L’Italia sotterranea è costellata di luoghi interessanti, in cui si manifesta l’estro della natura e l’ingegno umano; le cavità sotterranee si diramano in una fitta rete di cunicoli al di sotto del piano della città consolidata e sono in genere accessibili da tombini, cantine e varchi nascosti. Questo mondo sconosciuto merita di essere apprezzato attraverso idonei strumenti che consentano sia la conservazione materiale, sia la valorizzazione attiva. Le cavità si trovano diffusamente in tutto il territorio italiano e sono testimoniate attraverso la realizzazione di Catasti Regionali curati dalle Federazioni Speleologiche Regionali, che raccolgono i dati fondamentali per supportare studi specifici in diversi ambiti scientifici. Non ancora sufficientemente indagate, le cavità ipogee della regione Marche meritano di essere conservate e valorizzate attraverso interessanti spiragli di ricerca, per affrontare l’argomento da diverse angolazioni. Si possono, infatti, approfondire varie tematiche mediante un’attenta ricognizione per delinearne la storia e le principali caratteristiche; è necessario, inoltre verificarne le condizioni strutturali e quelle conservative, in quanto le superfici lapidee o laterizie che le caratterizzano sono esposte a forti agenti di degrado. L’ulteriore tematica può essere legata ad una valorizzazione attiva che consenta di rendere le cavità percorribili in un nuovo circuito di fruizione. La regione Marche comprende 250 Comuni e numerosi piccoli centri murati, all'interno dei quali si può rilevare una fitta rete di gallerie sotterranee sia naturali, legate alle diverse proprietà idrogeologiche del terreno in cui si trovano, sia artificiali, riconducibili a svariate epoche storiche e funzioni. In particolar modo, i centri storici dei paesi collinari delle Marche celano straordinarie sorprese sotterranee riconducibili ad opere idrauliche, sistemi cunicolari, insediamenti residenziali localizzati, di culto, strutture funerarie e militari di alloggiamento o deposito. La presente ricerca intende individuare, attraverso alcuni casi studio, una strategia che consenta di sostenere ed incentivare la conservazione dell’apparato ipogeo, sia naturale che artificiale, attraverso una conoscenza attiva, per rendere visitabili alcune strutture attraverso opportuni percorsi di fruizione turistica.

Conservazione e valorizzazione delle cavità sotterranee nelle Marche

Enrica Petrucci;Diana Lapucci;Noemi Lapucci
2019-01-01

Abstract

L’Italia sotterranea è costellata di luoghi interessanti, in cui si manifesta l’estro della natura e l’ingegno umano; le cavità sotterranee si diramano in una fitta rete di cunicoli al di sotto del piano della città consolidata e sono in genere accessibili da tombini, cantine e varchi nascosti. Questo mondo sconosciuto merita di essere apprezzato attraverso idonei strumenti che consentano sia la conservazione materiale, sia la valorizzazione attiva. Le cavità si trovano diffusamente in tutto il territorio italiano e sono testimoniate attraverso la realizzazione di Catasti Regionali curati dalle Federazioni Speleologiche Regionali, che raccolgono i dati fondamentali per supportare studi specifici in diversi ambiti scientifici. Non ancora sufficientemente indagate, le cavità ipogee della regione Marche meritano di essere conservate e valorizzate attraverso interessanti spiragli di ricerca, per affrontare l’argomento da diverse angolazioni. Si possono, infatti, approfondire varie tematiche mediante un’attenta ricognizione per delinearne la storia e le principali caratteristiche; è necessario, inoltre verificarne le condizioni strutturali e quelle conservative, in quanto le superfici lapidee o laterizie che le caratterizzano sono esposte a forti agenti di degrado. L’ulteriore tematica può essere legata ad una valorizzazione attiva che consenta di rendere le cavità percorribili in un nuovo circuito di fruizione. La regione Marche comprende 250 Comuni e numerosi piccoli centri murati, all'interno dei quali si può rilevare una fitta rete di gallerie sotterranee sia naturali, legate alle diverse proprietà idrogeologiche del terreno in cui si trovano, sia artificiali, riconducibili a svariate epoche storiche e funzioni. In particolar modo, i centri storici dei paesi collinari delle Marche celano straordinarie sorprese sotterranee riconducibili ad opere idrauliche, sistemi cunicolari, insediamenti residenziali localizzati, di culto, strutture funerarie e militari di alloggiamento o deposito. La presente ricerca intende individuare, attraverso alcuni casi studio, una strategia che consenta di sostenere ed incentivare la conservazione dell’apparato ipogeo, sia naturale che artificiale, attraverso una conoscenza attiva, per rendere visitabili alcune strutture attraverso opportuni percorsi di fruizione turistica.
2019
978-88-40444-48-3
273
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