezione di cui sopra piuttosto che risolvere il problema abbiano in genere sor- tito l’effetto di trasferire sotto flutto, ovvero verso nord, i fenomeni erosivi, spingendo così a costruire nuove opere ingegneristiche ad inseguire l’arretramento fino a ricoprire la massima parte del litorale che risulta quindi quasi ovun- que artificiale e irrigidito.
Evoluzione storica e recente delle coste della Regione Marche (Italia centrale adriatica)
Carlo Bisci
Primo
;Gino Cantalamessa;Federico Spagnoli;
2023-01-01
Abstract
Il litorale marchigiano (Italia centrale adriatica) si esten- de per circa 172 chilometri ed è in massima parte costituito da spiagge ghiaiose e/o sabbiose orientate verso NE nella porzione settentrionale e verso ESE in quella meridionale, a loro volta separate dal promontorio del M. Conero, in cui prevalgono falesie attive e pocket beaches. Quasi senza eccezioni, la costa risulta essere assai forte- mente modificata da azioni antropiche dirette e indirette, mostrando una serie quasi continua di opere di protezione rigide: pennelli, moli, barriere emerse e soffolte e massic- ciate aderenti. Questi interventi sono stati realizzati so- prattutto a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo per contrastare l’arretramento della linea di riva conseguente una forte diminuzione dell’apporto fluviale di sedimenti. Quest’ultimo fenomeno, a sua volta, è derivato da un insieme di fattori umani intervenuti nei bacini idrografici – quali l’escavazione di inerti negli alvei fluviali, la costru- zione di dighe e briglie, l’abbandono di coltivazioni ecc. – che hanno invertito la tendenza alla progradazione che, dopo fasi alterne legate più o meno direttamente a variazio- ni climatiche, aveva caratterizzato il periodo precedente. Purtroppo, la mancanza di un’adeguata pianificazione territoriale e di studi approfonditi sulla dinamica costiera locale ha fatto sì che le opere di protezione di cui sopra piuttosto che risolvere il problema abbiano in genere sor- tito l’effetto di trasferire sotto flutto, ovvero verso nord, i fenomeni erosivi, spingendo così a costruire nuove opere ingegneristiche ad inseguire l’arretramento fino a ricoprire la massima parte del litorale che risulta quindi quasi ovun- que artificiale e irrigidito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.