Negli anni Sessanta Pirelli si era già conquistata una fama internazionale per la sua capacità di costruirsi un’immagine pubblica forte attraverso il linguaggio della grafica moderna. Fin dal dopoguerra, gli uffici milanesi della “Propaganda” avevano rappresentato un punto di riferimento per artisti e grafici non solo italiani, e nel 1961 Pirelli, insieme a Olivetti, veniva riconosciuta dall’Alliance Graphique Internationale come azienda in grado di fornire un contributo significativo allo sviluppo della cultura grafica. Gli alti standard della comunicazione Pirelli – secondo la rivista svizzera “Graphis” – nascevano dalla ricerca di un “punto di equilibro ftra la responsabilità di portare un nome famoso nel mondo e la necessità di una pubblicità efficace”. Tale reputazione di “eccellenza” nel campo della comunicazione visiva è arrivata immutata alla soglia degli anni Settanta, quando una serie di trasformazioni interne ed esterne all’azienda inaugurarono una stagione certamente diversa, ma non meno ricca di risultati e motivi di interesse. A tale periodo, finora poco esplorato, è dedicato questo volume, le cui pagine mostrano non solo numerosi elementi nuovi e materiali inediti, emersi nel corso della ricerca d’archivio compiuta per l’occasione, ma anche alcune evidenti linee di continuità con una tradizione importante.

Dalla grafica ai testimonial. Tecniche e linguaggi della nuova comunicazione Pirelli

Vinti, Carlo
2017-01-01

Abstract

Negli anni Sessanta Pirelli si era già conquistata una fama internazionale per la sua capacità di costruirsi un’immagine pubblica forte attraverso il linguaggio della grafica moderna. Fin dal dopoguerra, gli uffici milanesi della “Propaganda” avevano rappresentato un punto di riferimento per artisti e grafici non solo italiani, e nel 1961 Pirelli, insieme a Olivetti, veniva riconosciuta dall’Alliance Graphique Internationale come azienda in grado di fornire un contributo significativo allo sviluppo della cultura grafica. Gli alti standard della comunicazione Pirelli – secondo la rivista svizzera “Graphis” – nascevano dalla ricerca di un “punto di equilibro ftra la responsabilità di portare un nome famoso nel mondo e la necessità di una pubblicità efficace”. Tale reputazione di “eccellenza” nel campo della comunicazione visiva è arrivata immutata alla soglia degli anni Settanta, quando una serie di trasformazioni interne ed esterne all’azienda inaugurarono una stagione certamente diversa, ma non meno ricca di risultati e motivi di interesse. A tale periodo, finora poco esplorato, è dedicato questo volume, le cui pagine mostrano non solo numerosi elementi nuovi e materiali inediti, emersi nel corso della ricerca d’archivio compiuta per l’occasione, ma anche alcune evidenti linee di continuità con una tradizione importante.
2017
978-8875706555
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