La parola “Mediterraneo” ha accompagnato temi e riflessioni rilevanti per la comunità scientifica del disegno. Il tempo e l’uso hanno forse amplificato un termine che, nella sua etimologia, racchiude il senso di questo luogo. Medi-terraneo è infatti il mare di mezzo, circondato da terre, denso di relazioni fra una riva e l’altra. È il mare bianco, calmo e navigabile, capace di sostenere i “legni” cartaginesi, le triremi romane, le galee veneziane ma anche le carrette del mare. Queste ultime, cariche di nuovi viaggiatori, spinti dalla guerra e dalla povertà, trasportano, fisicamente, le istanze delle popolazioni che vivono sulla sponda sud di quello che per lungo tempo è stato chiamato il Mare Nostrum. Le sponde del Mediterraneo sono state cantate dai poeti d’ogni tempo, narrate da scrittori e analizzate da studiosi e saggisti. Sono frastagliate, complesse, variegate, come la molteplicità degli aspetti naturali, ambientali e culturali che in questi luoghi si sono formati e sviluppati. Le sponde cariche di colori, odori e materia, si compongono a formare paesaggi, naturali e artificiali, che sono lo scenario della vita di popoli e società antiche e contemporanee. Il Mediterraneo dunque non è solo un luogo reale e concreto, uno spazio fisico e temporale, ma è anche il multiforme riflesso di un luogo ideale, incorporeo, dove avvengono mediazioni e scambi, diffusione di culture e condivisione di risorse. È il centro della nostra identità di studiosi e di uomini. È anche uno spazio mitico, simbolico e culturale. Dove ha luogo, da sempre, la cultura della condivisione e delle ibridazioni. Della ragionevolezza che tutto filtra, elabora e trasforma. Il Mediterraneo esprime la convergenza tra spirito e natura. Tra materialità e religione.

Castelli

Basso A;
2015-01-01

Abstract

La parola “Mediterraneo” ha accompagnato temi e riflessioni rilevanti per la comunità scientifica del disegno. Il tempo e l’uso hanno forse amplificato un termine che, nella sua etimologia, racchiude il senso di questo luogo. Medi-terraneo è infatti il mare di mezzo, circondato da terre, denso di relazioni fra una riva e l’altra. È il mare bianco, calmo e navigabile, capace di sostenere i “legni” cartaginesi, le triremi romane, le galee veneziane ma anche le carrette del mare. Queste ultime, cariche di nuovi viaggiatori, spinti dalla guerra e dalla povertà, trasportano, fisicamente, le istanze delle popolazioni che vivono sulla sponda sud di quello che per lungo tempo è stato chiamato il Mare Nostrum. Le sponde del Mediterraneo sono state cantate dai poeti d’ogni tempo, narrate da scrittori e analizzate da studiosi e saggisti. Sono frastagliate, complesse, variegate, come la molteplicità degli aspetti naturali, ambientali e culturali che in questi luoghi si sono formati e sviluppati. Le sponde cariche di colori, odori e materia, si compongono a formare paesaggi, naturali e artificiali, che sono lo scenario della vita di popoli e società antiche e contemporanee. Il Mediterraneo dunque non è solo un luogo reale e concreto, uno spazio fisico e temporale, ma è anche il multiforme riflesso di un luogo ideale, incorporeo, dove avvengono mediazioni e scambi, diffusione di culture e condivisione di risorse. È il centro della nostra identità di studiosi e di uomini. È anche uno spazio mitico, simbolico e culturale. Dove ha luogo, da sempre, la cultura della condivisione e delle ibridazioni. Della ragionevolezza che tutto filtra, elabora e trasforma. Il Mediterraneo esprime la convergenza tra spirito e natura. Tra materialità e religione.
2015
978-88-6542-408-7
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Basso, Ramunno_ Spazi e Culture del Mediterraneo_Prin 2009-2011.pdf

solo gestori di archivio

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 3.69 MB
Formato Adobe PDF
3.69 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/466709
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact