Già nei primi decenni del Novecento, con lo sviluppo delle reti di trasporto urbano attuato attraverso le linee della metropolitana, nasce l’esigenza di risolvere il problema di rappresentare un sistema sempre più complesso mantenendo la capacità di concretizzarsi attraverso artefatti grafici rivolti a un vasto pubblico di utenti non esperti. A cominciare dalla rivoluzione proposta nel 1933 da Harry Beck per la mappa della metropolitana londinese, si è assistito ad uno sviluppo significativo del disegno che ha visto altre importanti tappe come la soluzione proposta nel 1972 da Massimo Vignelli per la metropolitana di New York. Ma questa attività ha ininterrottamente impegnato i progettisti grafici che anche in anni recenti hanno continuato a elaborare nuove interessanti ipotesi. La struttura delle mappe ‘interpreta’ lo spazio: questo viene contratto o dilatato, e i rapporti geometrici vengono adeguati in modo da soddisfare le esigenze di una semplice trasmissione delle informazioni. I segni fondamentali – linee, colori, campiture, simboli e tipografia – concorrono nella definizione di un disegno complesso ma capace di semplificare la lettura dei fruitori. La geometria delle linee tracciate è indicativa di criteri dove anche la sola scelta di angoli e raggi di curvatura predefiniti rappresenta uno degli elementi di definizione del disegno e della relazione che le mappe tessono con la geometria urbana. A questa eterogenea specificità del sistema comunicativo delle mappe delle metropolitane si affianca una forte caratterizzazione della stessa immagine complessiva che trasfigura alcune mappe in ‘pittogrammi’ rappresentativi della città stessa e capaci di intrecciare speciali relazioni dove segni diagrammatici si sovrappongono in modi sempre diversi alla realtà.
Un cartografo nel metrò. Codici e segni per la costruzione delle mappe delle metropolitane
Nicolo' Sardo
2021-01-01
Abstract
Già nei primi decenni del Novecento, con lo sviluppo delle reti di trasporto urbano attuato attraverso le linee della metropolitana, nasce l’esigenza di risolvere il problema di rappresentare un sistema sempre più complesso mantenendo la capacità di concretizzarsi attraverso artefatti grafici rivolti a un vasto pubblico di utenti non esperti. A cominciare dalla rivoluzione proposta nel 1933 da Harry Beck per la mappa della metropolitana londinese, si è assistito ad uno sviluppo significativo del disegno che ha visto altre importanti tappe come la soluzione proposta nel 1972 da Massimo Vignelli per la metropolitana di New York. Ma questa attività ha ininterrottamente impegnato i progettisti grafici che anche in anni recenti hanno continuato a elaborare nuove interessanti ipotesi. La struttura delle mappe ‘interpreta’ lo spazio: questo viene contratto o dilatato, e i rapporti geometrici vengono adeguati in modo da soddisfare le esigenze di una semplice trasmissione delle informazioni. I segni fondamentali – linee, colori, campiture, simboli e tipografia – concorrono nella definizione di un disegno complesso ma capace di semplificare la lettura dei fruitori. La geometria delle linee tracciate è indicativa di criteri dove anche la sola scelta di angoli e raggi di curvatura predefiniti rappresenta uno degli elementi di definizione del disegno e della relazione che le mappe tessono con la geometria urbana. A questa eterogenea specificità del sistema comunicativo delle mappe delle metropolitane si affianca una forte caratterizzazione della stessa immagine complessiva che trasfigura alcune mappe in ‘pittogrammi’ rappresentativi della città stessa e capaci di intrecciare speciali relazioni dove segni diagrammatici si sovrappongono in modi sempre diversi alla realtà.File | Dimensione | Formato | |
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