Pur nella specificità degli argomenti, delle testimonianze e delle verifiche effettuate sulla realtà dei casi studio, i confini tradizionali della progettazione architettonica e dell’urbanistica, della storia dell’architettura e dell’interior design, in diversi e recenti lavori di tesi, sono incerti e ampiamente travalicati. Non è un caso che i settori scientifico-disciplinari di riferimento coprano solo in parte le relative aree di interesse tecnico, scientifico e culturale. Come nelle opere d’arte concettuale, questi lavori negano l’indipendenza della percezione visiva dal pensiero, ibridando discorsi sull’arte, l’architettura, il design, l’estetica, la politica, le forme dell’abitare la città e il paesaggio. Il percorso intrapreso tradisce spesso sia una sopravvalutazione delle proprie competenze sia una sottovalutazione delle risorse culturali e scientifiche necessarie a governare il complesso processo di ibridazione. In conclusione: ◇ l’assemblaggio di elementi di natura diversa non contempla sempre una chiara scelta metodologica; ◇ l’ibridazione è assimilabile a uno stile narrativo che predilige costrutti dicotomici (arte e architettura, etica e politica, immagine e manufatto, realtà e astrazione); ◇ non si approfondisce sufficientemente il ruolo della tecnologia nel processo di ibridazione; ◇ il rifiuto della ricerca monodirezionale, l’elusione della postura e del rigore imposti dalle discipline tradizionali, si accompagnano a una predilezione per il metodo indiziario e i percorsi eccentrici della complessità senza riuscire, talvolta, ad evitare il rischio dell’indeterminatezza degli obiettivi della stessa materia di studio; ◇ non è sempre chiaro su quali campi disciplinari queste ricerche producano i maggiori effetti, dove e in che misura spostino i termini del dibattito; ◇ l’impianto narrativo si struttura come sequenza di saggi su specifici temi, tendenzialmente slegati da un criterio logico che ne ordini la successione.

Ibridazioni

DOTI Gerardo
Primo
2023-01-01

Abstract

Pur nella specificità degli argomenti, delle testimonianze e delle verifiche effettuate sulla realtà dei casi studio, i confini tradizionali della progettazione architettonica e dell’urbanistica, della storia dell’architettura e dell’interior design, in diversi e recenti lavori di tesi, sono incerti e ampiamente travalicati. Non è un caso che i settori scientifico-disciplinari di riferimento coprano solo in parte le relative aree di interesse tecnico, scientifico e culturale. Come nelle opere d’arte concettuale, questi lavori negano l’indipendenza della percezione visiva dal pensiero, ibridando discorsi sull’arte, l’architettura, il design, l’estetica, la politica, le forme dell’abitare la città e il paesaggio. Il percorso intrapreso tradisce spesso sia una sopravvalutazione delle proprie competenze sia una sottovalutazione delle risorse culturali e scientifiche necessarie a governare il complesso processo di ibridazione. In conclusione: ◇ l’assemblaggio di elementi di natura diversa non contempla sempre una chiara scelta metodologica; ◇ l’ibridazione è assimilabile a uno stile narrativo che predilige costrutti dicotomici (arte e architettura, etica e politica, immagine e manufatto, realtà e astrazione); ◇ non si approfondisce sufficientemente il ruolo della tecnologia nel processo di ibridazione; ◇ il rifiuto della ricerca monodirezionale, l’elusione della postura e del rigore imposti dalle discipline tradizionali, si accompagnano a una predilezione per il metodo indiziario e i percorsi eccentrici della complessità senza riuscire, talvolta, ad evitare il rischio dell’indeterminatezza degli obiettivi della stessa materia di studio; ◇ non è sempre chiaro su quali campi disciplinari queste ricerche producano i maggiori effetti, dove e in che misura spostino i termini del dibattito; ◇ l’impianto narrativo si struttura come sequenza di saggi su specifici temi, tendenzialmente slegati da un criterio logico che ne ordini la successione.
2023
9788831241687
273
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