A seguito del terremoto avvenuto nel centro Italia nel 2016, molte delle icone artistiche/architettoniche sono rimaste fortemente danneggiate, generando una profonda frattura sociale nelle comunità locali. Il caso studio della Madonna del Sole di Capodacqua è una riflessione sui modelli di sviluppo nel processo della ricostruzione. Propone un’architettura effimera che vuole colmare il “gap temporale” che va dal momento della distruzione all’effettivo restauro del manufatto, attraverso una nuova tecnica qui definita “anastilosi (con)temporanea”; una ricostruzione non in loco del volume e dei caratteri simbolici del monumento, con tecniche leggere e reversibili. La ricomposizione del volume avviene mediante una struttura in legno che riproduce la forma e le proporzioni del volume originale, intervallata da lamelle verticali in I-Mesh, tessuto innovativo composto da fibre minerali intrecciate secondo una maglia multiassiale. L’istallazione è un Landmark, un’architettura virtuale, al contempo materiale, che consente una fruizione in differita del santuario, dichiarando la temporaneità dell’allestimento attraverso l’idea della leggerezza e del movimento. Si ritiene importante restituire, attraverso istallazioni temporanee, un rapporto fecondo tra storia e contemporaneità, generando diverse opportunità di fruizione e promozione turistica, puntando ad un pubblico interessato a comprendere e scoprire le opere non più visitabili per effetto del terremoto.
Architettura effimera per la ricostruzione. ANASTILOSI (Con)temporanea
Maria Federica Ottone;Enrica Petrucci;Dajla Riera
2019-01-01
Abstract
A seguito del terremoto avvenuto nel centro Italia nel 2016, molte delle icone artistiche/architettoniche sono rimaste fortemente danneggiate, generando una profonda frattura sociale nelle comunità locali. Il caso studio della Madonna del Sole di Capodacqua è una riflessione sui modelli di sviluppo nel processo della ricostruzione. Propone un’architettura effimera che vuole colmare il “gap temporale” che va dal momento della distruzione all’effettivo restauro del manufatto, attraverso una nuova tecnica qui definita “anastilosi (con)temporanea”; una ricostruzione non in loco del volume e dei caratteri simbolici del monumento, con tecniche leggere e reversibili. La ricomposizione del volume avviene mediante una struttura in legno che riproduce la forma e le proporzioni del volume originale, intervallata da lamelle verticali in I-Mesh, tessuto innovativo composto da fibre minerali intrecciate secondo una maglia multiassiale. L’istallazione è un Landmark, un’architettura virtuale, al contempo materiale, che consente una fruizione in differita del santuario, dichiarando la temporaneità dell’allestimento attraverso l’idea della leggerezza e del movimento. Si ritiene importante restituire, attraverso istallazioni temporanee, un rapporto fecondo tra storia e contemporaneità, generando diverse opportunità di fruizione e promozione turistica, puntando ad un pubblico interessato a comprendere e scoprire le opere non più visitabili per effetto del terremoto.File | Dimensione | Formato | |
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