Molti si chiedono se abbia senso o no parlare oggi di utopia, o più in generale, se sia il caso di riflettere sul termine futuro. Certo, le inquietudini e incertezze del presente, difficilmente alludono ad un progetto di futuro. Oggi alle tradizionali difficoltà dovute alla complessità e alla frammentazione sociale si aggiunge la consapevolezza che stiamo vivendo negli anni di una transizione profonda e di una silenziosa «rivoluzione culturale». Stiamo cioè tras-locando da un secolo all’altro, da un tempo ideologico verso un tempo post-ideologico, dove le antiche certezze fanno fatica a resistere. «È un tempo di inquietudine e di uscita dal ’900 per entrare con la testa, con le categorie di pensiero, con l’ecologia della mente nel XXI secolo», afferma Antonio Nanni. Si è chiuso definitivamente il ciclo di storia legato alla modernità e alla post-modernità, aprendo nuove vie verso la comunicazione virtuale e le innovazioni tecnologiche, ma tale processo appare inavvertibile poiché appartiene ad un ordine simbolico, cognitivo, immateriale e, dunque, difficile da decodificare. Nell’era del web la produzione di senso del nostro mondo passa sempre di più attraverso strumenti, piattaforme e infrastrutture legate ad internet . Questo fenomeno, se da un lato comporta la spersonalizzazione dell’individuo, dall’altro, attraverso l’operare quotidiano su internet, induce ad una trasformazione dei rapporti sociali in entità virtuali. Parlando in termini di spazio fisico , stiamo assistendo inconsapevoli ad un graduale e impercettibile annullamento delle tradizionali distanze tra abitare, lavoro e tempo libero. che rappresentavano per Le Corbusier le categorie funzionali e spaziali riportate nella Carta di Atene e che rientravano all’interno dei principi e regole per la costruzione della città futur. Allo stesso modo si stanno riducendo sempre più le distanze tra spazio pubblico e privato, e il luogo in cui si può manifestare questa sintesi è lo spazio dell’abitare. La casa diverrà così la protagonista della nuova scena utopica, trasformandosi in spazio del lavoro, dello svago e della vita, in luogo pubblico e privato, dunque uno spazio totale in cui tutto avviene in forma automatizzata e in cui ogni cosa è perfetta: i nostri corpi, i nostri oggetti, e gli arredi.

La casa totale / nuova utopia

Anna Rita Emili
2020-01-01

Abstract

Molti si chiedono se abbia senso o no parlare oggi di utopia, o più in generale, se sia il caso di riflettere sul termine futuro. Certo, le inquietudini e incertezze del presente, difficilmente alludono ad un progetto di futuro. Oggi alle tradizionali difficoltà dovute alla complessità e alla frammentazione sociale si aggiunge la consapevolezza che stiamo vivendo negli anni di una transizione profonda e di una silenziosa «rivoluzione culturale». Stiamo cioè tras-locando da un secolo all’altro, da un tempo ideologico verso un tempo post-ideologico, dove le antiche certezze fanno fatica a resistere. «È un tempo di inquietudine e di uscita dal ’900 per entrare con la testa, con le categorie di pensiero, con l’ecologia della mente nel XXI secolo», afferma Antonio Nanni. Si è chiuso definitivamente il ciclo di storia legato alla modernità e alla post-modernità, aprendo nuove vie verso la comunicazione virtuale e le innovazioni tecnologiche, ma tale processo appare inavvertibile poiché appartiene ad un ordine simbolico, cognitivo, immateriale e, dunque, difficile da decodificare. Nell’era del web la produzione di senso del nostro mondo passa sempre di più attraverso strumenti, piattaforme e infrastrutture legate ad internet . Questo fenomeno, se da un lato comporta la spersonalizzazione dell’individuo, dall’altro, attraverso l’operare quotidiano su internet, induce ad una trasformazione dei rapporti sociali in entità virtuali. Parlando in termini di spazio fisico , stiamo assistendo inconsapevoli ad un graduale e impercettibile annullamento delle tradizionali distanze tra abitare, lavoro e tempo libero. che rappresentavano per Le Corbusier le categorie funzionali e spaziali riportate nella Carta di Atene e che rientravano all’interno dei principi e regole per la costruzione della città futur. Allo stesso modo si stanno riducendo sempre più le distanze tra spazio pubblico e privato, e il luogo in cui si può manifestare questa sintesi è lo spazio dell’abitare. La casa diverrà così la protagonista della nuova scena utopica, trasformandosi in spazio del lavoro, dello svago e della vita, in luogo pubblico e privato, dunque uno spazio totale in cui tutto avviene in forma automatizzata e in cui ogni cosa è perfetta: i nostri corpi, i nostri oggetti, e gli arredi.
2020
978-88-9387-113-6
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