Malgrado l’impulso iniziale alla costruzione della Rete ecologica Nazionale prodotto, sin dalle prime fasi, dalla "Programmazione dei Fondi Strutturali 2000-2006" e dalla Strategia nazionale per la Biodiversità (2010), non si è ancora pervenuti alla formulazione di un progetto di Rete in grado di interessare, in modo organico e raccordato, l’intero territorio nazionale. Nella prassi, è stato scelto il livello regionale come ambito per lo sviluppo dei progetti di rete e relativa implementazione negli strumenti urbanistici provinciali e comunali, fermo restando il fatto che l’azione pianificatoria e di progetto risulta quasi sempre ispirata ai principi di sussidiarietà, di partecipazione, di condivisione delle responsabilità e di integrazione della politica ambientale con le altre politiche. In tal senso, le Regioni nell’ultimo decennio hanno sviluppato reti su più livelli di approfondimento (scala e focus) e i diversi approcci regionali sono, comunque, straordinari strumenti di integrazione delle esigenze di conservazione ed uso sostenibile delle risorse naturali nelle politiche nazionali di settore (in coerenza con obiettivi previsti dalla Strategia Europea per la Biodiversità). In questo breve rapporto, si dà conto dello stato di attuazione e applicazione, alle diverse scale del governo regionale, provinciale e comunale, delle differenti tipologie di reti ecologiche locali che si sono sviluppate nell’intero Paese, con gradi di cogenza diversi, in alcuni casi pervenendo al livello di conformazione del regime dei suoli, in altri, delineando semplici obiettivi di qualità territoriale. In generale, si tenta di affrontare (in modo diretto o come conseguenza specifica), in modo strettamente correlato, le sfide poste dalle trasformazioni territoriali in corso, sia di tipo socio-economico che ecologico. E’ pressoché costante il richiamo alle green economy e allo sviluppo di politiche di governo del territorio che considerino il ruolo degli ambienti naturali e dei servizi ecosistemici offerti (Millenium Ecosistem Assessment, 2005) mettendo in gioco una stretta relazione tra equilibrio ecologico e nuove prospettive economiche. Particolarmente interessante, in tal senso, è un progetto di ricerca SUN LIFE SUN intitolato “Strategia per la gestione della Rete Natura 2000 in Umbria” che permette di individuare le nuove frontiere della progettazione di reti ecologiche. L’obiettivo principale è quello di sviluppare la Rete Natura 2000 adottando un approccio strategico che coinvolga l’intero territorio regionale, producendo gli elementi di base necessari per sviluppare, in una prospettiva di medio lungo termine, una capacità di gestione della biodiversità in stretto rapporto con le diverse attività di uso e trasformazione dei suoli , le attività socio economiche correlate e una campagna di sensibilizzazione e accrescimento della consapevolezza circa i temi di tutela delle risorse ambientali. In tal senso, viene data particolare rilevanza alla valutazione dei punti di forza e debolezza del sistema della pianificazione vigente al fine di fornire un quadro di riferimento in grado di supportare ogni processo decisionale connesso alla pianificazione e gestione delle misure regolamentari vigenti (ai diversi livelli di governance), e alla definizione della stima del valore socio economico della Rete Natura 2000. Esso rappresenta un importante passo in avanti nell’evoluzione del concetto di protezione della natura che, agendo attraverso la lente del paesaggio, individua quelle azioni di rilevanza paesaggistica, essenziali per: affrontare le nuove sfide della frammentazione ambientale anche in relazione all’avanzare della città diffusa che occupa spazi un tempo propri della natura o ad uso rurale; invertire la tendenza alla riduzione della superficie degli habitat, aumentando la qualità/idoneità dei frammenti residui, anche quando collocati in aree periurbane, scongiurando la loro progressiva “insularizzazione”; potenziare il ruolo delle reti ecologiche come strumento di ricucitura tra habitat presenti attraverso un approccio complessivo al territorio che veda il coinvolgimento delle comunità locali, come espressamente indicato dalla Convenzione europea del paesaggio; orientare la pianificazione urbanistica e territoriale anche offrendo indicazioni specifiche progettuali in grado di contemperare le esigenze di tutela con quelle di sviluppo delle comunità locali.

