Il tema di studio indaga l’apporto che gli strumenti della rappresentazione, tradizionale e digitale, hanno fornito nella ideazione e configurazione di forme complesse. La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare in quale misura l’evoluzione degli imprint grafici hanno influenzato la progettazione, in particolare quella parametrica. A tal proposito appare interessante comprendere, esaminando concreti casi di studio, quanto i procedimenti grafici abbiano condizionato i risultati progettuali. L’affermazione di tale progettazione è legata alla scelta di conformazioni architettoniche che si allontano dagli schemi statici in favore di forme organiche ed evolute, rapportate alle funzioni e ai flussi dinamici contenuti negli spazi. Involucri flessibili da gestire attraverso tecniche matematiche e computazionali che consentono di pianificare la complessità e le eventuali trasformazioni introdotte nel corso della progettazione. L’evoluzione dei linguaggi architettonici hanno favorito la diffusione di software parametrici che consentono di interagire con le forme modificabili attraverso un modello tridimensionale fluido, aggiornabile al variare dei parametri. Il dubbio che si pone è quello di un’invasività delle tecnologie nell’aspetto creativo della progettazione, in realtà pur correndo questo rischio è dimostrabile come gli architetti del passato siano arrivati con mezzi tradizionali ad ottenere forme parametriche. In tal senso sono indicative le teorie elaborate da Luigi Moretti che ricercano il modo per definire i fondamenti scientifici della progettazione per parametri. Il contributo indaga il fenomeno dal punto di vista della rappresentazione, effettuando comparazioni tra analogico e digitale applicate nello specifico al prototipo dello stadio “M” di Moretti.
Imprint grafici e rappresentazione parametrica. Comparazioni tra analogico e digitale: applicazioni sulle teorie di Luigi Moretti
Alessandro, Basso
2018-01-01
Abstract
Il tema di studio indaga l’apporto che gli strumenti della rappresentazione, tradizionale e digitale, hanno fornito nella ideazione e configurazione di forme complesse. La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare in quale misura l’evoluzione degli imprint grafici hanno influenzato la progettazione, in particolare quella parametrica. A tal proposito appare interessante comprendere, esaminando concreti casi di studio, quanto i procedimenti grafici abbiano condizionato i risultati progettuali. L’affermazione di tale progettazione è legata alla scelta di conformazioni architettoniche che si allontano dagli schemi statici in favore di forme organiche ed evolute, rapportate alle funzioni e ai flussi dinamici contenuti negli spazi. Involucri flessibili da gestire attraverso tecniche matematiche e computazionali che consentono di pianificare la complessità e le eventuali trasformazioni introdotte nel corso della progettazione. L’evoluzione dei linguaggi architettonici hanno favorito la diffusione di software parametrici che consentono di interagire con le forme modificabili attraverso un modello tridimensionale fluido, aggiornabile al variare dei parametri. Il dubbio che si pone è quello di un’invasività delle tecnologie nell’aspetto creativo della progettazione, in realtà pur correndo questo rischio è dimostrabile come gli architetti del passato siano arrivati con mezzi tradizionali ad ottenere forme parametriche. In tal senso sono indicative le teorie elaborate da Luigi Moretti che ricercano il modo per definire i fondamenti scientifici della progettazione per parametri. Il contributo indaga il fenomeno dal punto di vista della rappresentazione, effettuando comparazioni tra analogico e digitale applicate nello specifico al prototipo dello stadio “M” di Moretti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.