Il paesaggio, oggi al centro dell’attenzione di cittadini e associazioni, è un concetto ancora, in larga parte, indeterminato. Sebbene, la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) abbia compiuto importanti passi in avanti rispetto alle interpretazioni di cui all'estetismo crociano del 1922 o agli elenchi di beni da tutelare e preservare relativi alla L.1497/39, ancora prevale, nell'immaginario collettivo, il senso paesaggistico ancorato alla purezza e naturalità dei luoghi ed ai rapporti incontaminati tra beni e contesto. Prevale dunque la visione di un paesaggio del lontano passato, che forse è nella nostra memoria ma da cui è difficile prendere le mosse per un progetto territoriale, perchè estraneo alle reali visioni della contemporaneità. L'Italia di mezzo è conosciuta, e riconosciuta, per alcuni paesaggi celebri, da cartolina e, talvolta, nell'ostinazione di continuare a raccontare questi territori con immagini del passato, si tende a celare il loro vero volto1 e diventa anche difficile intervenire sulle questioni attuali partendo da immagini territoriali non coincidenti con lo stato di fatto. Il paesaggio (che registra il rapporto tra uomo e territorio) con cui dobbiamo confrontarci è, invece, molto più complesso e articolato, fatto di antiche preesistenze, che si giustappongono e si sovrappongono con le nuove armature urbane e infrastrutturali che segnano le dinamiche trasformative in atto, talvolta favorendo importanti e reciproche interrelazioni con il passato.

I paesaggi del Centro Italia: dal passato alla contemporaneità

Sargolini M.
2017-01-01

Abstract

Il paesaggio, oggi al centro dell’attenzione di cittadini e associazioni, è un concetto ancora, in larga parte, indeterminato. Sebbene, la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) abbia compiuto importanti passi in avanti rispetto alle interpretazioni di cui all'estetismo crociano del 1922 o agli elenchi di beni da tutelare e preservare relativi alla L.1497/39, ancora prevale, nell'immaginario collettivo, il senso paesaggistico ancorato alla purezza e naturalità dei luoghi ed ai rapporti incontaminati tra beni e contesto. Prevale dunque la visione di un paesaggio del lontano passato, che forse è nella nostra memoria ma da cui è difficile prendere le mosse per un progetto territoriale, perchè estraneo alle reali visioni della contemporaneità. L'Italia di mezzo è conosciuta, e riconosciuta, per alcuni paesaggi celebri, da cartolina e, talvolta, nell'ostinazione di continuare a raccontare questi territori con immagini del passato, si tende a celare il loro vero volto1 e diventa anche difficile intervenire sulle questioni attuali partendo da immagini territoriali non coincidenti con lo stato di fatto. Il paesaggio (che registra il rapporto tra uomo e territorio) con cui dobbiamo confrontarci è, invece, molto più complesso e articolato, fatto di antiche preesistenze, che si giustappongono e si sovrappongono con le nuove armature urbane e infrastrutturali che segnano le dinamiche trasformative in atto, talvolta favorendo importanti e reciproche interrelazioni con il passato.
2017
268
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