L’overtourism a Matera ha fatto emergere non solo una crisi architettonico-urbana ma anche una del sistema ambientale, proprio nei Sassi quali simbolo di come una comunità può organizzare l’abitare in armonia con la natura. Per millenni lo sviluppo urbano di Matera ha affiancato l’infrastruttura ambientale garantendo equilibrio; cioè i Sassi si sono adattati alla geomorfologia del luogo e alla risorsa acqua che difatti qui hanno ‘guidato’ la forma urbana. L’antropizzazione qui - fino alla modernità – ha preservato un sistema di raccolta e di deflusso delle acque lasciando permeabili le superfici sul cosiddetto “piano”, naturali i canali di scolo detti “grabiglioni”, libere le gravine e in essere un equilibrio idraulico con grandi cisterne a monte e piccole cisterne a valle (nelle case-grotta dei Sassi). La modernità a Matera arriva con il primo “Piano regolatore e di ampliamento” di V. Corazza (1935) ed è l’occasione per avviare una serie di lavori: la lottizzazione dell’agro; la realizzazione di infrastrutture e istituzioni per la neo-provincia (1927); il risanamento igienico dei Sassi (fognatura, pavimentazione, acqua potabile). Nei Sassi così si dà vita a nuove strade, che incidono geomorfologia e tessuto storico, e all’interramento dei grabiglioni. “La copertura dei […] grabiglioni […] intaccherà i principi con cui era regolamentato il drenaggio, il controllo e ripartizione delle acque nel territorio, aspetti che da sempre avevano inciso nell’urbanizzazione, determinandone i tipi, le forme e i limiti […] La realizzazione della viabilità carrabile, completamente estranea all’organizzazione tradizionale del tessuto urbano, fatto di scalette e di passaggi sotterranei percorribili a piedi o a dorso d’asino, segnerà l’ecosistema urbano profondamente, tagliando e sezionando grotte, cisterne, abitati rupestri e vicinati e interrompendo i sentieri di collegamento con l’altopiano murgico [...]” (Colonna-Fiore-Vadini, 2019). Lo sfollamento dei Sassi e la realizzazione di borghi e quartieri moderni aprirà un lungo periodo di abbandono che, nonostante la Legge 771/’86, si chiuderà solo dopo che i Sassi e il Parco delle chiese rupestri saranno iscritti nella WHL UNESCO (1993) con l’avvio dei lavori di recupero (1994). Matera è oggi tra le destinazioni turistiche più popolari. Qui nel 2019, con la Capitale Europea della Cultura, si sono avute 700000 presenze. In 25 anni, ma con un incremento esponenziale negli ultimi 7, la città ha vissuto una straordinaria trasformazione mettendo in crisi un patrimonio e quell’equilibrio uomo-natura. Questo contributo, attraverso analisi e sperimentazioni progettuali di Laboratorio, vuole delineare il modo di favorire una crescita culturale sul tema della gestione della risorsa idrica e dell’equilibrio ambientale tra gli studenti UNIBAS, tenendo conto del fenomeno turismo. Matera per le sue peculiarità ambientali e urbane rappresenta un laboratorio unico in cui promuovere una tale crescita culturale. L’obiettivo è quello di consentire alle nuove generazioni di mettere in relazione il proprio comportamento (anche progettuale) con lo sguardo attento alla problematica globale intorno all’acqua e al turismo.
Matera, water and tourism
Ettore Vadini;
2022-01-01
Abstract
L’overtourism a Matera ha fatto emergere non solo una crisi architettonico-urbana ma anche una del sistema ambientale, proprio nei Sassi quali simbolo di come una comunità può organizzare l’abitare in armonia con la natura. Per millenni lo sviluppo urbano di Matera ha affiancato l’infrastruttura ambientale garantendo equilibrio; cioè i Sassi si sono adattati alla geomorfologia del luogo e alla risorsa acqua che difatti qui hanno ‘guidato’ la forma urbana. L’antropizzazione qui - fino alla modernità – ha preservato un sistema di raccolta e di deflusso delle acque lasciando permeabili le superfici sul cosiddetto “piano”, naturali i canali di scolo detti “grabiglioni”, libere le gravine e in essere un equilibrio idraulico con grandi cisterne a monte e piccole cisterne a valle (nelle case-grotta dei Sassi). La modernità a Matera arriva con il primo “Piano regolatore e di ampliamento” di V. Corazza (1935) ed è l’occasione per avviare una serie di lavori: la lottizzazione dell’agro; la realizzazione di infrastrutture e istituzioni per la neo-provincia (1927); il risanamento igienico dei Sassi (fognatura, pavimentazione, acqua potabile). Nei Sassi così si dà vita a nuove strade, che incidono geomorfologia e tessuto storico, e all’interramento dei grabiglioni. “La copertura dei […] grabiglioni […] intaccherà i principi con cui era regolamentato il drenaggio, il controllo e ripartizione delle acque nel territorio, aspetti che da sempre avevano inciso nell’urbanizzazione, determinandone i tipi, le forme e i limiti […] La realizzazione della viabilità carrabile, completamente estranea all’organizzazione tradizionale del tessuto urbano, fatto di scalette e di passaggi sotterranei percorribili a piedi o a dorso d’asino, segnerà l’ecosistema urbano profondamente, tagliando e sezionando grotte, cisterne, abitati rupestri e vicinati e interrompendo i sentieri di collegamento con l’altopiano murgico [...]” (Colonna-Fiore-Vadini, 2019). Lo sfollamento dei Sassi e la realizzazione di borghi e quartieri moderni aprirà un lungo periodo di abbandono che, nonostante la Legge 771/’86, si chiuderà solo dopo che i Sassi e il Parco delle chiese rupestri saranno iscritti nella WHL UNESCO (1993) con l’avvio dei lavori di recupero (1994). Matera è oggi tra le destinazioni turistiche più popolari. Qui nel 2019, con la Capitale Europea della Cultura, si sono avute 700000 presenze. In 25 anni, ma con un incremento esponenziale negli ultimi 7, la città ha vissuto una straordinaria trasformazione mettendo in crisi un patrimonio e quell’equilibrio uomo-natura. Questo contributo, attraverso analisi e sperimentazioni progettuali di Laboratorio, vuole delineare il modo di favorire una crescita culturale sul tema della gestione della risorsa idrica e dell’equilibrio ambientale tra gli studenti UNIBAS, tenendo conto del fenomeno turismo. Matera per le sue peculiarità ambientali e urbane rappresenta un laboratorio unico in cui promuovere una tale crescita culturale. L’obiettivo è quello di consentire alle nuove generazioni di mettere in relazione il proprio comportamento (anche progettuale) con lo sguardo attento alla problematica globale intorno all’acqua e al turismo.File | Dimensione | Formato | |
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