La rete ecologica nazionale

Massimo Sargolini
2019-01-01

Abstract

Malgrado l’impulso iniziale alla costruzione della Rete ecologica Nazionale prodotto, sin dalle prime fasi, dalla "Programmazione dei Fondi Strutturali 2000-2006" e dalla Strategia nazionale per la Biodiversità (2010), non si è ancora pervenuti alla formulazione di un progetto di Rete in grado di interessare, in modo organico e raccordato, l’intero territorio nazionale. Nella prassi, è stato scelto il livello regionale come ambito per lo sviluppo dei progetti di rete e relativa implementazione negli strumenti urbanistici provinciali e comunali, fermo restando il fatto che l’azione pianificatoria e di progetto risulta quasi sempre ispirata ai principi di sussidiarietà, di partecipazione, di condivisione delle responsabilità e di integrazione della politica ambientale con le altre politiche. In tal senso, le Regioni nell’ultimo decennio hanno sviluppato reti su più livelli di approfondimento (scala e focus) e i diversi approcci regionali sono, comunque, straordinari strumenti di integrazione delle esigenze di conservazione ed uso sostenibile delle risorse naturali nelle politiche nazionali di settore (in coerenza con obiettivi previsti dalla Strategia Europea per la Biodiversità). In questo breve rapporto, si dà conto dello stato di attuazione e applicazione, alle diverse scale del governo regionale, provinciale e comunale, delle differenti tipologie di reti ecologiche locali che si sono sviluppate nell’intero Paese, con gradi di cogenza diversi, in alcuni casi pervenendo al livello di conformazione del regime dei suoli, in altri, delineando semplici obiettivi di qualità territoriale. In generale, si tenta di affrontare (in modo diretto o come conseguenza specifica), in modo strettamente correlato, le sfide poste dalle trasformazioni territoriali in corso, sia di tipo socio-economico che ecologico. E’ pressoché costante il richiamo alle green economy e allo sviluppo di politiche di governo del territorio che considerino il ruolo degli ambienti naturali e dei servizi ecosistemici offerti (Millenium Ecosistem Assessment, 2005) mettendo in gioco una stretta relazione tra equilibrio ecologico e nuove prospettive economiche. Particolarmente interessante, in tal senso, è un progetto di ricerca SUN LIFE SUN intitolato “Strategia per la gestione della Rete Natura 2000 in Umbria” che permette di individuare le nuove frontiere della progettazione di reti ecologiche. L’obiettivo principale è quello di sviluppare la Rete Natura 2000 adottando un approccio strategico che coinvolga l’intero territorio regionale, producendo gli elementi di base necessari per sviluppare, in una prospettiva di medio lungo termine, una capacità di gestione della biodiversità in stretto rapporto con le diverse attività di uso e trasformazione dei suoli , le attività socio economiche correlate e una campagna di sensibilizzazione e accrescimento della consapevolezza circa i temi di tutela delle risorse ambientali. In tal senso, viene data particolare rilevanza alla valutazione dei punti di forza e debolezza del sistema della pianificazione vigente al fine di fornire un quadro di riferimento in grado di supportare ogni processo decisionale connesso alla pianificazione e gestione delle misure regolamentari vigenti (ai diversi livelli di governance), e alla definizione della stima del valore socio economico della Rete Natura 2000. Esso rappresenta un importante passo in avanti nell’evoluzione del concetto di protezione della natura che, agendo attraverso la lente del paesaggio, individua quelle azioni di rilevanza paesaggistica, essenziali per: affrontare le nuove sfide della frammentazione ambientale anche in relazione all’avanzare della città diffusa che occupa spazi un tempo propri della natura o ad uso rurale; invertire la tendenza alla riduzione della superficie degli habitat, aumentando la qualità/idoneità dei frammenti residui, anche quando collocati in aree periurbane, scongiurando la loro progressiva “insularizzazione”; potenziare il ruolo delle reti ecologiche come strumento di ricucitura tra habitat presenti attraverso un approccio complessivo al territorio che veda il coinvolgimento delle comunità locali, come espressamente indicato dalla Convenzione europea del paesaggio; orientare la pianificazione urbanistica e territoriale anche offrendo indicazioni specifiche progettuali in grado di contemperare le esigenze di tutela con quelle di sviluppo delle comunità locali.
2019
9788876032103
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/440400
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