La ricostruzione del volto di individui vissuti in epoche passate è uno dei tanti aspetti dello studio dei resti umani antichi. Oggi, grazie alla tecnica della ricostruzione facciale forense, è possibile restituire un volto ad un reperto scheletrico o mummificato con grande accuratezza. La tecnica affonda le sue origini nel XVIII secolo in Italia nell’uso della ceroplastica come supporto nello studio dell’anatomia. Sebbene i ceroplasti non fossero interessati alla ricostruzione dei volti, essi sono considerati i pionieri dell’arte scientifica e furono i primi a comprendere che lo scheletro è la struttura perfetta per ricostruire i muscoli ed il corpo; di conseguenza il cranio è l’armatura perfetta per la faccia. Dal 1997 la metodologia considerata più accurata è quella nota come “Protocollo di Manchester” che descrive in maniera rigorosa il procedimento di ricostruzione facciale tenendo conto della muscolatura del volto e degli indicatori di spessore. Questo lavoro presenta la ricostruzione grafica del volto di un individuo rinvenuto durante la campagna di scavo condotta nel 2011 dall’allora Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Abruzzo nella località Convento di Barrea (AQ). L’individuo si trovava nella tomba 96 in decubito dorsale con le braccia distese e le mani unite sul bacino. La sepoltura era associata ad un corredo di particolare ricchezza. Lo scheletro, in ottimo stato di conservazione, si trova attualmente ricomposto ed esposto al museo Antiquarium della Civiltà Safina di Barrea.
Ricostruzione del volto di un antico abruzzese (tomba 96, necropoli di Barrea)
Stefania Luciani
2022-01-01
Abstract
La ricostruzione del volto di individui vissuti in epoche passate è uno dei tanti aspetti dello studio dei resti umani antichi. Oggi, grazie alla tecnica della ricostruzione facciale forense, è possibile restituire un volto ad un reperto scheletrico o mummificato con grande accuratezza. La tecnica affonda le sue origini nel XVIII secolo in Italia nell’uso della ceroplastica come supporto nello studio dell’anatomia. Sebbene i ceroplasti non fossero interessati alla ricostruzione dei volti, essi sono considerati i pionieri dell’arte scientifica e furono i primi a comprendere che lo scheletro è la struttura perfetta per ricostruire i muscoli ed il corpo; di conseguenza il cranio è l’armatura perfetta per la faccia. Dal 1997 la metodologia considerata più accurata è quella nota come “Protocollo di Manchester” che descrive in maniera rigorosa il procedimento di ricostruzione facciale tenendo conto della muscolatura del volto e degli indicatori di spessore. Questo lavoro presenta la ricostruzione grafica del volto di un individuo rinvenuto durante la campagna di scavo condotta nel 2011 dall’allora Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Abruzzo nella località Convento di Barrea (AQ). L’individuo si trovava nella tomba 96 in decubito dorsale con le braccia distese e le mani unite sul bacino. La sepoltura era associata ad un corredo di particolare ricchezza. Lo scheletro, in ottimo stato di conservazione, si trova attualmente ricomposto ed esposto al museo Antiquarium della Civiltà Safina di Barrea.File | Dimensione | Formato | |
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