Il monitoraggio dello stato di salute delle foreste nacque nella seconda metà degli anni ’80, nell’ambito della Convenzione sull’Inquinamento Transfrontaliero a Grande Distanza (Convention on Long Range Transboundary Air pollution, CLRTAP), attuata sotto l’egida della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (United Nations Economic Commission for Europe, UN/ECE). Per dare attuazione alla Convenzione, furono avviati diversi programmi operativi internazionali, tra i quali il Programma Cooperativo Internazionale sul monitoraggio integrato degli effetti dell’inquinamento atmosferico (International Cooperative Programme on Integrated Monitoring of Air Pollution Effects, ICP IM) ed il Programma Cooperativo Internazionale sulla valutazione ed il monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulle foreste (International Cooperative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests, ICP Forests). Il “Programma CON.ECO.FOR.” (CONtrollo ECOsistemi FORestali) rappresenta il ramo istituzionale italiano degli adempimenti derivanti dalle iniziative internazionali citate. La Rete NEC Italia, così come disegnata nel decreto del Ministero della Transizione Ecologica (a seguire MiTE) 26 novembre 2018, n. 319, attuativo del Decreto legislativo di recepimento della Direttiva, si basa sul monitoraggio degli impatti negativi di inquinanti atmosferici quali il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, i composti organici volatili non metanici, l’ammoniaca, il PM 2,5 , il PM 10 e l’ozono: • sugli ecosistemi terrestri, impiegando n°6 aree CON.ECO.FOR. di livello II e il relativo protocollo ICP Forests, dove l’Arma dei Carabinieri partecipa al lavoro dei ricercatori dell’Università di Firenze e di Camerino oltre a quelli del CNR e del CREA; • sugli ecosistemi di acqua dolce, impiegando n°10 siti ICP WATERS gestiti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IRSA, secondo le modalità di campionamento ed analisi previste dal protocollo ICP Waters; • dei danni da ozono, utilizzando i dati monitorati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IRET, in n° 11 stazioni forestali, selezionate per coprire sia ambienti diversi con la stessa specie forestale (il faggio, Fagus sylvatica L.), sia specie forestali temperate e mediterranee.

La biodiversità forestale: specie vegetali.

Canullo R.;Campetella G.;Chelli S
2021-01-01

Abstract

Il monitoraggio dello stato di salute delle foreste nacque nella seconda metà degli anni ’80, nell’ambito della Convenzione sull’Inquinamento Transfrontaliero a Grande Distanza (Convention on Long Range Transboundary Air pollution, CLRTAP), attuata sotto l’egida della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (United Nations Economic Commission for Europe, UN/ECE). Per dare attuazione alla Convenzione, furono avviati diversi programmi operativi internazionali, tra i quali il Programma Cooperativo Internazionale sul monitoraggio integrato degli effetti dell’inquinamento atmosferico (International Cooperative Programme on Integrated Monitoring of Air Pollution Effects, ICP IM) ed il Programma Cooperativo Internazionale sulla valutazione ed il monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulle foreste (International Cooperative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests, ICP Forests). Il “Programma CON.ECO.FOR.” (CONtrollo ECOsistemi FORestali) rappresenta il ramo istituzionale italiano degli adempimenti derivanti dalle iniziative internazionali citate. La Rete NEC Italia, così come disegnata nel decreto del Ministero della Transizione Ecologica (a seguire MiTE) 26 novembre 2018, n. 319, attuativo del Decreto legislativo di recepimento della Direttiva, si basa sul monitoraggio degli impatti negativi di inquinanti atmosferici quali il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, i composti organici volatili non metanici, l’ammoniaca, il PM 2,5 , il PM 10 e l’ozono: • sugli ecosistemi terrestri, impiegando n°6 aree CON.ECO.FOR. di livello II e il relativo protocollo ICP Forests, dove l’Arma dei Carabinieri partecipa al lavoro dei ricercatori dell’Università di Firenze e di Camerino oltre a quelli del CNR e del CREA; • sugli ecosistemi di acqua dolce, impiegando n°10 siti ICP WATERS gestiti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IRSA, secondo le modalità di campionamento ed analisi previste dal protocollo ICP Waters; • dei danni da ozono, utilizzando i dati monitorati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IRET, in n° 11 stazioni forestali, selezionate per coprire sia ambienti diversi con la stessa specie forestale (il faggio, Fagus sylvatica L.), sia specie forestali temperate e mediterranee.
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