Il web sebbene abbia allargato la platea del mondo dell’informazione allo stesso tempo ha ridotto i controlli sulla qualità e la veridicità delle news, una vera e propria “infodemia”. Una corretta informazione, o al contrario false notizie, possono influenzare i comportamenti quotidiani con ripercussioni sulle condizioni di salute future, ancora di più oggi in relazione all’attuale pandemia. L’obiettivo della nostra indagine è stato quello di dimostrare come una corretta informazione, o al contrario le false notizie, possono influenzare i comportamenti quotidiani con ripercussione sugli atteggiamenti da adottare in tempi di pandemia. Ai fini dell’indagine è stato somministrato un questionario ad un campione di 872 persone, strutturato in sei sezioni, riguardanti le fonti di informazione relative alla pandemia attuale, modalità di trasmissione e comportamenti utili per tenere lontana l’infezione, gli stati d’animo durante i periodi di “chiusura”, la fiducia nel vaccino. Il questionario, distribuito online, è stato costruito utilizzando la piattaforma Google forms ed era composto di 33 items, molti dei quali proposti dalla Survey questionnaire del WHO sul tema “Health information on COVID-19” ed è stato distribuito online. I dati delle risposte sono stati elaborati e analizzati statisticamente mediante test del χ², per p<0.05. Nello specifico è stato possibile affermare, con un valore di significatività p<0,05, che il livello di istruzione degli intervistati non ha influenzato la risposta data alla domanda relativa alla conoscenza di una serie di affermazioni generali riguardanti il COVID-19, né la conoscenza di quelli che sono i suoi principali sintomi. Il livello di istruzione e l’età non sono inoltre correlati alla conoscenza delle modalità con cui prevenire la malattia in questione. Il grado di istruzione risulta invece essere correlato (p<0.05) alle risposte date alla domanda relativa alle modalità con cui si diffonde il COVID-19, ed influenza sia la propensione ad informarsi e sia a fare il vaccino appena possibile. L’età, infine, non influenza il parere espresso in merito ai comportamenti messi in atto per non ammalarsi di COVID-19 con un valore di χ² = 166.69 (χ² = 36.42, α = 0.05, ν = 24). Risulta fondamentale ed urgente, dunque, una regolazione dei principali mass-media, in attesa di precise norme legislative, che filtrino l’enorme massa di cattive informazioni che mai come in questa pandemia hanno diffuso e diffondono notizie che allontanano il comune cittadino dalla verità scientifica, ritardando la lotta al nemico invisibile che continua a mietere un elevato numero di vittime.

COVID-19: Il difficile equiliobrio tra infodemia, fake news e corretta informazione

Petrelli F;Grappasonni I;Scuri S.
2021-01-01

Abstract

Il web sebbene abbia allargato la platea del mondo dell’informazione allo stesso tempo ha ridotto i controlli sulla qualità e la veridicità delle news, una vera e propria “infodemia”. Una corretta informazione, o al contrario false notizie, possono influenzare i comportamenti quotidiani con ripercussioni sulle condizioni di salute future, ancora di più oggi in relazione all’attuale pandemia. L’obiettivo della nostra indagine è stato quello di dimostrare come una corretta informazione, o al contrario le false notizie, possono influenzare i comportamenti quotidiani con ripercussione sugli atteggiamenti da adottare in tempi di pandemia. Ai fini dell’indagine è stato somministrato un questionario ad un campione di 872 persone, strutturato in sei sezioni, riguardanti le fonti di informazione relative alla pandemia attuale, modalità di trasmissione e comportamenti utili per tenere lontana l’infezione, gli stati d’animo durante i periodi di “chiusura”, la fiducia nel vaccino. Il questionario, distribuito online, è stato costruito utilizzando la piattaforma Google forms ed era composto di 33 items, molti dei quali proposti dalla Survey questionnaire del WHO sul tema “Health information on COVID-19” ed è stato distribuito online. I dati delle risposte sono stati elaborati e analizzati statisticamente mediante test del χ², per p<0.05. Nello specifico è stato possibile affermare, con un valore di significatività p<0,05, che il livello di istruzione degli intervistati non ha influenzato la risposta data alla domanda relativa alla conoscenza di una serie di affermazioni generali riguardanti il COVID-19, né la conoscenza di quelli che sono i suoi principali sintomi. Il livello di istruzione e l’età non sono inoltre correlati alla conoscenza delle modalità con cui prevenire la malattia in questione. Il grado di istruzione risulta invece essere correlato (p<0.05) alle risposte date alla domanda relativa alle modalità con cui si diffonde il COVID-19, ed influenza sia la propensione ad informarsi e sia a fare il vaccino appena possibile. L’età, infine, non influenza il parere espresso in merito ai comportamenti messi in atto per non ammalarsi di COVID-19 con un valore di χ² = 166.69 (χ² = 36.42, α = 0.05, ν = 24). Risulta fondamentale ed urgente, dunque, una regolazione dei principali mass-media, in attesa di precise norme legislative, che filtrino l’enorme massa di cattive informazioni che mai come in questa pandemia hanno diffuso e diffondono notizie che allontanano il comune cittadino dalla verità scientifica, ritardando la lotta al nemico invisibile che continua a mietere un elevato numero di vittime.
2021
9788894263848
273
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