Negli ultimi anni il tema della sostenibilità a livello urbano è diventato cruciale nella ricerca di nuovi modelli di trasformazione della città e, in particolare, delle sue aree più degradate. Con riferimento all'’ingente patrimonio di edilizia residenziale (prevalentemente) pubblica realizzato in Europa tra gli anni Sessanta e la ne degli anni Ottanta (con sistemi di prefabbricazione o con procedimenti di industrializzazione del cantiere), emerge una problematica diffusa e dolente tanto sul piano sociale che su quello edilizio. Per molti di questi quartieri si è da tempo (e prematuramente) esaurito il naturale ciclo di vita. La loro natura “industriale” li rende, per motivi diversi, indisponibili tanto alle correnti pratiche di “retrofit” (l’emergenza travalica il mero dato energetico/ambientale) che a quelle, più tradizionali, di riqualificazione edilizia. Che cosa fare, quindi? Rottamare (assecondando discutibil politiche di rinnovamento urbano) o ignorare? La dimensione e la diffusione di questo patrimonio impongono che il problema sia affrontato e che lo si faccia perseguendo strategie responsabili che mal si accostano ad ipotesi di dismissione su vasta scala, considerati soprattutto i costi ambientali (ma anche urbani e sociali) che inevitabilmente una simile operazione comporterebbe. Questo volume propone, quale tema di ricerca, un’ipotesi rigenerativa di tali quartieri “cucita” intorno alla loro natura tecnologica (che è natura sistemica oltre che industriale) e alle nuove istanze ambientali (anche in relazione ai più aggiornati quadri normativi).

Sistemi tecnologici e ambientali per la rigenerazione dell’edilizia residenziale industrializzata. Imparare da “Selva Cafaro”.

Roberto Ruggiero
2012-01-01

Abstract

Negli ultimi anni il tema della sostenibilità a livello urbano è diventato cruciale nella ricerca di nuovi modelli di trasformazione della città e, in particolare, delle sue aree più degradate. Con riferimento all'’ingente patrimonio di edilizia residenziale (prevalentemente) pubblica realizzato in Europa tra gli anni Sessanta e la ne degli anni Ottanta (con sistemi di prefabbricazione o con procedimenti di industrializzazione del cantiere), emerge una problematica diffusa e dolente tanto sul piano sociale che su quello edilizio. Per molti di questi quartieri si è da tempo (e prematuramente) esaurito il naturale ciclo di vita. La loro natura “industriale” li rende, per motivi diversi, indisponibili tanto alle correnti pratiche di “retrofit” (l’emergenza travalica il mero dato energetico/ambientale) che a quelle, più tradizionali, di riqualificazione edilizia. Che cosa fare, quindi? Rottamare (assecondando discutibil politiche di rinnovamento urbano) o ignorare? La dimensione e la diffusione di questo patrimonio impongono che il problema sia affrontato e che lo si faccia perseguendo strategie responsabili che mal si accostano ad ipotesi di dismissione su vasta scala, considerati soprattutto i costi ambientali (ma anche urbani e sociali) che inevitabilmente una simile operazione comporterebbe. Questo volume propone, quale tema di ricerca, un’ipotesi rigenerativa di tali quartieri “cucita” intorno alla loro natura tecnologica (che è natura sistemica oltre che industriale) e alle nuove istanze ambientali (anche in relazione ai più aggiornati quadri normativi).
2012
9-788860-556844
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