Negli ultimi decenni, i pianificatori si sono opposti allo sprawl suburbano, hanno promosso e sostenuto l'idea che una città densa fosse effettivamente la soluzione migliore per la nostra salute fisica e psichica e per il nostro benessere economico e sociale. Questo convincimento, che è stato rafforzato dal dibattito e dalle politiche di contrasto al riscaldamento globale, che hanno individuato nella città densa e compatta l’emblema della città sostenibile, è stato messo alla prova dalla pandemia che ha riaperto il confronto scientifico sia sulle relazioni tra densità urbana e salute, che sugli aspetti quantitativi della densità (relativamente ai modelli insediativi auspicabili per affrontare le crisi sanitarie e climatiche del futuro), sugli aspetti qualitativi che richiedono una riflessione sui concetti della “densità giusta” e della “giusta distanza”. Gli esiti di questa riflessione potrebbero costituire l’occasione per tornare ad occuparsi della scala umana per lo sviluppo urbano, per facilitare la transizione ecologica e il rinnovamento degli usi, dei tempi, dell’organizzazione e gestione delle nostre città. L’obiettivo dovrebbe essere quello di traguardare una “nuova normalità”, guardando le città con occhi diversi, alla ricerca di soluzioni che siano inclusive, redistributive e rispettose dei limiti ambientali del nostro pianeta.
Città e Pandemie.Densità urbana e densificazione dopo il Covid-19
D'Onofrio R.
Co-primo
2021-01-01
Abstract
Negli ultimi decenni, i pianificatori si sono opposti allo sprawl suburbano, hanno promosso e sostenuto l'idea che una città densa fosse effettivamente la soluzione migliore per la nostra salute fisica e psichica e per il nostro benessere economico e sociale. Questo convincimento, che è stato rafforzato dal dibattito e dalle politiche di contrasto al riscaldamento globale, che hanno individuato nella città densa e compatta l’emblema della città sostenibile, è stato messo alla prova dalla pandemia che ha riaperto il confronto scientifico sia sulle relazioni tra densità urbana e salute, che sugli aspetti quantitativi della densità (relativamente ai modelli insediativi auspicabili per affrontare le crisi sanitarie e climatiche del futuro), sugli aspetti qualitativi che richiedono una riflessione sui concetti della “densità giusta” e della “giusta distanza”. Gli esiti di questa riflessione potrebbero costituire l’occasione per tornare ad occuparsi della scala umana per lo sviluppo urbano, per facilitare la transizione ecologica e il rinnovamento degli usi, dei tempi, dell’organizzazione e gestione delle nostre città. L’obiettivo dovrebbe essere quello di traguardare una “nuova normalità”, guardando le città con occhi diversi, alla ricerca di soluzioni che siano inclusive, redistributive e rispettose dei limiti ambientali del nostro pianeta.File | Dimensione | Formato | |
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